venerdì 27 settembre 2024

Alessandro Di Battista: Sono patrioti ma lavorano per un’altra Patria

 «Hanno permesso l’indebolimento dell’Europa in cambio di qualche pacca sulle spalle da parte di Biden o di un premio consegnato da Musk»

(Alessandro Di Battista – ilmillimetro.it)

«Chiediamo a Israele di rispettare il diritto internazionale tutelando la popolazione civile, anch’essa in gran parte vittima di Hamas e delle sue scelte distruttive. E seguendo lo stesso ragionamento sosteniamo ovviamente il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. Ma affinché questo possa vedere presto la luce è necessario che i palestinesi si affidino a una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all’autonomia».

Il premier italiano presente all'Assemblea delle Nazioni Unite

L’ha detto mercoledì scorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una delle politiche più ipocrite e pavide d’Europa. L’ha detto la sedicente sovranista Giorgia Meloni.

Si tratta di parole vuote, vili, dettate da servilismo politico e grave ignoranza storica. Dopo quasi un anno di massacri, dopo oltre 300 giorni di mattanze di bambini quotidiane, con il Tribunale internazionale di giustizia (principale organo giudiziario dell’ONU) che ha deciso di rinviare a giudizio lo Stato ebraico per genocidio e con la Corte penale internazionale (il tribunale per crimini internazionali riconosciuto dal governo italiano) che ha chiesto l’arresto del Premier Netanyahu e del Ministro della Difesa Gallant per crimini contro l’umanità, la sola cosa che sa fare la “donna madre e cristiana” è chiedere a Israele di rispettare il diritto internazionale e di tutelare i civili.

Poi la Meloni – evidentemente desiderosa di riequilibrare il discorso e farlo digerire meglio dalle parti di Tel Aviv – se la prende con Hamas, sostenendo che sia la causa di gran parte delle sofferenze dei palestinesi (segnalo che Hamas è nata nel 1987, i palestinesi soffrono le pene dell’inferno dal 1947) e infine accenna timidamente alla nascita di uno Stato palestinese che però, a detta sua, potrà nascere solo quando i palestinesi decideranno di farsi guidare da quelli che piacciono a lei e ai suoi padroni americani. Però, quanta democrazia e coraggio in questo discorso!

Il coraggio delle parole

Io penso (ovviamente è la mia opinione) che in cuor suo la Meloni sappia perfettamente che Israele è oggi uno Stato terrorista e che i palestinesi abbiano tutte le ragioni del mondo. Ma non ha il coraggio di dirlo. Non ha il coraggio di proporre un’azione concreta per porre fine alla pulizia etnica che da decenni Israele realizza in Palestina. Non ha il coraggio, punto. L’assenza di coraggio politico è sempre gravissima, diventa imperdonabile se caratterizza le azioni dei cosiddetti “sovranisti”, dei cosiddetti “patrioti”. 

Alcuni giorni fa Giorgia Meloni ha ricevuto a New York il Global Citizen Award 2024. L’ha premiata Elon Musk, imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense, amministratore delegato di SpaceX, di Tesla e proprietario di X, l’ex Twitter. Da destra hanno utilizzato tale evento per incensare la Meloni e la sua centralità internazionale, dando dei “rosiconi” a chi, da sinistra, sottolineava le ombre del Musk influencer e imprenditore, ricordando che fosse un multimiliardario. A me, francamente, del conto in banca di Musk e delle sue opinioni mi interessa poco o nulla.

L'imprenditore ha premiato il Presidente italiano

Mi interessa, al contrario, valutare l’azione politica della Meloni e l’operato delle opposizioni nei tempi bui che viviamo, tempi caratterizzati dal primato della finanza sulla politica e della narrazione sulla realtà. Dopo aver ricevuto il premio, la Meloni ha detto: «Nazione e patriottismo sono parole di cui non dobbiamo vergognarci, significano uno stato d’animo a cui si appartiene condividendo cultura, tradizioni e valori.

Quando vediamo le nostre bandiere, se ci sentiamo orgogliosi significa che proviamo l’orgoglio di far parte di una comunità, e che siamo pronti a fare la nostra parte per migliorarne le sorti». E ancora: «Il patriottismo è la migliore risposta al declino. Difendere le nostre radici profonde è la precondizione per raccogliere frutti maturi. Imparare dai nostri errori passati è la precondizione per essere migliori in futuro». Chiacchiere, chiacchiere da bar pronunciate a favor di telecamera. 

