Viterbo - Scadono i termini per il via ai dearsenificatori dove la concentrazione supera i 20 mg al litro - Pericolo di rimanere senz'acqua.
Arsenico, dal primo luglio rischio chiusura rubinetti.
Un problema che riguarda molte persone, una parte a Viterbo e comuni come Civita Castellana e Canepina.
La scadenza era al 31 dicembre 2012, ma il termine di garanzia è al 30 giugno. Passata domenica, i gestori non sanno a quale santo votarsi. Chiudere i rubinetti, ovvero interrompere un servizio di pubblica utilità con conseguenze inimmaginabili sulla popolazione o continuare a erogare l’acqua, con la certezza quasi matematica d’incorrere in sanzioni?
Il silenzio non aiuta, qualcuno dovrà prendere una decisione. Nella fattispecie è la Asl chiamata a decidere in materia. Lo prevede il decreto legislativo 31 del 2001: “Sia che si verifichi, sia che non si verifichi un superamento dei valori di parametro recita l’articolo 10 – qualora la fornitura di acque destinate al consumo umano rappresenti un potenziale pericolo per la salute umana, l’azienda unità sanitaria locale informa l’autorità d’ambito, affinchè la fornitura sia vietata o sia limitato l’uso delle acque ovvero siano adottati altri idonei provvedimenti a tutela della salute, tenendo conto dei rischi per la salute umana che sarebbero provocati da un’interruzione dell’approvvigionamento o da un uso limitato delle acque destinate al consumo umano”.
Dando per scontato che entro lunedì partiranno altri dearsenificatori oltre a quei pochi già in funzione, la soluzione passa per l’azienda sanitaria.
Le date per il completamento degli impianti, seppure non manchi molto, continuano a slittare.
“Chiudere i rubinetti – spiega il presidente Talete Marco Fedele – equivale a interrompere un servizio pubblico, con conseguenze gravi per la popolazione ed è passibile di sanzioni, ma anche continuare l’erogazione è sanzionabile. Il punto è che il gestore non ha poteri per decidere cosa fare, deve avere indicazioni dagli organi competenti”.
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