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Oggi l'euro compie vent'anni. Vent'anni di moneta unica
che hanno avuto l'effetto di distruggere la nostra economia, svuotare la
nostra democrazia e cancellare la nostra Costituzione. In questo senso,
possiamo dire che l'euro è perfettamente riuscito nel suo scopo.
Sugli effetti economici c'è poco da dire. Rispetto ai primi anni Duemila:
Gli investimenti pubblici sono stati tagliati del 30 per cento.
La domanda interna è crollata dell’8,6 per cento.
La produzione industriale è crollata del 25,4 per cento.
Le retribuzioni lorde sono state tagliate del 7 per cento.
Il reddito delle famiglie è sceso del 5,4 per cento.
Il tasso di risparmio è passato dal 28 per cento degli anni Ottanta all’attuale 3 per cento.
Il numero di poveri assoluti è triplicato, passando da 1,9 milioni (3,3 per cento) del 2005 ai 5,6 (9,4 per cento) del 2020.
Abbiamo un tasso di disoccupazione imposta del 10 per cento circa.
Ogni anno circa 200.000 italiani sono costretti a
lasciare il paese per mancanza di lavoro e di salari dignitosi. La
maggior parte di questi sono giovani laureati.
Questo è il "dividendo economico dell'euro".
Ma il vero "dividendo", si fa per dire, è stato
politico. Con l’adesione all’euro e l’istituzione della Banca centrale
europea (BCE), infatti, abbiamo rinunciato a una delle più importanti
prerogative di uno Stato sovrano – la possibilità di emettere moneta –,
acquisendo così «lo status di ente locale o di colonia», come avvertì il
celebre economista britannico Wynne Godley nel 1992. Oggi questo
progetto di colonizzazione giunge a compimento con il definitivo
commissariamento dell'Italia per mezzo del PNRR.
È ora di uscire da questo incubo.
Che il 2022 sia l'inizio della liberazione. Della fine del nuovo ventennio. Buona lotta a tutti!
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