lunedì 24 novembre 2014

Prevenzione o persecuzione?

legalizziamolacanapa
Occupandomi di “canapa” è mia abitudine dare un occhiata veloce ad ogni articolo che riguarda questa pianta miracolosa: dalle nuove scoperte in campo medico, a quelle che riguardano l’impiego di canapa per la realizzazione di materiali innovativi ed ecologici.
Leggo anche gli articoli che riguardano gli arresti e le denunce e stamattina, tra le cose più bizzarre che mi sia mai capitato di leggere ho trovato questo: “Un sedicenne è stato denunciato dai carabinieri che gli hanno scoperto sul telefono cellulare foto di piante di marijuana. Il fatto è avvenuto ieri pomeriggio in Val Polcevera, nell’entroterra genovese. I carabinieri della stazione di Campomorone, al termine di accertamenti, hanno deferito in stato di libertà per ”detenzione ai fini di spaccio” il giovane, uno studente, abitante a Ceranesi, trovato in possesso di un tritaerba con evidenti tracce di marijuana e di un telefono cellulare contenente numerosi filmati e fotografie che, secondo i militari, comprovano il possesso e la coltivazione di marijuana. Il materiale è stato sequestrato”. (Fonte ADUC)

Sinceramente, il primo istinto è stato quello di uscire di casa, munito di macchina fotografica ed andare in un armeria e chiedere gentilmente al proprietario di prestarmi un fucile di grosso calibro per scattare delle foto. Potrei persino chiedere a qualcuno di posare con me, mentre fingo di colpirlo violentemente. Tutto ciò, farebbe di me un “presupposto” criminale? Se venissi trovato in possesso di certe immagini, sarei denunciato per possesso illegale di armi e per percosse? E, se dopo aver scattato le foto, acquistassi una fondina porta-pistola, sarebbe la prova definitiva di un possesso illegale di un’arma?
Il ragazzo aveva delle foto di piante di canapa che, probabilmente, sono già andate letteralmente in “fumo” e, quindi, non sapremo mai se sono servite per l’uso personale o per spaccio, se erano state coltivate da lui o erano di amici. Quelle piante potrebbero addirittura essere finte.
Posseggo decine, se non centinaia di foto in cui mi trovo accanto a piante di canapa. Spessissimo le foto riguardano coltivazioni in Olanda, in Spagna, in Svizzera. In Italia ho foto che mi ritraggono in campi di canapa coltivati a fini alimentari (coltivazioni autorizzate di varietà di cannabis sativa certificate, senza THC).
Di grinder sporchi ne ho avuti almeno quattro per ogni viaggio in Olanda, dato che non ne porto dall’Italia, ma li riporto a casa come souvenir da regalare agli amici.
Inoltre, volendo fare un paragone, Rita Bernardini, presidente dell’Associazione di pazienti LapianTiamo, posta da circa due anni immagini delle sue piante, ed io personalmente ho scritto commenti sotto quelle foto per darle consigli al fine di migliorare la coltivazione finalizzata alla disubbidienza civile, ma come abbiamo sempre affermato, secondo il persistente regime medievale, al rogo ci vanno i contadini e gli artigiani, ma Rita Bernardini, al rogo non ce la manderanno mai,nonostante le sue richieste e ci piacerebbe, a questo punto che, quantomeno, formulasse una interrogazione parlamentare per chiedere spiegazioni circa questo diverso metodo di valutazione del presupposto pericolo sociale.
La santa inquisizione non è mai morta …purtroppo! E sembra proprio che ancora basti accudire un gatto nero per finire sul rogo!
E’ ora che i nostri rappresentanti politici impongano una seria rivalutazione delle attuali leggi che, con la pretesa di vietare, continuano a creare disastri senza limitare minimamente il danno.
Se, invece, a qualche lobby (economica o ideologica) serve la scusa per perseguitare una minoranza, per creare un capro espiatorio, per distrarre la popolazione, per mantenere stati di discriminazione ed emarginazione, piuttosto che affrontare problemi reali, allora si capiscono benissimo certi episodi e la palese ostinazione a non voler risolvere un problema che, ormai, in diversi Paesi del mondo ha invece trovato una intelligente e civile soluzione.
Giuseppe Nicosia – ASCIA

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