mercoledì 22 ottobre 2014

Ma davvero la Cgil manifesta contro l'Art. 18? I dubbi Usb sulla lettera di Camusso agli iscritti.

Nella lettera agli iscritti la leader della Cgil Susanna Camusso sintetizza in 4 punti le proposte della Cgil sul lavoro.

controlacrisi.org fabrizio salvatori
I primi due riguardano un piano straordinario per l'occupazione finanziato da uno spostamento della tassazione sulle grandi ricchezze, e la riforma per ammortizzatori sociali universali. Ma al punto tre troviamo la riforma dello Statuto dei Lavoratori per estendere diritti e tutele universali a tutti; e un non meglio identificato “contratto indeterminato a tutele crescenti”, che si dice sia “per favorire il lavoro a tempo indeterminato e sicuro, cancellando le forme contrattuali precarie che si sono moltiplicate fino a 46 forme di assunzione”. Che cosa è il “contratto indeterminato”?

Sulla interpretazione di questo misterioso passaggio si esercita Maurizio Scarpa, sindacalista di lungo corso in Cgil da pochi mesi approdato in Usb.

“Sono rimasto stupefatto che al punto 4 si proponga, con addirittura la stessa terminologia, ciò che Renzi propone nel Job Act "l'istituzione di un contratto indeterminato a tutele crescenti". Pur volendo sorvolare sull' "italiano" utilizzato per esprimere il concetto, contiinua Scarpa, dato che "un contratto indeterminato" è ció che da sempre sognano i padroni, e neppure la fantasia di Renzi ha potuto tanto. Ma supponiamo, (aspettiamo conferme), che la dirigente Cgil volesse dire "contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti" a questo punto ci domandiamo: contro cosa manifesta la Cgil? il Job act di Renzi recita testualmente: "Previsione per le nuove assunzioni del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità". Dato che le parole in Cgil pesano come macigni e questo testo, prima di uscire sarà stato letto da parecchi dirigenti, appare chiaro che l'averlo inserito così platealmente nella lettera agli iscritti, è un chiaro messaggio di disponibilità a trattare sull'argomento. Eppure, nel dibattito mediatico - dato che nel testo della proposta di legge non viene mai citato l'articolo 18 - questo è stato usato come dimostrazione della sua cancellazione. Il testo della lettera di Camusso da cui traggo le mie citazioni è allegato e tutti possono verificare ciò che dico. Il testo di Renzi è di dominio pubblico. Inoltre non tranquillizza neppure il punto tre, dove si parla di estensione dello statuto dei lavoratori a tutto il mondo del lavoro. Non si chiede la cancellazione delle norme introdotte dalla Fornero. Chiedere oggi tout court l'estensione dello statuto (si noti non si cita l’art. 18, nè si parla di reintegro) vuol dire poco, in quanto avendo oggi l'art 18 come giusta causa anche la motivazione economica e per il reintegro la manifesta infondatezza del licenziamento, significa non cambiare molto al situazione di chi opera nelle piccole aziende. Inoltre, lasciare la riforma Fornero vuol dire accettare la drastica riduzione della tutela dell'art. 18 per gli otto milioni di lavoratori che ne godevano un tempo dei benefici.

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