sabato 25 febbraio 2023

START… fine dell’operazione militare speciale

 https://www.sovranitapopolare.org

 

di Francesco Cappello

Le armi atomiche disponibili negli arsenali nucleari sono in grado di distruggere più volte la vita sulla terra come la conosciamo.
START ovvero Strategic Arms Reduction Treaty (*) (Trattato sulla riduzione delle arimi strategiche).
La Federazione Russa sospende il Trattato sulla limitazione delle armi nucleari.
Stiamo assistendo, come si temeva, al passaggio dall’Operazione militare speciale ad una guerra di lunga durata. Possiamo ancora sperare che la guerra rimanga di tipo convenzionale?

Il fronte USA/NATO comincia ad avere difficoltà nel rifornire a sufficienza le armi e le munizioni che l’Ucraina richiede. Da entrambi le parti si preparano a mettere in campo, e confrontare, la propria capacità nella produzione di munizioni e armamenti. Ci si avvia verso la tipica economia di guerra. Non è a caso che il segretario generale della Nato Stoltenberg abbia sollecitato i paesi membri a raggiungere nell’immediato la quota del 2% del PIL da destinare ai finanziamenti bellici puntando al 3 e al 4% nel futuro prossimo. BigArma ringrazia.

Perché la Russia sospende il trattato?

DAVANTI ALLA VOLONTÀ DICHIARATA DELLE FORZE USA/NATO DI VOLER INFLIGGERE UNA SCONFITTA STRATEGICA ALLA FEDERAZIONE RUSSA – altro che ricerca della Pace – non può più essere accettabile per Mosca che il suo avversario dichiarato possa procedere, secondo trattato, alle previste ispezioni periodiche sul proprio territorio (**).
Per la Russia si tratta ormai di una guerra esistenziale.

Trattato da allargare alla NATO

Poiché “Con le sue dichiarazioni collettive, la Nato ha, de facto, presentato domanda per diventare parte del Trattato sulle armi offensive strategiche (…) e gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia hanno a loro volta arsenali nucleari che vengono migliorati, sviluppati. E sono anche diretti contro di noi, sono anche diretti contro la Russia”, Putin invita la NATO e i Paesi citati, al di là della odierna sospensione, a partecipare, a pieno titolo, anche loro, alla sottoscrizione e alla ratifica del Trattato di riduzione delle armi offensive strategiche.

Per armi nucleari strategiche si intendono quelle in grado di colpire qualsiasi obiettivo sulla faccia della terra.
La Russia non ha intenzione, nelle dichiarazioni di Putin, di acquisire un vantaggio nucleare strategico. Mosca conferma perciò il valore e la stretta osservazione della parità strategica nucleare. Putin ha ribadito che, in ogni caso, la Russia non userà per prima armi nucleari (la Costituzione russa lo vieta).

Fine ABM, scudo stellare e Atomic First Strike

Ricordiamo che il nuovo Start non avendo posto alcun limite al progetto di «scudo» antimissili, aveva avuto come conseguenza il dispiegamento da parte degli Usa, in Polonia e Romania, di un sistema antimissili, a ridosso del territorio russo, con capacità di difesa e di offesa; esso fu attivato insieme ad altri sistemi di lancio di missili intercettori ma anche da attacco nucleare su 18 navi da guerra dislocate in aree vicine al territorio russo. Allo scopo di attivare lo scudo, gli USA abbandonarono il trattato ABM (1972) sulla proibizioni di missili antimissile, nel 2002. L’installazione di tali missili provocò oltretutto la violazione e la conseguente disattivazione, nel 2019, del Trattato INF il quale aveva eliminato gli euromissili dal teatro europeo a partire dal 1987.
Lo «scudo» è oggi parte organica della possibilità di attuazione dell’atomic first strike, la dottrina militare USA che confida nell’efficacia di un attacco atomico di sorpresa verso la Russia e sulla capacità di minimizzare gli effetti della eventuale risposta nucleare del paese colpito intercettandola con missili antimissile. A questa follia atomica gli USA puntano ormai da decenni.

