martedì 30 marzo 2021

DAI VIAGGI ALL’ESTERO IN ZONA ROSSA AL DIVIETO DI STAZIONAMENTO: LE NORME ANTI COVID SONO COME DEI RITUALI MAGICI?

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DAI VIAGGI ALL'ESTERO IN ZONA ROSSA AL DIVIETO DI STAZIONAMENTO: LE NORME ANTI COVID SONO COME DEI RITUALI MAGICI?

“Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo”. Con queste parole il Primo Ministro Mario Draghi ha messo nero su bianco i principi che almeno sulla carta dovrebbero reggere l’azione di Governo: i dati e le evidenze scientifiche.

Le misure hanno dimostrato di non essere campate per aria?

Secondo l’esecutivo e secondo la maggioranza della stampa generalista ogni legge e norma introdotta da un anno a questa parte ha avuto come base una necessità fondata su un’incontrovertibile prova scientifica. E d’altronde sempre a detta di Draghi “Le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per aria”.

Ma è stato davvero così? Certo guardando alcune normative introdotte con l’obiettivo di contrastare la diffusione del virus non può che sorgere qualche dubbio sulla loro legittimità scientifica.

Pasqua in zona rossa, ma…

Come la recente decisione del Viminale che autorizza i viaggi all’estero per i cittadini italiani. A Pasqua quindi per gli italiani non sarà consentito spostarsi tra le Regioni, per evitare la diffusione del virus, così ci dicono.

Sempre a Pasqua però gli stessi cittadini potranno spostarsi tra le Regioni, ma solo con lo scopo di raggiungere un aeroporto e partire per una destinazione all’estero.

Secondo l’esecutivo c’è quindi maggiore possibilità di contagio in Sicilia, Sardegna, Puglia e altre Regioni d’Italia, piuttosto che stipati in coda al check in di un aeroporto, oppure seduti senza distanze nello stesso aereo.

Dati scientifici a dimostrarlo? Neanche l’ombra.

Quale nesso tra il consumo di alcool e il Covid?

Ma questo non è tuttavia l’unico provvedimento scientificamente discutibile preso dall’attuale classe politica. Come spiegare infatti da un punto di vista scientifico il divieto di acquistare l’alcool nelle enoteche e nei supermercati dopo un certo orario?

Un provvedimento che a Firenze ha trovato un’esecuzione particolarmente brutale, con il divieto che si estende per la vendita e l’asporto dalle 16 alle 22, il venerdì, il sabato e la domenica. Un’ordinanza rivendicata con orgoglio dal sindaco Nardella che l’ha così spiegato:

Il consumo di alcolici è la principale causa di assembramenti in spazi pubblici.

E chissà sulla base di quale evidenza scientifica il sindaco Nardella si è così espresso, considerati gli assembramenti che quotidianamente si registrano in spazi pubblici come le metropolitane, i bus, nonché le stesse code per vaccinarsi.

Divieto di stazionamento e coprifuoco: dove sono le basi scientifiche?

Che dire poi del provvedimento adottato a Palermo che impone il misterioso divieto di stazionamento per i pedoni che transitano in centro dalle 11 alle 22? Quindi se ti trovi nel centro di Palermo e sei stanco, affaticato e vuoi riposarti su una panchina non puoi. Perché secondo le autorità il virus ti insegue, ti rincorre e non ti lascia scampo. Come nei peggiori film dell’horror.

C’è infine il coprifuoco. Una norma da far risalire ai tempi di guerra e che ora viene giustificata come contrasto alla diffusione del virus. E perché mai il virus avrebbe maggiori possibilità di attaccare durante una rilassante passeggiata serale primaverile, piuttosto che in un’affollata fermata di un pullman in piena ora di punta?

Anche su questo si attendono senza successo da mesi dati ed evidenze scientifiche a supporto.

Ma allora se non ci sono dati, non ci sono prove di una qualsiasi rilevanza scientifica, tutte queste norme non possono che essere interpretate alla stregua di rituali magici e scaramantici.

Una sorta di danza della pioggia collettiva imposta con la forza ai cittadini, costretti a reggere il gioco, ad assecondare i capricci dei governanti. Anche perché se alla fine del rituale non uscirà il Sole, la colpa sarà puntualmente fatta ricadere su quei cittadini che non hanno danzato come da copione.

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