Massimo Fini ha un bel dire
che devo scrivere editoriali più seri. Io ci provo, lo giuro.
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)
La Minzion d’Onore la merita ancora una volta il Pd: la Schlein aveva dato indicazione di opporsi alla dichiarazione di guerra alla Russia, infatti i suoi 21 sono riusciti ad approvarla in otto modi diversi. 1) La Picierno e la Gualmini votano Sì sia al paragrafo 8 sia alla risoluzione. 2) Benifei, Corrado, Decaro, Laureti, Ricci, Ruotolo, Zan e Zingaretti votano No al paragrafo e Sì alla risoluzione. 3) La Strada vota No al paragrafo e si astiene sulla risoluzione. 4) La Annunziata si astiene sul paragrafo e vota Sì alla risoluzione, poi rettifica a verbale la sua astensione precisando la sua contrarietà al paragrafo, ma non alla risoluzione che lo contiene. 5) Gori resta a Bergamo, ma fa sapere che, se fosse lì, voterebbe Sì al paragrafo e alla risoluzione. 6) Nardella non c’è. 7) Tarquinio non vota per “ragioni tecniche” sul paragrafo, ma è per il No, poi però si astiene alla risoluzione. 8) Bonaccini, Lupo, Maran, Moretti, Tinagli e Topo non partecipano al voto sul paragrafo togliendo la scheda dalla fessura, ma la rimettono per votare Sì alla risoluzione. Otto sfumature di Sì. Qualcuno, per differenziarsi meglio dagli altri con un surplus di originalità, aveva pensato di votare reggendosi su un piede solo, o camminare sulle mani e infilare la scheda con l’alluce destro, o incrociare le dita dietro la schiena e votare con la punta del naso, o indossando un berretto a sonagli o uno scolapasta, o imbracciando un fucile a tappo, o soffiando in una lingua di Menelik. Ma poi ha lasciato perdere, temendo di far troppo sfigurare l’ordinaria monotonia di 5 Stelle, Lega e Avs che, essendo contrari al paragrafo e alla risoluzione, hanno prosaicamente votato No all’uno e all’altra. Banali.
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