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Dal Belgio, Eleonora Ar. Mercoledì 24 Marzo il consiglio belga si è riunito in tutta fretta per deliberare
le
nuove misure di contenimento del Covid 19 con nuove regole e
restrizioni che sono entrate in vigore a partire dalla mezzanotte di
venerdì 26 Marzo e che resteranno effettive fino alla data del 19 Aprile
2021. Facciamo una piccola premessa. È dal 18 Ottobre che il governo
belga ha forzatamente abbassato le saracinesche di tutte le attività
che somministrano cibi e bevande chiudendo, quindi, bar, ristoranti,
pizzerie, pub e bistrot e lasciando loro l’unica possibilità della
vendita tramite asporto. Parliamo di lunghissimi mesi invernali durante i
quali non ci sono state né rivolte né particolari manifestazioni di
dissenso da parte degli imprenditori del settore che hanno, semplicemente,
accettato quelle chiusure e usufruito dei ristori che sono stati,
effettivamente, corposi ma che con il passare del tempo hanno cominciato
ad assottigliarsi.
Da alcuni mesi si è parlato della possibilità concreta che queste
attività potessero riaprire il 1° Maggio ed è proprio sulla base di
quella promessa che i lavoratori del comparto Horeca hanno deciso, in un
certo senso, di pazientare. Ma, purtroppo, i tempi per prendere nuove
decisioni e attivare nuove proroghe sono sempre maturi ed è quindi che
ancor prima che il consiglio si riunisse circolavano già alcune
indiscrezioni sul fatto che la data del 1 Maggio, indicata come data
delle aperture, non doveva essere presa come una promessa ma solo come
un’indicazione sulla forma, e non sulla sostanza, perché la sostanza
sarebbe stata quella dei contagi e dei loro indici di riferimento che
dicono siano in continua e perenne ascesa, costringendo gli ospedali ad
affannare e a chiedere, dunque, un intervento urgente per fermare la
diffusione incontrollata del virus. Ecco che, così, attraverso l’ultimo
decreto, i parrucchieri e le estetiste, e tutte le attività di contatto,
sono state chiuse. Ancora. Solo il 19 Aprile sarà permesso a tutti gli
studenti di ogni ordine e grado di ritornare sui banchi di scuola dopo
che avranno passato in lockdown anche le due settimane di vacanze
pasquali previste dal calendario scolastico. I supermercati, le
farmacie, le librerie, le tabaccherie, i negozi di fiori e di
abbigliamento verranno considerati come servizi essenziali e resteranno
aperti per gli acquisti da parte di persone sole e quindi non
accompagnate. Tutte le altre attività non essenziali potranno restare
aperte ma potranno ricevere solo su appuntamento. È, dunque, qui che
continua, proprio dove era cominciato, il progressivo declino
dell’economia non solo belga, non solo italiana, ma bensì europea. Mi è
capitato di leggere molti commenti di cittadini italiani che, disperati,
esprimevano il proprio desiderio di scappare dall’Italia per trovare
altrove una situazione più sostenibile, più accettabile, e più vicina a
quella umanità perduta che una parte di noi sta cercando in ogni angolo
visibile e invisibile. Ma vorrei tranquillizzarvi, anche se quello che
scriverò non avrà, proprio, l’effetto di un tranquillante. La disastrosa
situazione economica, politica, sociale e sanitaria che state vivendo
nel belpaese è molto vicina a quella degli altri stati europei.
Certo
il Belgio è, sicuramente, uno stato più ricco e meno indebitato, uno
stato che ha un’economia più fiorente e stabile rispetto a quella
italiana ma questo era così solo fino a ieri. Oggi si respira già
un’aria diversa perché le persone stanno perdendo il lavoro, i negozi
stanno chiudendo e intorno alle strade vuote della sera gli unici
incontri che si fanno sono quelli con i riders che, sottopagati, corrono
per recapitare le loro consegne verso quel nuovo ingranaggio economico
allineato su una lunga e meccanica catena chiamata Nuova Normalità. Il
problema è grosso e profondo perché quella stessa catena stretta tra le
mani di una certa élite mondialista si stringe anche alle nostre
caviglie e a quelle di un’enorme fetta di popolazione che ancora non si è
accorta di nulla e che, ipnotizzata davanti alla televisione, segue,
con devozione, una sola direzione: quella dell’ago che i colossi della
Big Pharma stanno puntando, con ingordigia, sulle nostre teste. Ma il
popolo sovrano è addormentato sul divano e quel sonno è così pesante da
schiacciare e annientare ogni piccolo residuo di coscienza affetta,
oramai, da incurabile sonnambulismo e obbediente alla modernissima
schiavitù di regime. Quello che resta accanto a noi, vicino alla rabbia e
allo stupore, è solo una turpe guerra tra giusti e ingiusti, credenti e
miscredenti. Eppure, Platone ci aveva avvertito.
“Forse la giustizia è un vizio?”
“No, è una nobilissima ingenuità”
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