Solo 20 dollari per pulirsi la coscienza: molti pagano, ed è l'inizio del disastro.
Miramax, casa di produzione e distribuzione cinematografica cui si devono diversi successi, ha dichiarato guerra ai pirati.
Per portare avanti la propria battaglia ha assoldato Rightscorp, azienda già nota per la famigerata "minimulta" da 20 dollari che commina ai cosiddetti pirati.
Di recente Miramax, attraverso Rightscorp, ha iniziato a prendere di mira chi ha scaricato il film Kill Bill, facendo arrivare loro le minimulte.
Per raggiungere i pirati, Rightscorp raccoglie gli indirizzi IP dei condivisori (setacciando la rete e i tracker come The Pirate Bay) e poi si rivolge agli ISP per ottenere gli indirizzi email dei titolari degli abbonamenti.
Migliaia di persone, a sentire l'azienda, hanno già pagato; ma il bello è che i destinatari delle multe potrebbero tranquillamente ignorare le ingiunzioni di pagamento poiché i metodi adoperati non riescono a provare l'identità del pirata, ma possono soltanto servire per dire che qualcuno da quell'indirizzo IP un giorno ha scaricato un dato file.
Tuttavia, l'arrivo dell'ingiunzione spesso riesce a spaventare gli intestatari degli abbonamenti a Internet e 20 dollari sembrano una cifra irrisoria per chiudere sul nascere una questione che in caso di mancato pagamento potrebbe, a leggere i messaggi inviati da Rightscorp, adire le vie legali.
È per questa sorta di terrorismo psicologico che molti cedono - sebbene il numero esatto non sia mai stato rivelato - e in seguito, però, si trovano a dover continuare a sborsare: dopo il primo pagamento, e dopo aver quindi palesato la propria identità, Rightscorp "si accorge" che gli auto-dichiarati pirati hanno commesso molte altre infrazioni, da saldare con 20 dollari ciascuna.
Così, se qualcuno abbocca e paga la minima cifra iniziale perché accusato di aver scaricato una canzone, poco dopo si trova a dover pagare per l'intero album e per chissà quali altri contenuti scaricati; a quel punto è difficile tirarsi indietro, perché ci si è messi nei guai con le proprie mani.
E mentre la caccia ai pirati continua, questo particolare modo di raggranellare denaro sembra tornare sempre più utile alle case cinematografiche, che non stanno affrontando un periodo d'oro.
Miramax stessa, per esempio, che è approdata in Borsa alla fine del 2013, ha visto il proprio valore continuare a calare sin dai primi mesi di quest'anno; viene il sospetto che sguinzagliare Rightscorp sia un modo per fare cassa in un momento in cui la situazione non è buona, un po' come le multe di velocità per certi Comuni con pochi scrupoli.
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