venerdì 29 settembre 2023

La polis dei non vedenti

La prevalenza della forma a discapito della sostanza, l’invasione di dati e statistiche, hanno fatto perdere all’Occidente uno dei sensi: la vista.  

 

(di TOMMASO CERNO – lidentita.it)

Siamo nell’era della Polis non vedente. Non conta più ciò che abbiamo davanti agli occhi, la materialità del nostro pensiero, la distanza dal centro dove ha colpito la democrazia si fa sempre più grande. 

E noi continuiamo a progettare, invocare, commentare idee e progetti che si stanno scontrando con una realtà di segno opposto.

Prendete la parola multiculturalismo, una delle più belle ed esatte su cui abbiamo formato i nostri valori e costruito la nostra idea di società. Se il risultato è quello che milioni di italiani hanno davanti agli occhi, non stupitevi se proprio quelli che l’avevano invocato saranno i primi a scappare e a contestarlo. Stessa cosa vale per l’uguaglianza. Una grande affermazione di principio a cui ormai da decenni seguono fatti contrastanti, ci mostra il lato deteriore di sé, fatto solo di parole e definizioni, dove invece la distanza fra un uomo e l’altro si fa via via più grande ed incolmabile. E così ci troviamo di fronte alla contraddizione più grande per la politica.

Problemi che le statistiche ancora contengono, che le analisi ancora definiscono come affrontabili, gli occhi del cittadino comune sono invece ormai già passati a uno stadio successivo, sono fuori controllo, trasmettono l’idea dell’insicurezza e soprattutto del fatto che il Palazzo che dovrebbe decidere per noi ha deciso in modo sbagliato, non rendendosene conto. Continua nella sua direzione. Il giudizio sugli ultimi 15 anni della democrazia italiana non può essere positivo. Passa attraverso scelte fatte solo nel nome di bilanci in ordine, che hanno generato un caos primordiale nella società e che non hanno affatto migliorato i compiti di questo Paese. Esco da quel gruppo di imbecilli che pensano davvero di avere una verità in tasca e che si attaccano fra di loro, oggi perché Meloni è fascista, domani perché Schlein è analfabeta.

Non sono persone a cui affiderei un centesimo. Arrivo a dire che siano parte del problema e assolutamente non parte della soluzione. E qui sta il dilemma della sinistra che vedo oggi arrampicata sul dizionario dei sinonimi per cercare le parole opposte alla destra che governa, convinta così di continuare a definire il suo spazio vitale. Lontana dalla realtà. L’alchimia che serve per scoprire l’antidoto al virus avversario non può che passare dagli occhi, nel mondo di oggi, costruito apposta perché noi non guardiamo. Basato su procedura e abitudini dove un tempo c’era la scelta. E’ qui che si deve fermare il campo progressista. Guardare il Paese così come è stato lasciato e ricominciare a pensare con la propria testa. Lasciando perdere chi oggi governa l’Italia da Palazzo Chigi.

Per fuggire da una fortezza inespugnabile puoi andare per tentativi. Oppure immaginarne una, sormontarla a quella reale e passare da dove differiscono. E’ questo che deve fare una sinistra al computer e moderna. Dirci in che mondo vuole vivere, perché non voglio nemmeno immaginare che sia questo, sormontarlo a ciò che i nostri occhi ci dicono con molta più chiarezza di tante statistiche e tanti calcoli fatti in questi anni e cominciare ad agire attraverso la politica nel milione di luoghi dove le promesse non sono diventate realtà.

Nessun commento:

Posta un commento