Fonti del Mise hanno riferito che il
leader M5s ha ricordato che dal 2014 ad oggi il gruppo ha ricevuto 27
milioni di euro di fondi pubblici, assicurando che "lo Stato si farà
rispettare" perché "si sono firmati accordi ben precisi".
F. Q. Incontro ad alta tensione al ministero dello Sviluppo tra
Luigi Di Maio, i sindacati e i manager di
Whirlpool, dopo che l’azienda
ha annunciato l’intenzione di vendere lo stabilimento di Napoli, nonostante un
accordo quadro con i
sindacati per il trasferimento della produzione di lavatrici in Italia. Secondo fonti sindacali l’ad di Whirlpool Italia,
Luigi La Murgia, ha spiegato: “Non vogliamo chiudere ma individuare
soluzioni per garantire posti di lavoro
sostenibili a lungo tempo. Oggi una soluzione non l’abbiamo”. Fonti del
ministero hanno riferito che il leader M5s ha ricordato che dal 2014 ad
oggi il gruppo ha ricevuto
27 milioni di euro di fondi pubblici, assicurando che “
lo Stato si farà rispettare” perché “si sono firmati
accordi ben precisi e state creando un precedente gravissimo. Dovete
rispettare
le Istituzioni e i lavoratori. Io sono e sempre sarò al loro fianco.
Siamo disposti a impegnarci ancora di più con l’azienda per trovare una
soluzione”. Secondo le stesse fonti il ministro avrebbe detto:
“Non si
prende per il culo lo stato italiano. Non con me, non con questo
governo”.
Intanto davanti al Mise erano in presidio circa 300 lavoratori
Whirlpool, mentre prosegue ormai da quattro giorni il sit-in dei
lavoratori in fabbrica. In Campania lavorano 430 operai.
Partiti questa
mattina con
otto bus da Napoli, i lavoratori
indossavano una maglietta bianca con la scritta ‘Whirlpool Napoli Non
Molla’. “Di Maio uno di noi”, è tra gli slogan più gettonati mentre tra i
cartelloni spicca quello che riproduce il testo dell’accordo del 2018
in cui si prevede un investimento complessivo di 250 milioni per il
triennio 2019 -2021 in attività di innovazione nei siti industriali
italiani.
“Ci aspettiamo che il Ministero chieda all’azienda di rispettare il
piano industriale firmato lo scorso 25 ottobre, sul quale la Whirlpool
si impegnava a investire 250 milioni in Italia di cui 80 a Napoli”, ha
detto la segretaria della Fiom Cgil,
Francesca Re David,
durante il presidio. “Noi ci aspettiamo che governo e ministero non si
facciano prendere a schiaffi e si pretenda il rispetto del piano perché,
se cosi non sarà, lo chiederanno i lavoratori. Non abbiamo nessuna
intenzione di accettare presunte vendite. Pretendiamo che il piano sia
rispettato perché il settore non è in crisi e siamo certi che se
vogliono andare via fa Napoli è per andare a produrre in
Polonia
piuttosto che in Ucraina”, ha aggiunto. Secondo Re David “chi firma un
piano industriale a ottobre e dopo pochi mesi comunica che se ne va,
sicuramente pensa che il governo non abbia voce in capitolo sulla
politica industriale del proprio Paese. Voglio sperare che il governo
non sapesse nulla prima”.
“Abbiamo apprezzato molto la decisione con cui il ministro Di Maio ha
chiesto a Whirlpool il rispetto degli accordi presi in sede
istituzionale il 25 ottobre 2018”, ha commentato
Gianluca Ficco, segretario nazionale
Uilm
responsabile dei settori auto e elettrodomestici, “e ha rammentato che
potrebbe essere chiesta la restituzione fino a un massimo di 16 milioni
di euro in passato ricevuti come incentivi nonché sbarrata la strada al
contratto di sviluppo che è stato chiesto dall’azienda nelle Marche.
Speriamo che una battaglia comune del sindacato e del Governo possa
salvare lo stabilimento di Napoli e più in generale la presenza di
Whirlpool in Italia”. “Whirlpool – spiega il sindacalista – non solo
minaccia di chiudere Napoli, ma temiamo che stia venendo
progressivamente meno ai suoi impegni anche altrove, ad esempio a
Siena dove ancora non si vedono le azioni necessarie a incrementare i volumi produttivi e a
Fabriano dove si stanno delocalizzando numerose funzioni di staff. Oggi la Direzione aziendale è stata molto
ambigua,
ma le sue piuttosto che aperture sono sembrate meri eufemismi, ad
esempio quando ha parlato di ‘riconversione’, anziché di chiusura, o
quando ha detto di essere intenzionata a cercare ‘soluzioni’, senza però
specificare quali possano essere”.
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