“Questo teatrino destra-sinistra, che viene montato a uso degli elettori, nei fatti non esiste.
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Circa la nomina del primo commissario alla difesa europea, il lituano Andrius Kubilius, il direttore del Fatto ribadisce: “Ancora più di adesso avremo un’Europa votata a un’economia di guerra. Ma, come ha detto Lucio Caracciolo, nella Ue non abbiamo una politica estera, né una politica della difesa. E quindi – continua – questi potranno solo starnazzare e abbaiare come hanno fatto i loro predecessori, perché le iniziative decisive sulla guerra russo-ucraina verranno prese a Washington o a Pechino. E nel frattempo butteremo un sacco di miliardi per comprare armi, come ci chiede l’illuminato Draghi, sempre sia lodato”.
Travaglio commenta anche la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione (assieme ad altri cinque): “Era tutto prevedibile. Quando si avvicinavano le elezioni europee, si raccontava di questo finto bipolarismo: da una parte, il Pse e quindi il Pd e tutti gli affiliati e dall’altra parte, i sovranisti e i conservatori. Io mi permisi di dire che era tutto finto, perché sulle cose fondamentali, dalla guerra all’austerità, che sono poi il pane quotidiano della Ue, votano nello stesso modo. Poi – continua – abbiamo passato l’estate a sentire ripetere che l’Italia era isolata in Europa perché Fdi e Lega non avevano votato la von der Leyen. E infine la nomina di Fitto, che era prevedibile. Come si fa a escludere dalla Commissione europea uno dei tre paesi fondatori dell’Europa e la terza economia europea? E come si fa a dargli una scartina?”.
Il direttore del Fatto conclude: “È ovvio che alla fine ci hanno dato qualcosa che somiglia al nostro peso in Europa, indipendentemente da chi c’è al governo, tanto più che la Meloni e la von der Leyen, nonostante appartengano a fronti diversi, vanno d’amore e d’accordo su un sacco di cose. Questa è una Commissione molto più a destra della precedente, le politiche migratorie sono stracondivise dalle sinistre e dalle destre di governo”.
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