venerdì 27 settembre 2024

Inondazioni, castori e panzane

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Abbiamo assistito tutti alle ignobili giravolte dei politici locali dopo la seconda alluvione della Romagna: ancora una volta è emersa la vergognosa fuga dalle responsabilità per non aver fatto nulla o addirittura aggravato la situazione, ma tutto questo viene assolto con la formula magica “cambiamento climatico”. Qualcuno infatti mi dovrebbe spiegare perché se qualcuno crede davvero nel riscaldamento globale non dovrebbe fare poi nulla per affrontarne le conseguenze sulle reti idrografiche. Tuttavia questi “patacca” come si direbbe da quelle parti giusto per non dire manigoldi, non sono certo gli unici e nemmeno i più fantasiosi, cosa che non stupisce essendo per la stragrande maggioranza piddini adusi ormai alla recitazione collettiva del rosario globalista: la tattica di elusione coinvolge ogni angolo dell’Occidente e serve egregiamente sia a nascondere le magagne sia a rafforzare l’ipnosi collettiva. Del resto proprio il maltempo della scorsa settimana ha consigliato l’abominevole donna dei vaccini von der Leyen a creare una delega in Commissione per la “resilienza idrica” che non si capisce bene se riguardi i pannoloni o i fiumi, ma che certamente sarà utilizzata per nascondere i peccati di una gestione demenziale dell’ambiente.

Si sentono cose che nemmeno chi ha visto lacerarsi i bastioni di Orione può immaginare: in Polonia, dove pure ci sono stati straripamenti e inondazioni, il primo ministro Donald Tusk, ha chiesto un’azione decisa contro i castori, suggerendo l’idea che gli industriosi roditori siano in parte responsabili delle gravi inondazioni in tutto il Paese. Di fronte all’attonito comitato di crisi della città di Glogow mezza allagata, Tusk ha parlato brevemente delle cose da fare, senza ovviamente citare stanziamenti e fondi, ma si è dilungato invece sui poveri castori: “A volte, dobbiamo scegliere tra il nostro amore per gli animali e la sicurezza delle città, dei villaggi e l’integrità delle dighe”.

Questo fa comprendere che probabilmente anche in Polonia le balle climatiche finiranno per costruire una nuova strada di drenaggio di denaro dalle tasche dei cittadini alle istituzioni finanziarie, come accade in tantissimi casi dentro questa totale follia: lo prova l’intenzione dello sgoverno italiano di obbligare le persone ad assicurarsi contro le catastrofi naturali le cui conseguenze derivano spesso dall’inazione e dagli errori dei pubblici amministratori, nonché dai governi dei governi che ogni anno bipartisanamente sottraggono risorse alle politiche ambientali (salvo CO2 ovviamente). È un caso di scuola semplice e comprensibile a tutti.

In Austria però, dopo le piogge della settimana scorsa, ai catastrofisti da scrivania è andata male: immediatamente la canea climatica si è alzata come un ululato di coyote durante la luna piena e l’emittente televisiva pubblica Orf si è messa in prima linea nell’alimentare il panico climatico. Ha sostenuto che le piogge estreme sono oggi due volte più probabili rispetto al passato: “Uno studio appena pubblicato sta cercando di quantificare più precisamente l’influenza del riscaldamento globale sull’evento estremo: la probabilità che ciò accada è raddoppiata. Le precipitazioni sono state almeno il 7% più intense di quanto sarebbero state prima dell’industrializzazione”.

Naturalmente si tratta di pure balle: innanzitutto lo studio di cui si parla non è tale, ma è solo un articolo che fa riferimento a un rapporto dell’Imperial College di Londra ben noto per le sue previsioni del tutto errate: questo fulcro di inettitudine o corruzione scientifica – tanto per dirne una – aveva calcolato la diffusione del Covid di due fattori più alta del reale, provocando il panico e l’accettazione di misure assurde. Disgraziatamente per questi signori i dati storici sulle inondazioni dal 1500 ad oggi, smentiscono completamente questa tesi come dimostra un documento del Centro di storia ambientale dell’Università di risorse naturali e scienze della vita di Vienna. Lo si può facilmente vedere nel grafico sotto che descrive l’andamento delle piogge eccezionali (in blu chiaro) e le medie delle precipitazioni (in blu scuro): questi eventi eccezionali sono diminuiti rispetto al passato e si distingue una ciclicità negli eventi che contraddice in pieno le tesi lineari catastrofiste.

Cone è ben noto i periodi caldi con temperature da 2 a 3 gradi superiori a quelle odierne sono l’Antico Periodo Caldo intorno all’anno 0 ovvero l’epoca di Augusto e intorno al 1000, mentre il periodo freddo più forte si è avuto intorno al minimo solare di Maunder dal 1645 al 1715, un periodo “coperto” dal grafico che evidenzia come i fenomeni estremi non siano collegati alle temperature come si vorrebbe far credere. Scommetto che la stessa cosa sia dimostrabile ovunque si abbiano dati storici. Però è vero: gli eventi di eccezionale stupidità stanno aumentando in modo esponenziale.

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