venerdì 7 giugno 2013

Quirico è vivo, chiama la moglie dopo 2 mesi di silenzio


Il giornalista italiano Domenico Quirico de La Stampa, che e' vivo e ha telefonato oggi alla moglie, era sparito da due mesi in un vero e proprio 'buco nero' della Siria in guerra. Con una lunga esperienza in teatri di guerra e scenari ad altissimo rischio, Quirico sembrava esser stato risucchiato nella regione tra Homs e Damasco. Fonti citate dal quotidiano La Repubblica affermano che Quirico ha chiamato da Qusayr, cittadina roccaforte dell'insurrezione a ridosso del confine libanese e a sud-ovest di Homs. Qusayr e' stata espugnata ieri mattina dalle forze del regime del presidente Bashar al Assad forti del determinante sostegno delle milizie libanesi di Hezbollah.
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Domenico Quirico Ma la presenza dell'inviato de La Stampa a Qusayr non e' confermata da nessuna fonte ufficiale. Le informazioni rese note da La Stampa dalla fine di aprile si erano limitate a dire che Quirico era entrato in Siria all'inizio di quel mese dalla frontiera libanese. Altre fonti ben informate avevano in seguito affermato che il giornalista italiano aveva passato il confine con lo storico e arabista belga Pierre Piccinin. Piccinin in passato aveva gia' accompagnato Quirico nel nord della Siria e risulta anch'egli scomparso dall'inizio di aprile.

Quirico non era entrato con visto concesso dal regime di Damasco, ma era dovuto passare tramite i valichi informali tra i due Paesi, controllati da contrabbandieri ma ormai anche da milizie non sempre organiche col variegato fronte dei ribelli locali che lottano contro il presidente Bashar al Assad. Dall'inizio di aprile, le regioni siriane confinanti con Libano sono punteggiate da teatri di battaglia, in cui sono coinvolti anche miliziani libanesi di Hezbollah. L'unico corridoio aperto e - in teoria - sicuro rimaneva allora quello tra Homs e Damasco, in particolare il valico Aarsal-Yabrud.


In questa zona il confine non e' demarcato ma e' segnato dal declivio dell'Antilibano, che a est scende verso Yabrud. Nei mesi scorsi, i ribelli siriani avevano gradualmente scalzato dal territorio il gia' debole controllo delle forze governative di Damasco, rendendo Yabrud e il suo entroterra una zona di nessuno, solo in parte dominata dagli insorti. Yabrud e' salita agli onori della cronaca nelle settimane passate per esser stato il rifugio di alcune bande di criminali dediti al rapimento a fini di estorsione.

Alcuni libanesi sono stati di recente liberati dopo che i loro cari hanno pagato un riscatto al termine di estenuanti trattative tra i notabili di Aarsal e quelli di Yabrud. Sulle sue pendici, si aprono aspri territori di montagna desertica interrotti dagli unici due villaggi - Ras Maarra e Falita - di questo Aspromonte siriano. Sempre dalla zona di Yabrud sembra provenissero i rapitori di Paul Wood, inviato di Bbc ed esperto di teatri di guerra.

Circa due mesi fa Wood e un suo collega erano rimasti per due settimane prigionieri di una banda locale che si apprestava a chiedere il riscatto. Wood e il suo collega erano poi riusciti fortunosamente a fuggire. E dalla stessa zona tra Homs e Damasco risale l'ultimo avvistamento di Austin Tice, reporter freelance americano scomparso quasi un anno fa. Apparso in un video amatoriale bendato e condotto a piedi su delle rupi di montagna, Tice e' stato molto probabilmente catturato da milizie pro-regime, secondo quanto affermano fonti vicine alla famiglia.

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