martedì 30 marzo 2021

EVERGREEN chi c’è dietro? BlackRock, Ming Chan e Hillary Clinton

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Il 23 marzo di quest’anno la nave cargo Ever Given, 400 metri di lunghezza per 220mila tonnellate di peso, partita dalla Cina e diretta al porto di Rotterdam, si arena nel bel mezzo del canale di Suez, occupandolo tutto, da una sponda all’altra. Per sei giorni lo sbocco centrale dell’approvvigionamento energetico del Vecchio Continente, 19mila navi all’anno nei due sensi di percorrenza, snodo del 12% del volume di commercio mondiale, non si è potuto utilizzare. Ai due lati del canale, decine di navi sono in attesa: sono le cargo delle compagnie medie e piccole, che non possono permettersi di aggirare il problema con due settimane di periplo dell’Africa.

Da sabato, poi, il tratto d’acqua del canale è oscurato su Google Maps.

Il Canale di Suez oscurato su Google Maps.

Le prospettive geopolitiche sono molteplici, ma a pochi giorni da un problema così grande, l’attesa degli sviluppi è la migliore strategia di comprensione. Poche le certezze e molte le ipotesi.

È certo che una nave di quel tipo non può arenarsi tanto facilmente su un tratto rettilineo e ipercontrollato. Nave cargo di quella stazza, costruita 3 anni fa dalla giapponese Imabari Shipbuilding, eccellenza dell’ingegneristica navale d’avanguardia della famiglia Higaki, travolta e deviata da una tempesta di sabbia sahariana – che peraltro non ha inficiato alcuna delle altre imbarcazioni… altra certezza tuttavia, è che quando il buon senso non permetterà più di reggere una simile assurdità, i media tengono già pronto nel cilindro lo Schettino taiwanese di turno.

È certo che la Ever Given non è una nave di proprietà giapponese. La Shoei Kisen Kaisha, proprietaria della Ever Given che sta interloquendo coi media, è a sua volta di proprietà di Imabari, per conto della quale gestisce l’affitto delle navi ai trasportatori come Evergreen. Nel consiglio d’amministrazione della Imabari la fanno da padrone gli azionisti Mitsui Engineering & Shipbuilding Holdings Co. (25%) e Mitsui O.S.K. Lines Ltd (24%)[1] che, nonostante il blocco di Suez, stanno avendo rialzi in borsa superiori al 3%.

Azionisti di Mitsui & Co USA
Azionisti di Mitsui & Co JAP
Azionisti di Mitsui E&S Holdings
Azionisti della Hyakujushi Bank

Chi controlla Mitsui? Se si dà un occhio su marketscreener.com al consiglio d’amministrazione di Mitsui O.S.K., spunta fuori col 2.31% delle azioni il colosso speculativo globalista Vanguard Group. E con l’altra, Mitsui E&S,[2] stessa situazione: al nono posto, Vanguard Group possiede il 2.17% delle azioni in proprio, se non fosse che detiene l’1.95% del quinto azionista, la Hyakujushi Bank,[3] e anche il 2.34% del quarto azionista Mitsui &Co,[4] in buona compagnia di BlackRock che ne possiede il 2.84%. Primo azionista di Mitsui &Co (5.03%) è Berkshire Hathaway Inc, detenuta indovinate da chi? Vanguard Group, primo azionista al 9.37%, seguito da BlackRock (5.53%), SsgA (5.48%), Bill & Melinda Gates Foundation (3.07%),[5] che proprio in questo momento stanno svendendo in blocco le azioni di Berkshire.

Azionisti di Berkshire Hathaway Inc
La fuga da Berkshire degli Hedge Funds

Forse per non lasciare tracce troppo evidenti del loro assoluto controllo dell’azienda produttrice della nave? O è la fase di una guerra economica speculativa innescata ad arte con il blocco di Suez? Ma non è tutto. Il 20 novembre del 2019 avviene l’acquisto di circa 5 milioni di azioni della Imabari[6] da parte di un altro fondo speculativo con sede in Grecia e uffici a Monaco: Safe Bulkers Inc., nel cui cda siedono BlackRock e SsgA.[7]

Azionisti di Safe Bulkers

Dunque possiamo affermare con certezza che la Ever Given è una nave di proprietà dei gruppi speculativi globalisti, quelli che stanno operando il Great Reset attraverso l’Operazione Covid, quelli che si sono specializzati nell’approfittare di emergenze e crisi globali da loro create.

