Indagini - tra Lombardia,
Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Campania - che sono la prosecuzione
di un’altra inchiesta per la quale a febbraio erano stati arrestati in
15 e che era partita dall’incendio del deposito rifiuti di via
Chiasserini del 14 ottobre 2018, da cui si era sollevata una colonna di
fumo visibile dal centro della città.
Era una
“organizzazione di tipo imprenditoriale, dedita
in modo continuativo all’attività di cessione, ricezione, trasporto e
stoccaggio di rifiuti” quella scoperta dalle iniziali indagini della
Procura di Torino poi trasmesse a Milano e che hanno portato a
20 arresti da parte del Noe di Milano (12 in carcere e 8 ai domiciliari) e che ruota attorno alla
Winsystemgroup
e al suo “dominus” Massimo Sanfilippo. Indagini – tra Lombardia,
Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Campania – che sono la prosecuzione di
un’altra inchiesta per la quale a febbraio erano stati arrestati in 15 e
che era partita dall’
incendio del deposito rifiuti di via Chiasserini a Milano del 14 ottobre 2018, da cui si era sollevata una colonna di fumo visibile dal centro della città.
A parlare di “organizzazione di tipo imprenditoriale” è stato il gip
di Milano Giusy Barbara nell’ordinanza di custodia cautelare nella
quale ricostruisce il nuovo capitolo di un “
articolato sistema criminale,
che vede i produttori di rifiuti conferirli ad aziende (…) formalmente
munite di autorizzazioni al loro trattamento, ma in realtà operanti in
un regime di illegalità”. Tali società, secondo la ricostruzione del
giudice, avrebbero “reperito, tramite intermediari,
capannoni industriali“, poi “
stipati di rifiuti senza alcuna autorizzazione
(…) e precauzione per la salute e l’incolumità pubblica”. Inoltre, si
legge nel provvedimento, la movimentazione dei rifiuti sarebbe stata
“affidata a operai extracomunitari, assunti in nero e disponibili a
svolgere l’attività illegale per un compenso orario modesto”.
La cifra dei profitti incassati in pochi mesi con il vasto traffico
illecito di rifiuti, provenienti in particolare dalla Campania e gestiti
in discariche abusive in Lombardia e Veneto, ha un valore di un milione
di euro. I rifiuti venivano illegalmente stoccati nei capannoni di
Pontevico, Gessate, Torbole Casaglia, Tabellano, Verona, Meleti.
Sette le discariche sequestrate negli ultimi mesi ed è stato disposto
un sequestro di quasi 400mila euro. Agli indagati a vario titolo vengono
contestati il traffico illecito di rifiuti, realizzazione di discariche
abusive e intestazione fittizia di beni. Per gli inquirenti sarebbero
stati smaltiti illecitamente circa 10.000 tonnellate di rifiuti
provenienti dalla Campania e da vari impianti del Nord Italia.
Come quelli del deposito in via Chiasserini a Milano che “emanavano un
odore incredibile, c’erano dei topi – come raccontato in un
interrogatorio da .Sanfilippo – Ho accettato di ricevere questo carico –
si legge nel verbale riportato nell’ordinanza del gip Giusi Barbara –
ma quando il camion è arrivato ho verificato che i rifiuti erano diversi
da quelli che si era impegnato a conferirmi (un’azienda di Napoli, ndr)
ed emanavano un odore incredibile, c’erano dei topi e quindi ho detto
all’autista di riportarsi via quella roba (…)
Quella roba lì l’ho vista tempo dopo in via Chiasserini“.
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