martedì 10 settembre 2024

La Russia è il futuro dell’Ucraina

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Esiste una narrazione ed esiste una realtà: filosoficamente parlando la realtà nel suo insieme è una narrazione umana del mondo in un determinato periodo che tuttavia ha un senso solo se ingloba le verità fattuali che si presentano. La contemporaneità occidentale invece si distingue per l’esistenza di una narrazione completamente slegata dai fatti, anzi in diretta antitesi con essi e diventa perciò stesso mera propaganda, un nulla che si insinua nelle menti e crea dissonanze cognitive. Niente lo dimostra meglio della vicenda ucraina: non sto parlando delle balle quotidiane sparate in sostituzione dei colpi di cannone che la Nato produce in quantità largamente insufficiente, ma di una realtà più generale che viene completamente ignorata, ovvero che l’Ucraina non potrà più esistere se non come territorio russo o terra di nessuno, se proprio si vuole dare credito alla fantasie bagnate dei guerrafondai globalisti.

Ciò che generalmente viene ignorato è che dopo Maidan il Paese, non solo ha visto un totale crollo economico, ma ha perso la metà dei suoi abitanti in età riproduttiva in parte uccisi in una guerra senza speranza per conto dell’Alleanza atlantica (il milione di morti non è più un’ipotesi lontana dalla realtà), in parte per la perdita di popolose regioni come il Donbass che non volevano saperne di dipendere da Kiev, in parte per la fuga della popolazione verso la Russia o l’Europa, fuga che continua ancora oggi nonostante il draconiano regime di Zelensky tenti di impedirlo in ogni modo. In parte, infine, per il crollo verticale delle nascite: il tasso di natalità per donna è sprofondato ormai da anni  a 0,71 (quello italiano che è uno dei più bassi del mondo è molto superiore: 1,24). Questo vu0l dire che entro  il 2100 non esisterà più una popolazione ucraina anche tenendo conto che lo spopolamento progressivo aumenta la propensione all’emigrazione, un fatto verificato in tremila anni di storia.

Dunque, a parte alcune propaggini occidentali del territorio che finiranno in mano a Polonia e forse Ungheria, il resto non avrà altra possibilità che quella di essere inglobato  dalla Russia, anche indipendentemente dalle vicende belliche. Tra l’altro, nonostante il lavaggio del cervello fatto da vent’anni a questa parte, la maggior parte degli ucraini sono in effetti russi e una volta eliminata la fonte della pervasiva propaganda ultranazionalista, non ci saranno più difficoltà a riconoscere questa realtà. Tutto ciò non ha minimamente sfiorato le menti di chi ha pensato e programmato la guerra e ha continuato ad essere ignorato anche quando sono svanite le speranze di un rapido crollo della Russia. In effetti la guerra continua su ordine dell’influente oligarchia americana che si è appropriata a suo tempo delle migliori risorse agricole e minerarie del Paese e ora fa di tutto per non perderle. Di certo essa non bada a perdite, sebbene proprio queste diminuiscano di giorno in giorno la possibilità di sopravvivenza dell’Ucraina, anche quale Paese fantoccio.

Fra qualche mese è molto probabile che dovremo assistere a una nuova ondata migratoria di ex nazisti e uomini di regime che prenderanno il largo proprio come accadde dopo la dissoluzione del Vietnam del Sud quando la spina dorsale del regime di Diem abbandonò il Paese per evitare la punizione per  l’immensa strage con la quale si era arricchita. Ma il grosso della popolazione rimanente potrà avere un futuro solo con la Russia con la quale condivide la lingua (l’ucraino imposto dopo Maidan è solo un dialetto della Galizia che pochi usavano realmente tanto che lo stesso comico Zelensky parlava in russo), la religione, oggi di fatto vietata dal regime, la cultura e la storia. In quel momento la sgangherata e triviale narrazione occidentale si rivelerà esattamente per ciò che è stata: un  incubo propagandista e un’integrale bugia.

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