Con la missiva, che partirà in giornata, l'esecutivo europeo metterà in guardia Roma contro il rischio di violare le regole comunitarie. Il premier Renzi, in Senato per le comunicazioni sul Consiglio Ue in programma il 23 e il 24 ottobre, professa tranquillità: è tutto "naturale".
Bruxelles vuole da Roma chiarimenti sulle coperture e sulle riforme. Mentre ancora il testo della legge di Stabilità non è stato reso noto, nella lettera che nelle prossime ore invierà all’Italia la Commissione Ue chiederà al governo delucidazioni non solo sull’ampiezza dell’aggiustamento strutturale dei conti ma anche sulle coperture e le riforme previste. Con la missiva, che partirà in giornata, l’esecutivo europeo metterà in guardia Roma contro il rischio di violare le regole comunitarie.Ieri Jyrki Katainen tracciava i contorni delle trattative che proseguono da giorni: i suoi servizi “sono in contatto con le autorità italiane per avere dei chiarimenti su alcuni dati”, spiegava il commissario agli Affari economici. In base alle indiscrezioni circolate in queste ore, il finlandese avrebbe una posizione più morbida rispetto al presidente uscente della Commissione, José Manuel Barroso, che vorrebbe dall’Italia maggiori sforzi sull’aggiustamento strutturale, pari ad almeno lo 0,5%, laddove il governo ha invece indicato lo 0,1%. A Katainen potrebbe andare invece bene la riserva messa da parte dallo stesso governo in caso di rilievi Ue, che porterebbe lo sforzo a circa lo 0,3%. Secondo ilFinancial Times, la Commissione avrebbe pronte “richieste formali” di dettagli a Italia, Francia, Austria, Malta e Slovenia.
Matteo Renzi professa tranquillità. ”In queste ore a fronte di rilievi sempre fatti rispetto alla legge di stabilità si dice ‘arriva la lettera della Ue’, cosa che fa evocare chissà quali procedure, messaggi o minacce“, spiega il premier nell’Aula del Senato parlando del Consiglio Ue in programma il 23 e il 24 ottobre. Ma tutto questo “è naturale“, come è “naturale che l’Italia sia protagonista con la propria voce” senza “diktat esterni“. Il premier difende la posizione dell’Italia nei confronti di Bruxelles: “Quando andiamo ai Consigli europei non siamo degli osservati speciali che hanno dell’Europa l’immagine di una maestra severa e arcigna, che ci spiega cosa fare. Ma siamo un Paese che dovendo svolgere un percorso di riflessione su se stesso e lo sta facendo perché lo ha deciso”.
Intanto, però, a 7 giorni dal Cdm che lo ha varato, il testo del disegno di legge di Stabilità 2015 non si è ancora visto. ”Il testo, corredato di relazione illustrativa è stato presentato dal Ministero dell’economia e delle Finanze al Consiglio dei ministri che lo ha discusso il 15 ottobre, approvandolo salvo ulteriore affinamento tecnico”, si legge in una nota diramata martedì sera dal ministero del Tesoro, che ha così ammesso una volta per tutte che il testo approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì 15 era tutt’altro che definitivo. Smentendo, tra l’altro, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che subito dopo il Cdm aveva promesso la diffusione del documento “nelle prossime ore, già stasera”, mentre il premier Renzi era stato leggermente più cauto parlando di “domani mattina”.
Martedì sera un nuovo mistero: il ddl è arrivato al Quirinale “in attesa di bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato”, si legge in una nota del Colle, che commentava con freddezza l’irritualità del fatto. Riassumendo: il testo della legge di Stabilità, di cui al momento si conoscono i contenuti solo per sommi capi, è arrivato sulla scrivania di Giorgio Napolitano senza che la Ragionera Generale dello Stato lo abbia ancora vistato e vidimato. “Sono attualmente in fase di completamento la relazione tecnica e le tabelle di accompagnamento – scrive ancora il Tesoro – in attesa della bollinatura, prevista per domani (mercoledì, ndr), l’articolato legislativo è stato anticipato al Quirinale“. Dove, nonostante la sua incompletezza, sarà “oggetto di un attento esame” da parte del presidente della Repubblica.
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