DUE “SEMPLICI INDICAZIONI” PER UNA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI.
Riceviamo e pubblichiamo - retidipace Maurizio Melandri
Il
nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti è legge. È un piano molto
ambizioso che potrebbe essere considerato un libro dei sogni, se non
fosse per gli autorevolissimi supporti tecnici che hanno collaborato
alla sua stesura: Ambiente Italia; Scuola Agraria del Parco di Monza;
Esper.
In attesa fiduciosa dell’implementazione di questo piano, riporto le linee guida sintetizzate sul sito della Esper (www.esper.it) sottolineando due aspetti che, per me, sono assolutamente decisivi, basilari per una corretta gestione dei rifiuti:
– dare la priorità strategica assoluta alle necessità di trattamento delle frazioni organiche da RD
– assegnare all’incenerimento un ruolo residuale e progressivamente marginale.
Dal
rispetto di queste due “semplici” indicazioni discendono tutte le
scelte impiantistiche e organizzative che TUTTI i comuni del Lazio, Roma
compresa, dovranno adottare.
Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti del Lazio. Obiettivi: riduzione a 469
kg/anno per abitante; 70% di raccolta differenziata come livello minimo
al 2025 con l’obiettivo dell’80 % di RD come scenario avanzato,
incremento del riciclo effettivo e nuova impiantistica con sostegno di
quella pubblica.
Roma, 02/08/2019 – È stato adottato dalla Giunta Regionale il nuovo PRGR – Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR),
lo strumento principale di programmazione attraverso il quale Regione
Lazio definisce in maniera integrata le politiche in materia di
prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché di
gestione dei siti inquinati da bonificare, realizzato con il supporto
tecnico di Ambiente Italia, Scuola Agraria del Parco di Monza ed ESPER – Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti.
Si tratta di un piano completamente pensato nell’ottica di uno sviluppo ed incentivo dell’ “Economia Circolare”, sostanziata in norme ed azioni che realmente avvicineranno all’obiettivo ultimo.
Le linee direttrici del nuovo PRGR sono chiare.
Le linee direttrici del nuovo PRGR sono chiare.
Nel rispetto delle
normative comunitarie e della gerarchia nella gestione rifiuti
(Direttiva 2008/98/CE) si prevedono: nuovi strumenti di riduzione e
riuso che portino ad una produzione massima di 469 kg/abitante*anno; una
raccolta differenziata minima del 70% entro il 2025 sia a livello
complessivo regionale che a livello di singolo Comune; una nuova
impiantistica finalizzata al recupero di materia (riciclo) e, solo
residualmente, allo smaltimento del rifiuto residuo.
Nello specifico:
· Strategia generale:
il sistema di obiettivi del Piano inoltre sposa l’obiettivo generale
della Strategia rifiuti zero (DGR 614/2018 e DGR n. 49/2019)
dell’incenerimento come opzione residuale. Il residuo del rifiuti
infatti dovrà essere inviato solo a trattamento di recupero, riservando
lo smaltimento residuale solo per la frazione biostabilizzata.
· Riduzione e prevenzione: L’obiettivo
relativamente al contenimento della produzione dei rifiuti urbani
totali rispetto al valore del 2017 (505 kg/ab*anno) è stato stabilito,
riducendolo in riferimento al quantitativo stimato secondo un aumento
tendenziale previsto inizialmente (484 kg/ab*anno),
al valore massimo di 479 kg/ab*anno con lo scenario uno (minimale) ed a
469 kg/ab*anno con lo scenario tre (avanzato) anche grazie al sostegno
regionale all’implementazione della tariffazione puntuale che, in altre
Regioni, ha determinato effetti molto positivi sia per quanto riguarda
il contenimento della produzione di RU che per l’aumento della quota di
conferiti come RD.
· Raccolta differenziata: si
è scelto di non limitarsi al semplice rispetto degli standard di
raccolta differenziata alla normativa nazionale (65%), ma di assumere un obiettivo minimo pari al 70% al 2025,
con la definizione di due scenari più spinti (scenario intermedio 75% e
scenario avanzato 80%) per quantificare una forbice regionale sui
flussi di rifiuti e stimare il conseguente fabbisogno impiantistico in
base a scelte più o meno ambiziose o, viceversa, cautelative.
Tali
scenari, pur non vincolanti, sono comunque plausibilmente raggiungibili
in fase di attuazione del Piano a seconda del grado di realizzazione
delle azioni previste.
· La qualità della raccolta differenziata,
in linea con le strategie comunitarie, è stata individuata come
elemento discriminante per un processo di recupero di materia di
qualità. Per massimizzarla si è individuato un modello uniforme per la
raccolta differenziata, indicando come sempre preferibile l’attivazione
di modalità di raccolta domiciliare, rispetto ad altre possibili
modalità (raccolta di prossimità, centri urbani di raccolta, etc.).
· Recupero Frazione Organica:
in considerazione del fatto che il flusso dei rifiuti organici da RD è
determinante per il conseguimento degli obiettivi di Piano ed è quello
per cui viene previsto il maggiore incremento in termini assoluti
rispetto alla situazione attuale, è evidente come la priorità strategica assoluta sia dare risposta alle necessità di trattamento delle frazioni organiche da RD. Promozione
del compostaggio domestico, una rete di attività di compostaggio di
comunità, sistemi di compostaggio professionale di piccola scala, rete
degli impianti di bacino sono individuati come strumenti utili in un
approccio multi-livello ottimale.
· Impiantistica: recupero e smaltimento.
Il Piano sposa l’obiettivo generale della Strategia rifiuti zero (come
definito dall’ art. 47 della LR n. 4/2015 e DGR n. 506/2015), che assegna all’incenerimento un ruolo residuale e progressivamente marginale. I rifiuti residui infatti dovranno essere inviati a impianti di trattamento a freddo con priorità al recupero di materia,
riservando lo smaltimento alla sola frazione biostabilizzata e
marginalizzando il ruolo degli inceneritori esistenti. Per tal ragione
si evidenzia la necessità di conversione alle strategie di Piano (intese
a realizzare recuperi di materia anche dal RUR) degli impianti di
trattamento meccanico-biologico (TMB) attraverso la sostituzione delle
attrezzature dedicate alla produzione di CDR, Combustibile Derivato dai
Rifiuti, con attrezzature finalizzate ai recuperi di materia, riservando
lo smaltimento alla sola frazione biostabilizzata e marginalizzando il
ruolo degli inceneritori esistenti.
Per tal ragione si evidenzia la
necessità di conversione alle strategie di Piano (intese a realizzare
recuperi di materia anche dal RUR) degli impianti di trattamento
meccanico-biologico (TMB) attraverso la sostituzione delle attrezzature
dedicate alla produzione di CDR, Combustibile Derivato dai Rifiuti, con
attrezzature finalizzate ai recuperi di materia.
Il
Piano prevede inoltre la realizzazione di un nuovo impianto di
Trattamento e Valorizzazione della Risorsa Rifiuto da localizzarsi
probabilmente nel comune di Colleferro. Tale impianto ha l’obiettivo di
massimizzare il recupero di materia adottando le migliori tecnologie
disponibili (B.A.T.).
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