martedì 18 giugno 2013

G8, la spina Siria per Barack Obama. Putin: "Le nostre posizioni non coincidono"

Il presidente americano parla davanti agli studenti di Belfast: "Sosterremo sempre chi sceglie la pace". Poi una fitta agenda di incontri bilaterali, da Letta al capo del Cremlino. Ma da Mosca arriva ancora il rifiuto all'ipotesi di una no-fly zone: "Ora portare le due parti in conflitto al tavolo dei negoziati".


"L'opinione sulla Siria non coincide con quella di Obama", ha detto Putin, al termine del bilaterale con il presidente Usa. Washington venerdì scorso aveva infatti annunciato di essere pronta ad armare i ribelli che combattono il regime di Bashar al Assad, alleato numero uno di Mosca nel mondo arabo. Una decisione che, mentre dal fronte di guerra continuano ad arrivare notizie drammatiche, complica ulteriormente la delicata politica dell'incontro e che ha spinto la Russia a bollare e come "non convincenti"
le presunte prove di Washington che Damasco avrebbe varcato la "linea rossa" usando armi chimiche sui ribelli.

Putin ha assicurato che sia Mosca che Washington vogliono fermare le violenza in Siria e portare le due parti in conflitto al tavolo dei negoziati. Ma sono soprattutto gli Usa a tentare di tener viva l'idea della conferenza di pace a Ginevra. In cambio vogliono un cambio di linea da Putin. Il presidente russo difficilmente cederà, anche alla luce delle vittorie militari delle forze del regime, sostenute da Hezbollah e dall'Iran. "Continuiamo a discutere con i russi se c'è il modo di mettere insieme elementi del regime e dell'opposizione per giungere a una soluzione politica. Non abbiamo illusioni che sia facile", ha ammesso Ben Rhodes, vice consigliere nazionale per la sicurezza Usa. E Obama ha annunciato di aver dato disposizioni a un team di lavorare per la riunione di pace, Ginevra 2. Ma gli interessi in comune tra le due potenze ci sono: che in Siria non si usino armi chimiche, s'interrompa la violenza e si raggiunga una soluzione politica.

Da Mosca oggi però è arrivato l'ennesimo avvertimento. La Russia, nella soluzione del conflitto siriano, "non vuole una ripetizione" di quanto accaduto in Libia, ha avvisato il portavoce del ministero degli Esteri Aleksandr Lukashevich, dopo che lo stesso ministro Sergey Lavrov aveva dichiarato che l'iniziativa di una no-fly zone sulla Siria "violerebbe il diritto internazionale".

Putin e Obama hanno parlato anche dell'Iran. Dopo il risultato delle elezioni iraniane, gli Usa confidano nella possibilità di un dialogo con Teheran. Entrambi i presidenti si sono detti pronti a lavorare con il nuovo presidente iraniano, Hassan Rohani, sulla spinosa questione nucleare. Obama ha aggiunto che Usa e Russia hanno il dovere comune di frenare la proliferazione nucleare. Anche la Corea del Nord, altro Paese che tiene in apprensione la comunità internazionale a causa del suo controverso programma nucleare, è stata un argomento affrontato in modo "produttivo".

Malgrado le premesse il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy si è detto oggi "fiducioso che il G8 permetterà di fare passi avanti sostanziali" sulla via di una soluzione politica per la Siria e "contribuirà a lanciare il processo di Ginevra 2 che tutti invochiamo". Van Rompuy è tornato quindi a sottolineare la necessità di "accelerare gli sforzi per una soluzione politica" alla crisi in Siria, sottolineando come l'iniziativa di Stati Uniti e Russia per il rilancio del processo di pace rappresenta "l'unica chance possibile".

Obama e Putin si incontreranno a Mosca nel mese di settembre per un vertice Usa-Russia, hanno annunciato i due capi di stato nel corso della conferenza stampa. Il vertice si terrà il 3.4 settembre a Mosca, subito prima del vertice del G20 che è in agenda per il 5-6 settembre a San Pietroburgo.

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