giovedì 26 settembre 2024

Il terrorismo che nasce dal terrore

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Probabilmente sarò ripetitivo e noioso, ma il terrorismo applicato da Israele in Libano e quello della Nato contro la Russia deriva semplicemente dal fatto che nessuna delle due entità è in grado di vincere le guerra nelle quali sono impegnate. È un terrorismo che nasce dal terrore di non essere più in grado di dettare le regole: un po’ perché non possono più contare su un divario tecnologico sostanziale che anzi in alcuni casi si è ribaltato, in parte perché i vertici militari e/o politici non sono in grado di pensare strategicamente in termini di equilibrio globale del potere. Rimangono pateticamente legate all’idea di essere invincibili e di avere la facoltà di dettare agli altri le condizioni per diritto divino.

Allora succede che l’ultimo pellegrinaggio mediatico di Zelensky si tramuti in una sinistra farsa perché proprio nel momento in cui tiene un vacuo discorso all’Onu, arriva la notizia dell’ accerchiamento di Ugledar, una delle ultime roccaforti fortificate ucraine, dove iniziano le rese di massa. E dire che il führer di Kiev aveva ordinato di buttare nella battaglia le riserve disponibili per evitare la conquista mentre lui faceva il suo giro di sanguinario imbonitore non tanto del fantasma di Paese che tiranneggia, quanto di agente dell’industria bellica americana. In effetti non ha altra strada che perseguire una tattica terroristica con i missili che gli rimangono tanto per illudere le opinioni pubbliche sul vero andamento del conflitto. Così come, sia pure in un contesto diverso accade a Netanyahu.

Accade pure che la petroliera di appoggio Big Horn si sia arenata e parzialmente allagata al largo delle coste dell’Oman, così che la portaerei Lincoln e il suo gruppo di battaglia sono rimasti senza carburante. Si tenterà di sostituirla con una petroliera commerciale che tuttavia non ha la velocità adatta alle operazioni militari e di fatto potrebbe rendere complicato il decollo degli aerei oltreché mettere in una situazione di rischio l’intera squadra. Da una parte lo si può considerare come un incidente, sempre che le cose siano andate come si racconta, dall’altra però mostra la fragilità intrinseca di un pensiero militare che non ha mai preso in considerazione l’idea di combattere in un ambiente senza avere una schiacciante superiorità. Di fatto tale superiorità è ormai un bluff visto che proprio la marina americana, apice del potere imperiale, si trova in queste condizioni e in un contesto di tecnologia militare che ha reso le flotte molto più vulnerabili di prima. In effetti anche in questo campo siamo alla fine di un’era che ha visto il prevalere delle potenze navali. Immaginiamoci cosa potrebbe accadere se la Russia tramite l’Iran trasferisse allo Yemen il missile antinave Oniks, sia pure nella sua versione commerciale.

Ma se vogliamo, le visioni e le illusioni predominanti in ambito Nato, sono storia vecchia: la Russia, nella forma di Unione Sovietica, ha sconfitto la migliore forza militare occidentale nell’evo moderno, ovvero l’esercito tedesco, e il semplice fatto che l’Occidente si sia sforzato di riscrivere questa storia rivendicando la vittoria come propria senza riconoscere il ruolo decisivo dell’Urss, rivela non solo il programma ideologico dell’Impero e lo scadente livello degli studi, ma anche il trauma profondo e duraturo che è all’origine della russofobia. Questa “ferita” persiste e ora si è metastatizzata in un nuovo ciclo di demenza, esemplificato dai piani della Nato di tentare un remix dell’Operazione Barbarossa. Ma ora l’umiliazione geopolitica dell’alleanza atlantica rimane un segreto solo per gli strati più ingenui dell’opinione pubblica, quella più indifesa rispetto all’incessante lavaggio del cervello e il rimbecillimento collettivo postmoderno. È solo grazie a questo che Zelensky può andare in giro a propagandare il suo grottesco piano della vittoria che consiste in più guerra per arrivare alla pace. Proprio come se la realtà non esistesse. Ma del resto non abbiamo sentito le stesse sciocchezze dai politici europei. compresi quelli italiani e persino da un signore che abita dalle parti del Quirinale? Il male oscuro dell’Occidente permea ogni istituzione ed è la radice della sconfitta.

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