venerdì 28 giugno 2013

Tutti spiati, da anni: l’impero ci controlla perché ci teme


Edward SnowdenCi spiano da anni, a tappeto, perché hanno paura di noi. Guerra infinita asimmetrica, disinformazione martellante, crisieconomica della globalizzazione e ingiustizie planetarie, dagli schiavi del Bangladesh che lavorano a un dollaro al giorno per le multinazionali occidentali, fino all’infamia catastrofica dell’austerity europea, organizzata a tavolino dai boss della finanza. Se mai qualcuno dovesse davvero provare a ribellarsi, “loro” ne sarebbero informati per tempo: controllano ogni telefonata, ogni e-mail, tutte le chat sui social network, persino le semplici ricerche su Internet. Ovviamente, mentono: «Non si può avere il 100% della sicurezza e il 100% della privacy», bela il presidente Obama, colto con le mani nel sacco dall’ex analista della Cia, Edward Snowden, la “talpa” che ha messo in piazza lo scandalo. «Quando ti rendi conto che il mondo che hai aiutato a creare sarà peggiore per la prossima generazione e per le successive, e si allargano le capacità di questa architettura di oppressione – ha detto Snowden – capisci che è necessario accettare qualsiasi rischio. Senza curarti delle conseguenze».
Già tecnico della Cia, il giovane informatico – appena 29 anni – ultimamente lavorava per un’impresa privata, la Booz Allen Hamilton, che ha appaltati dall’onnipotente Nsa, la Us National Security Agency. Al “Guardian” e al “Washington Post”, Snowden ha rivelato l’esistenza di programmi segreti che permettono la sorveglianza delle comunicazioni di milioni di cittadini da parte del governo degli Stati Uniti. Così adesso i sospetti sono diventati verità ufficiale, scrive Ignacio Ramonet, direttore dell’edizione in lingua spagnola di “Le Monde Diplomatique”: ormai siamo entrati nell’era orwelliana del Grande Fratello, dopo il “Patriot Act” col quale gli Usa – col pretesto della sicurezza, all’indomani della oscura tragedia dell’11 settembre 2001 – hanno sistematizzato lo spionaggio di massa. Il primo programma è entrato in funzione cinque anni dopo, nel 2006: a insaputa degli utenti, controlla tutte le telefonate effettuate tramite la compagnia Verizon all’interno degli Stati Uniti e verso l’estero. Due anni dopo ecco “Prism”, che dal 2008 raccoglie tutti i dati trasmessi via Internet (e-mail, foto, video, chat, social network, carte di credito), ufficialmente “da parte di stranieri che risiedono al di fuori degli territorio degli Stati Uniti”.
Entrambi i programmi, aggiunge Ramonet, sono stati approvati in segreto dal Congresso Usa, che era stato tenuto, come ammette Obama, «costantemente informato» circa il loro sviluppo. La pentola è stata scoperchiata solo ora: grazie a Snowden, si scopre che il tribunale di sorveglianza sull’intelligence all’estero ha ordinato alla compagnia telefonica Verizon di consegnare alla Nsa il registro di decine di milioni di chiamate dei suoi clienti, individuando la durata e la destinazione delle conversazioni. Sempre “Guardian” e “Washington Post” rivelano che “Prism” contente ad Nsa e Fbi ad accedere ai server delle nove principali aziende di Internet: Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, YouTube e Apple. In pratica, tutti tranne Twitter. “Prism”, spiega Ramonet, è così diventato lo strumento più utile, per la Nsa, al momento di preparare i rapporti quotidiani destinati al presidente Obama, che ormai chiede a Nsa, Cia e Fbi di stabilire una lista di paesi che potrebbero essere “cyberattaccati” da Washington. Solo nel marzo scorso, attraverso un altro programma che Obama investito dallo scandalo DataGatepermette di classificare dati provenienti dall’estero, la Nsa ha raccolto 3 miliardi di informazioni emesse da computer negli Stati Uniti.
«La Nsa – spiega Snowden – ha costruito una infrastruttura che le permette di intercettare praticamente qualsiasi tipo di comunicazione: con queste tecniche, la maggior parte delle comunicazioni umane viene immagazzinata per servire a un certo momento per uno scopo specifico». La National Security Agency, con quartier generale a Fort Meade nel Maryland, è la più importante e la più sconosciuta agenzia di intelligence degli Stati Uniti. «E’ così segreta che la maggior parte degli americani ignora la sua esistenza», osserva Ramonet. L’Nsa «controlla la maggior parte del bilancio destinato ai servizi segreti, e produce più di 50 tonnellate di materiale classificato, o segreto, ogni giorno». E’ proprio la Nsa – non la Cia – a possedere e gestire la maggior parte dei sistemi statunitensi di raccolta segreta di materiale di intelligence, «da una rete satellitare globale a decine di postazioni di ascolto, migliaia di computer e le enormi foreste di antenne situate sulle colline della West Virginia». Precedenti storici: durante la guerra delle Falkland-Malvinas, nel 1982, la Nsa decifrò il codice segreto dei Wayne Madsenservizi argentini, trasmettendo agli inglesi informazioni decisive.
