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Dopo l’Afghanistan, l’Iraq. Delle due guerre di Bush anche quella “vinta” (anche se con una vittoria che definire di Pirro è farle un complimento) si sta rovesciando in una sconfitta. Almeno così parrebbe da alcune immagini che arrivano da Baghdad.
Quello che è accaduto è dato da una vecchia conoscenza di un’epoca che pareva archiviata: si tratta del leader sciita Moqtada al Sadr il fondatore del cosiddetto esercito del Mahdi creato nel 2003 per combattere le forze americane in Iraq. Ebbe il suo momento di gloria tra il 2004 e il 2006, prima di rifugiarsi in Iran.
Le milizie sadriste hanno portato il loro attacco all’interno della cosiddetta green zone. In realtà stavolta al Sadr c’entra sino ad un certo punto: lui ha semplicemente annunciato il suo ritiro dalla vita politica del Paese e questo ha fatto da detonatore: i sadristi hanno attaccato il Palazzo Governativo di Baghdad e si sono scontrati non con una fazione sunnita, come sarebbe stato logico, ma con altri sciiti. Gli scontri sono arrivati anche al al Rasheed Hotel, a due chilometri e mezzo dall’ambasciata americana.
Anche questo fa parte del fallimento della strategia statunitense in Medio Oriente. E’ stato scoperchiato un vaso di Pandora che ha portato al caos. In Afghanistan i talebani hanno riconquistato il potere dopo anni di anarchia e lotta fra bande, e forse anche in Iraq ci si avvia verso uno scenario simile, con gli sciiti che riconquistano Baghdad.
Era una cosa prevista addirittura dalla filoamericana Oriana Fallaci ne “La Forza della Ragione”: l’Iraq, caduto Saddam Hussein, sarebbe divenuto sciita, ovvero un avamposto della Repubblica Islamica dell’Iran. E questo + il risultato della “distruzione creativa” la folle strategia neocon portata avanti sin dai primi anni 2000.
Ma la Storia sta voltando pagina.
ANDREA SARTORI
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