Il sociologo De Masi: delinquenziali le critiche a Tridico. “Ai tempi del Covid ha gestito l’Inps eroicamente”.
(Raffaella Malito – lanotiziagiornale.it)
Il Reddito di
cittadinanza è stato sospeso per migliaia di famiglie. Domenico De Masi,
sociologo del Lavoro, rischiamo una rivolta sociale?
“La
guerra che Giorgia Meloni ha sferrato contro i poveri – dal Reddito di
cittadinanza al salario minimo – avrebbe potuto far immaginare una
protesta anche più corposa e invece non abbiamo avuto la reazione che
hanno avuto per esempio i francesi. E questo è dovuto al fatto che
purtroppo il proletariato e il sottoproletariato non ha più un partito
di riferimento preciso che lo educhi, che lo guidi, che lo organizzi e
che lo animi. E quindi le reazioni sono più spontanee che non
organizzate e dunque meno efficaci”.
Protestano i sindaci sui quali sembra sia stato scaricato il fardello della povertà.
Il governo è arrivato impreparato a un appuntamento
annunciato mesi fa. Non è pronta la piattaforma per inserire la
richiesta per il Supporto per la formazione e il lavoro né l’App. Al
palo i corsi di formazione.
“Ma non è pronto niente. Si sta
accorgendo che la cosa non è semplice. Quando criticava i Cinque Stelle
pensava di poter fare tutto rapidamente e invece il problema è
complesso”.
L’Inps ha avviato una campagna per spiegare come funziona il tutto.
“L’Inps
ha fatto tutto quello che poteva. È l’unico organismo che funziona e
stanno cercando di smantellare anche quello perché hanno mandato via
Pasquale Tridico che è stato un ottimo presidente. Il problema è il
governo. L’Inps è un braccio secolare del governo, non può decidere da
solo. Ma può far funzionare le decisioni governative in merito al
Welfare e lo stava facendo. Lo ha fatto benissimo e ora hanno mandato
via la persona che eroicamente aveva fatto tutto questo”.
Fratelli d’Italia ha annunciato una commissione d’inchiesta sull’operato di Tridico.
“Sono
scelte delinquenziali come quella per la commissione per giudicare il
lavoro fatto da Conte come premier in tempo di Covid. Sono cose
abominevoli. Siamo in presenza di un uomo che da presidente dell’Inps ha
fatto funzionare l’istituto in un momento drammatico in cui ai 18
milioni di pratiche normali che l’Inps svolge si sono aggiunti 11
milioni di pratiche per il Covid. È un atto pretestuoso questa
iniziativa, un modo per attaccare i Cinque Stelle”.
Decreto Dignità e Reddito di cittadinanza smontati, no al salario minimo. È una vendetta contro il M5S?
“I
Cinque stelle avevano fatto una politica keynesiana, il governo porta
avanti una politica neoliberista quindi è chiaro che i maggiori nemici,
quelli da liquidare per primi sono i keynesiani, diretti antagonisti
della politica economica che l’esecutivo sta mettendo in atto”.
Lo smantellamento del Reddito di cittadinanza colpisce
soprattutto il Sud. È un governo, alla luce anche dell’Autonomia
differenziata, nemico del Mezzogiorno?
“Questo è un governo
che non sa cosa vuole fare. Tira botte a destra e a manca. Tira botte
soprattutto a quella che parte che reputa essere progressista. Ma si
troverà prima o poi senza il Paese. Il Paese capirà che questo governo è
nemico e quindi agirà di conseguenza. E oggi tutte queste migliaia di
famiglie che hanno ricevuto il ben servito con la revoca del Reddito di
cittadinanza avranno preso atto di cosa è il governo Meloni”.
La maggioranza ha deciso di rinviare il dossier sul salario minimo a dopo l’estate.
“Il
salario minimo riguarda lavoratori poverissimi che non possono
aspettare a dopo le ferie o chissà quando. Queste sono decisioni che
prendono persone con la pancia piena, che si possono consentire il lusso
di rinviare. Ma uno che deve far mangiare lui e suoi figli e prende due
euro l’ora come fa? Aspetta dopo le vacanze? I rinvii sono proprio
delle persone che hanno possibilità di rinviare perché sono ricchi. Un
povero non può rinviare”.
La premier ha aperto al confronto su questi temi.
“Vediamo,
se lo fa in settimana, bene. Se rinvia di mesi è una balla. Questa
Meloni credo sia furba ma non intelligente. Ci possiamo aspettare
trovate estemporanee ma non una politica economica seria e robusta da
lei”.
Ritiene che si possa incrinare il fronte delle opposizioni? Carlo Calenda insiste sul confronto con la maggioranza.
“Questa
posizione di Calenda che vuole fare l’ago della bilancia che mette
d’accordo destra e sinistra è ridicola. Perché lui non ha né la forza
elettorale né il prestigio per essere una persona super partes. Non ha
né i voti di milioni di persone né il prestigio di un Ugo La Malfa”.
Perché Italia Viva si è sfilata?
“Renzi è uno di
destra che per anni si è camuffato di sinistra. Quello che fa, sia nel
privato come professionista, sia nel pubblico come politico, sono cose
di destra. È una quinta colonna della destra”.
È giusto in caso di bocciatura in Parlamento del salario minimo che le opposizioni portino la battaglia nel Paese?
“è
doveroso, solo che non so se ce la faranno. È una lunga marcia quella
che devono fare a sinistra prima di essere incisivi. Devono decidere che
tipo di società vogliono, come si ridistribuiscono i compiti tra i vari
partiti della sinistra, come agire in comune e via di seguito…”
Il salario minimo affossa la contrattazione collettiva e livella i salari verso il basso?
“Questa è un’idiozia totale. Intanto porta verso l’alto i salari di 4 milioni e dispari di lavoratori”.
L’economista Tito Boeri ritiene che la soglia salariale di 9 euro l’ora sia troppo alta.
“Pure
Elsa Fornero ha parlato di 7-8 euro. Chi è ricco si può consentire di
dire 6, 5, 4. Nove euro lordi sono 6 netti. Per quello che mi riguarda è
già poco. Un Paese all’ottavo posto nel mondo come Pil che reputa
troppo 6 euro è una vergogna”.
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