«Tutto il sistema di intercettazione della Nsa – aggiunge Ramonet – può captare discretamente qualsiasi e-mail, qualsiasi ricerca su Internet o conversazione telefonica internazionale: l’insieme totale delle comunicazioni intercettate e decifrate dalla Nsa è la principale fonte di informazione clandestina del governo degli Stati Uniti». Un ex agente “pentito” della Nsa, Wayne Madsen, denunciò il ruolo occulto dell’agenzia nell’ambito delle incredibili violenze al G8 di Genova del 2001, coi black bloc lasciati liberi di devastare la città senza correre il rischio di essere intercettati dalla polizia, né tantomeno dai 700 agenti dell’Fbi disseminati lungo le vie del capoluogo ligure. Secondo Madsen, la National Security Agency sapeva esattamente, con largo anticipo, chi sarebbe giunto a Genova, da dove e con quali intenzioni. “Qualcuno”, conferma il generale Fabio Mini, già comandante delle forze Nato in Kosovo, sapeva come “proteggere” l’ingresso in Italia di militanti “estremisti”, per poi – compiuta G8, terrore a Genova nel 2001l’operazione – garantirne la “fuga” in perfetta sicurezza.
Rivelazioni affidate a libri-denuncia come “G8 Gate”, di Franco Fracassi, e che oggi – all’indomani dello scandalo mondiale innescato da Snowden – assumono una luce decisamente sinistra. Tanto più che la Nsa, spiega Ramonet, lavora a stretto contatto con il misterioso sistema “Echelon”. «Creato in segreto, dopo la seconda guerra mondiale, da cinque potenze – i “cinque occhi” anglosassoni: Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda – “Echelon” è un sistema orwelliano di sorveglianza globale che si estende in tutto il mondo ed è orientato verso i satelliti utilizzati per trasmettere la maggior parte delle telefonate, delle comunicazioni Internet, delle e-mail e dei social network». “Echelon” può captare fino a due milioni di conversazioni al minuto. «La sua missione clandestina è lo spionaggio di governi, partiti politici, organizzazioni e imprese. Sei basi in tutto il mondo raccolgono le informazioni e intercettano indiscriminatamente enormi quantità di comunicazioni che i supercomputer della Nsa successivamente esaminano attraverso l’introduzione di parole chiave in diverse lingue».
Nell’ambito di “Echelon”, i servizi segreti Usa hanno stabilito una lunga collaborazione segreta con quelli britannici. «E ora abbiamo saputo, grazie a nuove rivelazioni di Edward Snowden, che l’intelligence britannica si è anche inserita clandestinamente sui cavi in fibra ottica, ciò che le ha permesso di spiare le comunicazioni delle delegazioni che hanno partecipato al vertice del G20 a Londra nell’aprile del 2009, senza distinzioni tra amici e nemici». E grazie a un altro programma, “Tempora”, sempre i servizi britannici «non esitano a memorizzare enormi quantità di informazioni ottenute illegalmente: ad esempio, nel 2012 hanno maneggiato circa 600 milioni di “eventi telefonici” al giorno e si sono collegati in perfetta illegalità La sede della Nsa, cuore dell'intelligence Usaad oltre 200 cavi». Ogni cavo trasporta 10 gigabytes al secondo. «In teoria, potrebbero “processare” 10 petabytes al giorno, l’equivalente dell’inviare tutte le informazioni contenute nella British Library 192 volte al giorno».
Secondo i servizi di intelligence, gli utenti Internet in tutto il mondo sono già più di due miliardi, e quasi un miliardo di persone usa regolarmente Facebook. «Così si sono fissati come obiettivo, trasgredendo a leggi e a principi etici, il controllo di tutto ciò che viaggia su Internet». E ci stanno riuscendo: «Stiamo cominciando a dominare Internet – ha confessato una spia inglese – e la nostra attuale capacità è abbastanza impressionante». Per migliorare ulteriormente la conoscenza di Internet, l’agenzia britannica Gghc (Government Communications Headquarters) ha recentemente lanciato due nuovi programmi: “Mastering The Internet” (Mti) su come dominare Internet, e “Interception Modernisation Programme” per uno sfruttamento orwelliano delle telecomunicazioni globali. «Secondo Edward Snowden – scrive Ramonet – Londra e Washington già accumulano, tutti i giorni, una quantità astronomica di dati intercettati clandestinamente attraverso le reti mondiali di fibra ottica. Entrambi i paesi destinano in totale circa 550 specialisti Ignacio Ramonetall’analisi di questa informazione».

Miliardi di chiamate telefoniche, messaggi elettronici, dati sulle visite a Internet vengono accumulati senza che i cittadini lo sappiano, con il pretesto di migliorare la sicurezza e combattere il terrorismo e la criminalità organizzata. Obama «sta abusando del suo potere e sta sottraendo libertà a tutti i cittadini del mondo»,accusa Ramonet. «Io non voglio vivere in una società che permette questo tipo di azioni», ha dichiarato Edward Snowden quando ha deciso di fare le sue rivelazioni scioccanti. Lo ha fatto – non a caso – proprio quando è iniziato il processo contro il soldato Bradley Manning, accusato di aver rivelato segreti a “Wikileaks”. Snowden, Manning, Assange: «Sono paladini della libertà di espressione, che lottano per la salute della democrazia e gli interessi di tutti i cittadini del pianeta». Oggi sono accusati e perseguitati dal Grande Fratello statunitense: che si fida così poco di tutti noi, da spiarci a tappeto. Con buona pace del mainstream, la fabbrica quotidiana di disinformazione che oscura sistematicamente gli “eretici” e, quando proprio non può evitare di parlarne, li taccia di “complottismo”.

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