mercoledì 1 febbraio 2023

"Il Brasile è un Paese di pace": Lula conferma che non invierà armi in Ucraina

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Lezioni di sovranità alla vecchia colonia Europa. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha ribadito che il suo Paese non invierà armi da utilizzare nel conflitto tra Russia e Ucraina. 

"Il Brasile non ha alcun interesse a cedere munizioni da utilizzare nella guerra tra Ucraina e Russia. Il Brasile è un Paese di pace. In questo momento abbiamo bisogno di coloro che vogliono la pace, una parola che finora è stata usata molto poco", ha dichiarato sul suo account Twitter.

La dichiarazione arriva dopo l’incontro tra il presidente e il cancelliere tedesco Olaf Scholz al Palazzo Planalto di Brasilia. Dopo la riunione, i leader hanno parlato con la stampa e Lula ha commentato che il Brasile "non ha alcun interesse" a inviare armi alla Russia e all'Ucraina e che "non vuole avere alcun coinvolgimento, anche indiretto" nel conflitto.  

Inoltre, il leader del Partito dei Lavoratori (PT) ha anche suggerito di creare un "club di Paesi che vogliono "costruire la pace sul pianeta".

"Il mio suggerimento è di creare un gruppo di Paesi che cerchi di sedersi al tavolo con l'Ucraina e la Russia, per trovare una soluzione pacifica. E il Brasile farà uno sforzo. Ho già parlato con il Presidente francese Emmanuel Macron, con Olaf Scholz e parlerò con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Poi cercheremo altri presidenti per parlare dell'idea di creare un gruppo", ha detto Lula. 

E ha sottolineato il ruolo assunto dalla Cina a questo proposito. "I cinesi hanno un ruolo molto importante in tutto questo. Se andrò in Cina a marzo, voglio parlare della pace tra Russia e Ucraina con il Presidente Xi Jinping", ha dichiarato Lula. 

Lula ha poi affermato che potrebbe agire come mediatore per porre fine al conflitto. "L'unica cosa che so è che se posso aiutare, lo farò. Ma se devo parlare con il presidente ucraino Zelensky o con il presidente russo Vladimir Putin, lo farò", ha dichiarato. In questo senso, ha sottolineato che per ottenere un dialogo di questo tipo è necessario "costituire un gruppo con forza sufficiente che sia rispettato al tavolo dei negoziati e sedersi con entrambi".

Durante la conferenza, il leader brasiliano ha giudicato "un errore" l'operazione militare della Russia in Ucraina e ha messo in discussione l'attuale configurazione delle Nazioni Unite (ONU), un organismo creato per pacificare il mondo del secondo dopoguerra ma che, secondo Lula, "non rappresenta più la realtà geopolitica".

"Vogliamo che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sia forte, più rappresentativo e in grado di parlare un'altra lingua di cui il mondo ha bisogno. Quando l'ONU sarà forte, eviteremo sicuramente le guerre che potrebbero verificarsi. Perché oggi le guerre avvengono per mancanza di negoziati, per mancanza di qualcuno, di un gruppo di Paesi che interferiscono in questo".

Nella giornata di ieri la stampa brasiliana ha rivelato che il presidente avrebbe avuto una conversazione telefonica con il suo omologo francese, Emmanuel Macron, in cui ha sottolineato che il gigante latinoamericano non parteciperà a operazioni di guerra contro la Russia, ma che è disposto a impegnarsi attivamente per raggiungere la pace.

Secondo il portale brasiliano UOL, il colloquio, svoltosi la settimana passata, è durato più di un'ora e il leader della sinistra ha sottolineato che la sua lotta è quella "contro la povertà".

Sulla stessa linea, il presidente argentino Alberto Fernández ha dichiarato che Buenos Aires e l'America Latina "non intendono inviare armamenti all'Ucraina o a qualsiasi altro luogo in conflitto".

La scorsa settimana, anche il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha fatto riferimento alla questione e ha rivelato di aver respinto la richiesta degli Stati Uniti di consegnare all'Ucraina armi di fabbricazione russa, inutilizzabili per mancanza di manutenzione. Secondo il presidente, Washington si è offerta di recuperare le armi e di inviarle a Kiev.  

"Non siamo dalla parte di nessuno. Siamo dalla parte della pace. Per questo motivo non una sola unità di equipaggiamento militare russo, in qualsiasi condizione si trovi sul nostro territorio, sarà utilizzata in questo conflitto", ha dichiarato Petro.

Anche un altro presidente della sinistra latinoamericana, il messicano Lopez Obrador, ha fatto sentire la propria voce contro la guerra criticando aspramente l’invio di carri armati al regime di Kiev.

L’America Latina ha mostrato grande fermezza e riaffermato ancora una volta la propria sovranità di fronte ai piani di Washington, mentre la vecchia colonia Europa è ormai in ginocchio e prona a ogni diktat statunitense.

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