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Cari bambini oggi compito d’aritmetica. Risolvete il seguente problema:
data una distanza di 1185 chilometri quanto impiegherà a percorrerla un oggetto che viaggia a 3,87 chilometri al secondo?
Calcolo al secondo decimale: 1185 : 3,87 = 306, 41 secondi, ovvero 5, 10 minuti. Purtroppo la classe differenziale di Bruxelles ci ha messo circa due anni a fare il calcolo e solo oggi si accorge che i missili ipersonici russi possono arrivare a devastare la capitale della Ue in meno tempo di quello che occorre alla von der Leyen per incassare una tangente sui vaccini. Anche molto meno se si tiene conto degli Avangard che possono attingere una velocitò di mach 27. Sussurri e grida tra gli stallieri della finanza. Così proprio mentre l’abominevole parlamentino farsa di Strasburgo ha dato il via libera “morale” al lancio di missili in profondità sul territorio russo – ordigni il cui puntamento e lancio è impossibile senza la diretta partecipazione di personale Nato – ci si rende conto che l’Ue abbaia, ma è completamente sdentata, in balia di un’eventuale risposta russa a cui non sarebbe in grado di far fronte.
La verità è che fin dall’inizio del conflitto si è pensato che la Russia non avrebbe osato “ribellarsi” all’Occidente e fatto rispettare le sue linee rosse. La guerra stessa è stata una sorpresa perché gli “esperti” ritenevano che dopotutto Mosca avrebbe accettato l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, magari dietro la promessa che sarebbero cessati i cannoneggiamenti sui civili del Donbass. La favola della debolezza russa raccontata a un pubblico ipnotizzato e creduta in fondo dagli stessi mentitori che non sono poi delle aquile, è stato il fertile terreno sul quale è cresciuta la convinzione che Mosca abbaiasse, ma non avesse intenzione di mordere. Così dapprima si sono fatti saltare i colloqui di pace e poi si è cercata una continua escalation dotando il regime di Kiev di armi sempre più potenti la cui inattesa distruzione è stato il falò delle vanità occidentali. Ora è la volta dei missili a lungo e medio raggio che peraltro sono già stati forniti all’Ucraina anche da parte dell’Italia che ipocritamente tenta di tirarsi indietro.
La sicumera con cui l’Ue ha pensato di potersene fregare degli avvertimenti di Mosca, sta venendo meno perché credere che i russi parlino a vanvera è di fatto una scommessa sconsiderata di fronte a una guerra ormai persa. Il continente, ma gli Usa stessi, non hanno nulla per fermare i missili ipersonici e non è certo un mistero che anche i più avanzati sistemi di difesa made in Usa spesso non beccano nemmeno i droni o missili assai meno sofisticati. Certo il problema per i rappresentanti locali delle oligarchie internazionali non è di ordine etico, ma meramente politico: se un missile russo dovesse colpire per rappresaglia qualche importante infrastruttura sul territorio europeo, nel giro di poche ora la Ue si sfascerebbe come una costruzione con il lego che fa bella mostra di sé nei giardini di BlackRock o dei Rothschild. Ecco perché il milieu politico degenerato del continente ama fare il miles gloriosus nei discorsi pubblici, ma dietro le quinte cerca in ogni modo di tirare il culo indietro rispetto agli attacchi terroristici contro la Russia. Un esempio ne è la Polonia che in privato si mostra terrorizzata da questa dinamica che porta irresistibilmente al disastro.
Il fatto è che ci vorrebbe al minimo un decennio di preparazione per affrontare un conflitto armato che oggi non si è realmente in grado di sostenere e il farlo sarebbe solo segno di follia sia degli esecutori che dei mandanti. Così mentre il mondo si avvia a un’era multipolare che cerca di promuovere la pace e uno scambio equo a noi dicono che dobbiamo fare la guerra. Ma in fondo non è del tutto sbagliato: una guerra dovremmo effettivamente farla, ma contro il potere che ci impoverisce e ci priva delle libertà e ora vuole mandarci a morire.
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