mercoledì 25 settembre 2019

Clima, il riscaldamento avanza: il quinquennio 2015-2019 verso il record. Impennata dei gas serra: mari più acidi. “La sfida è immensa”.

"Il drammatico rapporto dell'Organizzazione meteorologica mondiale: "Cause e impatti dei cambiamenti climatici aumentano anziché rallentare". Effetti su tempeste tropicali e livello del mare: "Per fermare l'aumento della temperatura il livello di ambizione deve essere triplicato".



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Risultati immagini per clima onuGrandi e piccoli della Terra si mettono insieme per abbattere le emissioni e dare un po’ di sollievo al pianeta malato.
Mentre si attende di vedere le parole trasformarsi in fatti, come ha auspicato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, il riscaldamento climatico accelera e con esso gli effetti devastanti che trascina dietro di sé: nuovi record di temperatura in molti Paesi accompagnati da incendi senza precedenti, innalzamento del livello del mare, perdita di ghiacci, eventi estremi.

Tanto che il quinquennio ancora in corso, 2015-2019 (dati fino a luglio scorso), si candida al lustro più caldo mai registrato con +0,2 gradi rispetto al 2011-2015, mentre la temperatura media globale è aumentata di 1,1 gradi dal periodo preindustriale.
Senza contare la crescita dei gas serra con un tasso del più 20 per cento per la Co2 rispetto ai cinque anni precedenti.

Quello dell’Organizzazione meteorologica mondiale, in occasione del Summit Onu a New York sul clima, è un bollettino di guerra. Una sorta di studio-dichiarazione che è parte di un rapporto di sintesi di alto livello delle principali istituzioni scientifiche sotto l’egida del Science Advisory Group del Summit delle Nazioni Unite sul clima 2019, spiega la stessa Omm. “Le cause e gli impatti dei cambiamenti climatici stanno aumentando anziché rallentare”, ha affermato il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas, co-presidente del gruppo scientifico consultivo del vertice sul clima delle Nazioni Unite. “L’aumento del livello del mare è accelerato e temiamo una brusca riduzione delle calotte glaciali dell’Antartico e della Groenlandia“. A questo vanno aggiunti gli eventi estremi “come abbiamo visto quest’anno, con tragici effetti alle Bahamas e in Mozambico, l’innalzamento del livello del mare e le intense tempeste tropicali hanno provocato catastrofi umanitarie ed economiche”, ha proseguito Taalas sottolineando che “le sfide sono immense”. “Per fermare un aumento della temperatura globale di oltre 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, il livello di ambizione deve essere triplicato. E per limitare l’aumento a 1,5 gradi, deve essere moltiplicato per cinque “, ha detto ancora.
Nel periodo maggio 2014-2019, il tasso di innalzamento medio globale del livello del mare è stato di 5 mm all’anno, rispetto a 4 mm all’anno nel decennio 2007-2016. “Questo è sostanzialmente più veloce – dice l’Omm – del tasso medio dal 1993 di 3,2 mm all’anno”. Per i ghiacci, per tutto il periodo 2015-2018, riferisce l’Omm, “l’estensione media (estiva) del ghiaccio marino di settembre nell’Artico è stata ben al di sotto della media 1981-2010, così come l’estensione media del ghiaccio marino invernale. I quattro record più bassi per l’inverno si sono verificati durante questo periodo. Il ghiaccio pluriennale è quasi scomparso”. Per l’Antartico, la quantità di ghiaccio persa ogni anno dalla calotta è aumentata di almeno sei volte. Sul fronte Oceani, il 2018 ha registrato i più alti valori di contenuto di calore oceanico registrati negli ultimi 700 metri, con il 2017 al secondo posto e il 2015 terzo. Modificata anche l’acidità dei mari per effetto della Co2 con un aumento del 26 per cento dall’inizio della rivoluzione industriale. Infine, più del 90 per cento delle catastrofi naturali sono legate al clima.

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