sabato 21 settembre 2019

Ambiente. Ispra, consumo di suolo inarrestabile: -14 ettari al giorno.

Il consumo di suolo in Italia marcia a ritmi impressionanti, e se non si invertirà la tendenza, in futuro saranno sempre meno le aree verdi calpestabili. 
 
 
Alfredo De Girolamo Esperto ambientale, giornalista
Se si considera l’aumento del 180% di consumo di suolo dagli anni ’50 ad oggi, possiamo affermare che la superficie naturale in Italia si sta riducendo ogni anno, aumentando gli effetti negativi sul territorio, sull’ambiente e sul paesaggio.

Ispra, consumo di suolo inarrestabile: -14 ettari alÈ quanto emerge dall’edizione 2019 (su dati 2018) del rapporto sul consumo di suolo in Italia di ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente.
Nel 2018 sono stati consumati 14 ettari al giorno di suolo, con la copertura artificiale del suolo a livello nazionale arrivata al 7,74% - in media con il 7,75% del 2017 e il 7,73% del 2016 – per una stima assoluta di suolo consumato calcolata in 23.033 chilometri quadrati (in lieve discesa rispetto ai 23.062 nel 2017 ma sempre più dei 23.010 km quadrati del 2016) pari a un aumento del suolo nazionale totale dello 0,21% in un anno.
Per quanto concerne le regioni, il consumo del suolo si conferma in ben 15 regioni italiane superiore al 5%, con la Lombardia che per la prima volta supera il 13% (13,01%, era al 12,98% nel 2017), seguita dal 12,40% in Veneto (12,35% nel 2017), mentre la Campania con il 10,43% è la terza regione su scala nazionale e la prima del Mezzogiorno. Ribaltando invece la graduatoria è la Valle d’Aosta (2,92%) la regione che ne ha consumato meno, seguita da Basilicata (3,43%) e Sardegna (3,76%).

Su scala provinciale, quella di Monza Brianza si conferma quella con la percentuale di suolo artificiale più alta, con il 41%, seguita da Napoli (34%) e Milano (32%), mentre sotto la soglia del 3% restano appena quattro province: Aosta 2,92%, Nuoro 2,89%, Verbano-Cusio-Ossola 2,82% e Matera 2,71. Il Veneto è la regione con gli incrementi maggiori (+923 ettari), seguita da Lombardia (+633 ettari), Puglia (+425 ettari) ed Emilia-Romagna (+381 ettari) e Sicilia (+302 ettari).
Nelle città più grandi, con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, Roma con un incremento di superficie artificiale di 75 ettari, è il comune italiano con la maggiore trasformazione, seguito da Verona (33 ettari) e L’Aquila (28,8), mentre tra i comuni più piccoli stupisce Nogarole Rocca, in provincia di Verona, che con appena poco più di 3.500 abitanti, sfiora i 45 ettari di incremento di suolo. In sostanza, ISPRA ci conferma che purtroppo il fenomeno del consumo di suolo, pur rallentandosi, non si ferma. Una tendenza pericolosa, con conseguenze sulla qualità della vita dei cittadini, sugli ecosistemi urbani e sulla capacità di resilienza ai cambiamenti climatici.
Manca purtroppo nel nostro Paese una legislazione chiara, che fermi il consumo di nuovo suolo, favorisca recupero e riuso di immobili esistenti, che inizi anche ad affrontare il tema della demolizione di edifici non più utilizzabili e dei progetti di rinaturalizzazione di alcune aree urbane. Un impegno urgente per il Parlamento e il Governo.

Nessun commento:

Posta un commento