La notte a Gaza ha portato altre vittime, tante. Sono almeno 112 i morti e centinaia i feriti tra le persone che nella notte si sono accalcate spinte dalla disperazione della fame intorno a un camion nella speranza di ricevere aiuti alimentari.
ilfattoquotidiano.it
Testimoni e il corrispondente di Al Jazeera sul posto hanno riportato che le persone sono state attaccate con proiettili di artiglieria, missili di droni e colpi di arma da fuoco. Fonti dell’esercito israeliano hanno confermato di aver aperto il fuoco contro i palestinesi, perché “chi aveva accerchiato i camion poneva una minaccia per le truppe“. Aggiungendo poi che “la maggioranza delle vittime è dovuta alla calca“.
Secondo la ricostruzione ufficiale dell’Idf, i fatti sono avvenuti attorno alle quattro del mattino quando una trentina di camion carichi di aiuti umanitari è arrivata lungo la costa a Gaza city per portare cibo nel quartiere di Rimal. Migliaia di palestinesi si sono precipitati verso i camion mentre i mezzi transitavano attraverso un check point dell’esercito israeliano, portando ad una calca con morti e feriti. Alcune persone sono state travolte e investite dai camion.
L’indagine dell’Idf riferisce che alcuni dei camion sono riusciti a proseguire verso nord. Ma all’altezza di Rimal uomini armati hanno aperto il fuoco sul convoglio e iniziato a saccheggiare i camion. Intanto decine di palestinesi che avevano assaltato l’ultimo camion si sono diretti verso i soldati e i tank del check point israeliano. A questo punto, quando i palestinesi erano a una distanza di poche dozzine di metri, un ufficiale ha ordinato di sparare in aria e poi all’altezza delle gambe di chi proseguiva. I palestinesi colpiti sono stati dieci, secondo l’Idf.
Il numero dei morti di questa notte va ad aggiungersi a quelli che si sono accumulati dal 7 ottobre scorso e che, a nemmeno cinque mesi dall’attacco di Hamas e della reazione militare di Israele, hanno raggiunto la drammatica quota delle 30mila vittime, per la stragrande maggioranza civili.
A Gaza, quindi, si continua a morire, mentre dal punto di vista diplomatico si è ancora in cerca di un punto d’incontro tra le parti per arrivare a una tregua prolungata. Ma nel dibattito torna anche la voce del leader di Hamas a Gaza, il ricercato numero uno da Israele Yahya Sinwar che in un messaggio recapitato all’inizio del mese da un corriere a una riunione della leadership di Hamas in esilio a Doha ha rassicurato sul fatto che gli attacchi israeliani non stavano eliminando tutti i combattenti. “Non preoccupatevi, abbiamo gli israeliani proprio dove li vogliamo”, ha detto Sinwar secondo quanto riporta il Wall Street Journal.
A Washington, invece, la preoccupazione dell’amministrazione Biden riguarda possibili preparativi per operazioni di terra nel Libano per la fine della primavera o l’inizio dell’estate, secondo quanto riportato dalla Cnn spiegando che l’eventualità scatterebbe se dovessero fallire i negoziati diplomatici per costringere gli Hezbollah a ritirarsi dal confine con Israele.
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