Il passato era più libero

Parla di valori, la Meloni. Ma esattamente quali sono i valori di cui parla? Il silenzio di fronte al massacro di bambini che si sta consumando adesso sulle sponde del nostro stesso mare? Di quale Patria parla la Meloni? Di un’Italia diventata un protettorato USA e incapace di aprire bocca senza prima aver ricevuto il permesso della Casa Bianca? Erano infinitamente più sovranisti o nazionalisti i politici della Prima Repubblica, ed è paradossale, perché guidarono l’Italia in anni più vicini, dal punto di vista temporale, a quell’evento storico che ha provocato la perdita di gran parte della nostra sovranità: la sconfitta nella Seconda guerra mondiale.

Joe Biden lascerà la carica di presidente degli Stati Uniti tra un mese

Avevamo Moro che da Ministro degli Esteri si oppose all’utilizzo statunitense delle basi militari italiane durante la Guerra del Kippur. Avevamo Berlinguer, amico fraterno di Arafat quando era il leader dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e questa veniva considerata un’organizzazione terroristica. Avevamo Craxi che, al netto di errori imperdonabili, era infinitamente più autonomo in politica estera di questi camerieri sovranisti. Di quale cultura parla la Meloni? Della cultura della legalità? Il governo ha avallato tutto l’impianto politico della Cartabia, quell’indecente riforma della giustizia che premia potenti e impunità.

Nordio, Ministro della Giustizia scelto dalla Meloni, lavora per rendere più difficili le indagini, soprattutto a carico dei colletti bianchi, quei colletti bianchi che in galera, in Italia, non vanno quasi mai. E quando raramente capita che qualche potente finisca per poche settimane ai domiciliari (in dimore lussuosissime, tra l’altro) parte l’indignazione di sistema. Basti guardare le reazioni politiche che ci sono state in seguito all’arresto di Giovanni Toti, il quale, dopo mesi di proclami coraggiosi («mi difenderò da ogni accusa»), ha deciso di patteggiare costringendo i suoi compari di partito o coalizione a rifugiarsi in un mestissimo silenzio. 

«I patrioti hanno permesso l’indebolimento dell’Europa»

Per non parlare del tema della sicurezza, altro cavallo di battaglia o valore della destra sovranista. I dati sono allarmanti. Rispetto all’anno precedente, nel 2023 il numero delle rapine è cresciuto del 9,5%, le percosse del 3% e sono aumentate anche le truffe online e gli omicidi. Nel 2023 i reati “emersi” sono stati 2,34 milioni, +1,7% rispetto al 2019 (anno pre-Covid) e +3,8% rispetto al 2022.

Giorgia Meloni in carica dall'ottobre del 2022

Poi, quando un cittadino si fa (o pensa di farla) giustizia da sé, e magari commette reati decisamente più gravi di quelli subìti (vedi la signora derubata che insegue con la macchina e uccide l’autore del furto), i politici sovranisti, fautori della legalità e della sicurezza, strizzano l’occhiolino alle vittime che si trasformano in carnefici. In sostanza, giustificano un sistema che moltiplica i reati al posto di diminuirli. Una follia! E altrettanto folle è la strategia che alcuni (non tutti) esponenti dell’opposizione attuano per contrastare le nefandezze del governo. Ascoltare politici del PD indignarsi per l’amicizia tra Meloni e il multimiliardario Musk è ridicolo e patetico.

Ma come, passano ore su X postando sulla piattaforma di Musk, contribuendo ad arricchirlo, e poi fanno i moralisti? Il modo migliore di combattere politicamente uno dei peggiori governi della storia repubblicana è contrastare la narrazione sovranista, non prendersela con il sovranismo in sé. Al posto di criticare il sovranismo di destra basterebbe mostrare proprio agli elettori della Meloni la totale assenza di sovranismo, la totale assenza di patriottismo, il totale tradimento dei cosiddetti “valori di destra”.

Perché sotto la narrazione sovranista non c’è nulla, anzi, qualcosa c’è, ci sono gli americani. Sì, gli americani. Se durante la Prima Repubblica vantavano un’enorme influenza sui governi italiani, oggi sono i padroni assoluti. I cosiddetti “patrioti” hanno permesso l’indebolimento dell’Europa (anche dell’Italia) in cambio di qualche pacca sulle spalle da parte di Biden o di un premio consegnato da Musk. I patrioti hanno, sì, lavorato per la Patria, il problema è che l’hanno fatto per una patria che non è la nostra.

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