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BoingBoing segnala un thread su Twitter che descrive la tecnica astuta usata da una bambina di otto anni a Austin, in Texas per avere una giustificazione tecnica plausibile per non frequentare le lezioni online che non le piacevano.
Tutto inizia con un problema apparentemente normale: la bambina non riesce a collegarsi con Zoom per la lezione. La madre tenta di ricollegarla per oltre un'ora ma fallisce. Presume che si tratti di un malfunzionamento di Zoom.
Il giorno successivo avviene la stessa cosa: la bimba non riesce a ricollegarsi. La madre avvisa il docente.
Il terzo giorno il problema si ripresenta, con l'avviso di Zoom che la password è sbagliata. Madre e docente ci provano per un'ora, ma niente da fare.
Siamo al quarto giorno: madre e figlia vanno a casa di un'amica per provare la sua connessione a Internet. Tutto funziona, ma a un certo punto il collegamento a Zoom smette di funzionare ed è impossibile ricollegarsi. Si sospetta che l'account della bambina sia stato messo in lista nera.
Quinto giorno: vengono coinvolti i tecnici di Zoom, ma non riescono a risolvere il problema.
Sesto giorno: il docente ricrea tutta l'aula virtuale da zero. Tutti e trenta gli studenti devono aggiornare, ricollegarsi. Niente da fare.
Siamo a una settimana: il docente d'informatica viene a casa della bambina per provare a risolvere il malfunzionamento. Inutile.
A questo punto la madre abbandona i tentativi e inizia a fare lezione al posto degli insegnanti. La bambina non si lamenta.
Passano due settimane e la bimba va in visita a un'amica della madre. Da lì riesce a collegarsi e ricomincia a frequentare le lezioni per qualche tempo. L'amica nota che la bimba si scollega da Zoom e le chiede come mai l'ha fatto. La bimba, innocentemente, risponde che la connessione non stava funzionando bene e quindi stava uscendo per ricollegarsi, come si fa spesso.
L'amica, però, si insospettisce e tiene d'occhio la bambina di otto anni. Dopo un'ora di lezione, la bambina non ce la fa più e si scollega per ricollegarsi. Ed è qui che scatta la sua astuzia. Quando si ricollega, sbaglia intenzionalmente la propria password per una ventina di volte.
Infatti la bimba ha capito che se un utente tenta di collegarsi con la password sbagliata un numero sufficiente di volte, Zoom blocca ulteriori tentativi per un certo periodo di tempo. Più si tenta, più aumenta la durata di questo periodo.
Ma il messaggio d'errore che viene mostrato sullo schermo è "password sbagliata", non un più esplicativo "Il tuo account è stato bloccato per troppi tentativi sbagliati di immettere la password".
Mai sottovalutare l'ingegno di un utente sufficientemente motivato.
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