Curiosità: la Shoei Kisen Kaisha è stata tra i possedimenti del magnate cinese caduto in rovina e morto a luglio 2019, Zhang Zhenxin, che ne aveva rilevato un milione e mezzo di azioni nel 2017 con la sua Hunter Maritime Corp, insieme a Morgan Stanley.[8]

Infine, è certo che la Evergreen, la compagnia di trasporti che ha dato il nome e ha utilizzato la nave, non ha nulla a che fare con Panama, né con Taiwan. Proprio nel verbale S13G, compilato per la Security Exchange Commission da Safe Bulkers Inc. e Imabari, questa viene definita azienda con sede in Giappone ma con cittadinanza panamense.

Verbale d’acquisto delle azioni di Imabari da parte di Safe Bulkers

Il mistero si infittisce se si va a guardare la ditta trasportatrice, la Evergreen SA International, una società con sede a Panama ma con tutti dirigenti cinesi e taiwanesi. Il Gruppo Evergreen, con sedi e sigle sparse per il mondo, è di proprietà del magnate cinese Yuk Ming Chan, e ha tra gli azionisti Dimensional Fund Advisors, hedge fund con sede ad Austin. Solita storia del self-made man partito da una sola nave ad una mole sterminata di aziende in ogni settore, fino alla filantropia. Tra le tante spicca l’Evergreen Strategy Group, una sorta di McKinsey cinese che ha tra i suoi partner ufficiali, indovinate chi? BlackRock, Crown Family Philantropies, e (con tanto di firma) Hillary Rodham Clinton.[9]

BlackRock e Hillary Clinton partner di Evergreen Strategy Group

Quindi: è certo che la Evergreen sia una multinazionale cinese con interessi transnazionali legati alla politica filo-globalista (checché ne gracchi il mainstream) di Xi-Jinping, e che abbia diretta filiazione con gli speculatori internazionali, con Israele e col Deep State. Per chi avesse ancora qualche dubbio, ecco un rapporto del 2016 della Security and Exchange Commission con tutti gli investimenti di BlackRock in Asia,[10] che farebbe ricredere pure il più scettico sull’alleanza tra il regime cinese e il capitalismo globalista. Ovviamente, a pagina 6, voce “Taiwan”, ci sono 42150 azioni della Evergreen.

Dall’Egitto arrivano stamattina le prime notizie della liberazione del canale. Il regime di Al-Sisi è sempre stato nella lista nera dei globalist, che hanno nel mirino i giacimenti dello Zor – scoperti da Eni, e legati alla morte di Giulio Regeni – e il blocco di Suez è stato solo uno dei molteplici incidenti avvenuti nel paese in questi giorni, che hanno tagliato l’Egitto in due. Ora il paese, oltre a dover rimborsare tutte le compagnie di navigazione, ad aver perso somme ingentissime per la chiusura di Suez, si trova a fronteggiare una crisi interna senza precedenti.

AGGIORNAMENTO – Su segnalazione del lettore Astrolabio, apprendiamo che l’Egitto ha aperto le porte a colloqui tra realtà indipendentiste palestinesi e ha aperto dopo anni il valico di Rafah, unico accesso a Gaza non controllato da Israele. Israele, come dimostra il suo essersi prestata ad essere laboratorio a cielo aperto di Pfizer (traduci BlackRock), è l’avamposto più importante della strategia globalista in Medio Oriente. Che il blocco di Suez sia stata una rivalsa israeliana sulle aperture di Al Sisi, supportata dai cinesi e i globalisti? Per ora, possiamo rimanere solo nel rango delle ipotesi.

 

[1]     https://www.offshore-energy.biz/imabari-set-to-take-over-minaminippon-shipbuilding/

[2]     https://www.marketscreener.com/quote/stock/MITSUI-E-S-HOLDINGS-CO–6491310/company/

[3]     https://www.marketscreener.com/quote/stock/THE-HYAKUJUSHI-BANK-LTD-6492265/company/

[4]     https://www.marketscreener.com/quote/stock/MITSUI-CO-LTD-6492474/company/

[5]     https://money.cnn.com/quote/shareholders/shareholders.html?symb=BRKB&subView=institutional

[6]     https://fintel.io/i/imabari-shipbuilding-co-ltd

[7]     https://money.cnn.com/quote/shareholders/shareholders.html?symb=SB&subView=institutional

[8]     https://fintel.io/so/us/hunt/morgan-stanley

[9]     https://www.evergreenstrategygroup.com

[10]   https://www.sec.gov/Archives/edgar/data/844779/000119312516798921/d242254dnq.htm

Marco Di Mauro per ComeDonChisciotte

 

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