lunedì 30 settembre 2024

27 settembre 2024 - Francesca Albanese, Elena Basile: "La causa palestinese e il sionismo"

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27 settembre 2024 Francesca Albanese, Elena Basile: "La causa palestinese e il sionismo".

Elena Basile: "Capisco l’indignazione per quello che sta avvenendo a Gaza. La politica non deve abbandonare la Palestina" Seconda giornata della rassegna culturale “Resistenzə”, l’evento organizzato da Our Voice al Cre.Zi. Plus, presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, che continuerà fino a domenica 29 settembre. 

Al centro del dibattito che si è svolto nella giornata di ieri: “La causa palestinese e il sionismo”, con la discussione di problemi e possibili soluzioni per affrontare un genocidio di cui si parla troppo poco. Finora, oltre 41 mila persone, tra uomini, donne e bambini, sono morti a causa dell'offensiva israeliana su Gaza, iniziata dopo l'attacco del 7 ottobre 2023. 

Presente tra gli ospiti Francesca Albanese, relatrice ONU sui territori palestinesi occupati e autrice, insieme al giornalista Christian Elia, del libro “J'Accuse”, edito da Fuoriscena, che racconta la verità sul massacro che Israele sta perpetrando ai danni della Palestina. “Esiste un vero e proprio sistema che decide cosa può essere raccontato e cosa invece no - ha spiegato Albanese - e questo falsa la comprensione della tragedia che si vive”, anche da prima del 7 ottobre 2023. Quello che sta avvenendo a Gaza “costituisce un vero atto di genocidio” e fa parte di “una traiettoria che va avanti da oltre 75 anni - ha precisato Albanese - con il consolidamento della presenza ebraica in Palestina”. È chiaro che esiste un “progetto di sfollamento forzato e sostituzione demografica, che va avanti da molto tempo. Tra il 1947 e il 1949, con il pretesto della guerra, Israele ha sfollato quasi un milione di palestinesi; nel 1967 altri 350 mila palestinesi”. 

Iacopo Smeriglio, di Gaza Freestyle, ha portato la sua testimonianza sullo stato di apartheid che il popolo palestinese vive da anni. “Entrare a Gaza, già prima del 7 ottobre, significava constatare di persona ciò che molti hanno definito 'una prigione a cielo aperto’”. L'azione di Israele è stata devastante: “Basti pensare ai livelli di inquinamento dell'acqua o alla scarsità di elettricità, da cui dipende anche la gestione dei servizi sanitari - ha spiegato Smeriglio -. Non è stato possibile nemmeno costruire centri di smaltimento dei rifiuti, costringendo così 2 milioni di persone a vivere in una grande discarica a cielo aperto”. “Il sionismo è il male di tutti i mali” ha spiegato Karim El Sadi, attivista e giovane membro della comunità palestinese di Palermo. “Il sionismo è un progetto coloniale iniziato alla fine dell'800, spacciato come progetto spirituale, ma in realtà - ha precisato El Sadi - si tratta di una mera ideologia politica”. Il sionismo, infatti, “prevede l'instaurazione di uno Stato israeliano in Palestina riservato solo agli ebrei”. Un'ideologia folle, “portata avanti negli anni con violenza, arresti e detenzioni”. Un orrore che ha generato “750 mila profughi palestinesi” in fuga dalla violenza sionista e dal “terrorismo di Stato”, ha precisato il giovane attivista italo-palestinese. Orrori che in passato non hanno risparmiato nemmeno le donne incinte, “assassinate e sventrate per estrarre i feti”. Lo Stato di Israele è questo: “Uno Stato nato sul sangue della popolazione indigena, e continua a esserlo”. E ha aggiunto: “Quello che sta avvenendo ora a Gaza non è nulla di nuovo”. 

“La situazione a Gaza è disperata” ha spiegato Elena Basile, scrittrice ed ex ambasciatrice in Svezia e Belgio. “I palestinesi sono stati abbandonati da tutti, ma l'unico modo per far trionfare la loro causa - ha proseguito - rimane, purtroppo, la politica e la diplomazia”.

 A peggiorare la situazione, secondo Basile, contribuisce “l'egemonia degli Stati Uniti, mentre l'Europa, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ha perso ogni autonomia in termini di politica estera”. 

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