Il Fatto Quotidiano
Sono arrivati ieri all’aeroporto di Fiumicino cinque cittadini eritrei a cui il Tribunale di Roma aveva, lo scorso novembre, riconosciuto il diritto a fare ingresso sul territorio mediante il rilascio di un visto con lo scopo di accedere alla domanda di protezione internazionale, dopo che l’Italia li aveva soccorsi con una nave della Marina militare nel mar Mediterraneo e illegalmente respinti in Libia nel 2009.
Hanno così ottenuto finalmente giustizia e il rispetto dei propri diritti coloro che, nel 2009, in un gruppo di 89 migranti e richiedenti asilo, erano stati ricondotti dalle autorità italiane in Libia, dove erano stati vittime di condizioni inumane e degradanti, tra violenze e torture.
Dopo l’arrivo sul territorio libico tutte le persone erano state detenute, e solo dopo lunghi mesi di prigionia erano state rilasciate. Alcune di loro, nonostante il rischio di essere nuovamente respinte, avevano tentato nuovamente la traversata del Canale di Sicilia. Alcuni avevano perso la vita in naufragi negli anni successivi, mentre altri erano riusciti a raggiungere le coste italiane e ad arrivare in altri paesi, come la Germania e la Svizzera, dove hanno ottenuto la protezione internazionale.
Sedici di loro, tutti cittadini eritrei, decisero di non correre nuovamente i rischi di un viaggio in mare e di tentare di raggiungere l’Europa via terra. Dopo aver attraversato l’Egitto e il deserto del Sinai, arrivarono in Israele.