Quando il progetto dello «scudo» fu reso noto, Mosca dichiarò che esso avrebbe portato «inevitabilmente ad una nuova fase della corsa agli armamenti, minando l’essenza stessa del trattato sulla riduzione della armi nucleari». Il premier Putin a fine dicembre 2009 aveva, infatti, dichiarato: «La Russia deve sviluppare armi offensive per far fronte allo scudo antimissile americano. E se vogliamo salvaguardare l’equilibrio, dobbiamo stabilire lo scambio di informazioni» per una «nuova strategia offensiva» di Mosca «per mantenere l’equilibrio». Putin osservava: «Con una sorta di “ombrello”, i nostri partner si sentiranno sicuri e faranno tutto ciò che vorranno, l’equilibrio sarà infranto e ci sarà una maggiore aggressività sia in politica che in economia».
Puntualmente, nel discorso del presidente russo Putin sullo stato della nazione, nel 2018, egli mostrerà su due grandi schermi i nuovi tipi di armi strategiche sviluppati dalla Russia (***).

Ricordiamo che gli arsenali nucleari russi e statunitensi costituiscono il 90% del totale globale. Manlio Dinucci sul notiziario internazionale Grandangolo – 87esima puntata – denuncia la volontà dell’Ucraina di Zelensky di volersi dotare nuovamente di armi nucleari.

Lo conferma il New York Times: “L’Ucraina ha rinunciato a un gigantesco arsenale nucleare 30 anni fa. Oggi ci sono rimpianti”. Con la disgregazione dell’URSS nel 1991, l’Ucraina si è trovata in possesso del terzo arsenale nucleare più grande del mondo: circa 5.000 armi strategiche e tattiche. Sono state rimosse negli anni Novanta in base ad accordi tra Stati Uniti, Russia e Ucraina. Non è stata però rimossa la capacità tecnologica acquisita dall’Ucraina nel campo nucleare militare durante il confronto USA-URSS.

“L’Ucraina – avverte il presidente Putin – intende creare proprie armi nucleari, e non si tratta di un semplice vanto. L’acquisizione di armi nucleari sarà molto più facile per l’Ucraina rispetto ad altri Stati, che stanno conducendo tali ricerche, soprattutto se Kiev riceverà un supporto tecnologico straniero. Non possiamo escludere questo. Se l’Ucraina acquisisce armi di distruzione di massa, la situazione nel mondo e in Europa cambierà drasticamente”

Il nostro Paese, violando le leggi internazionali, detiene armi nucleari sul proprio territorio. Siamo in prima linea e SIAMO UN PAESE OGGETTO DI RITORSIONI NUCLEARI. Il ministro degli esteri russo Lavrov aveva denunciato che «Stati europei non-nucleari membri della Nato, violando il Trattato di non-proliferazione, vengono addestrati dagli Usa all’impiego di armi nucleari tattiche contro la Russia». L’avvertimento è anche per l’Italia che nelle basi di Ghedi ed Aviano dispiega le bombe nucleari B61, attualmente in fase di sostituzione con le più moderne B61-12.

La simulazione della guerra nucleare nel cuore dell’Europa messa a punto dall’Università di Boston vedrebbe il nostro Paese colpito da nord a sud in rapidissima sequenza. Già nelle prime ore del conflitto si conterebbero più di 90 milioni di persone uccise e ferite in Europa.

https://www.francescocappello.com/2022/09/24/le-prime-ore-del-conflitto-produrrebbero-piu-di-90-milioni-di-persone-uccise-e-ferite/

Il mondo è ad un bivio

Da Varsavia, il presidente Biden promette di essere a fianco del presidente Zelensky qualunque cosa accada”. Gli fa eco la presidente Meloni che tiene a rassicurare il presidente ucraino: “L’Italia sarà con voi sino alla fine”.
Nel frattempo, sommergibili atomici e missili a testata nucleare ipersonici (vedi attuale missione ammiraglia Gorshkov) russi tengono sotto tiro gli USA in acque internazionali davanti alle loro coste.

Sempre più necessario ed urgente la costruzione di un fronte allargato, un’alleanza trasversale di cittadini, che si opponga alla partecipazione belligerante del nostro Paese alla guerra.
Invitiamo a partecipare attivamente alla

CAMPAGNA – FUORI L’ITALIA DALLA GUERRA

(*) La prima versione dello START fu firmato il 31 luglio 1991, cinque mesi dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica, da George H.W. Bush e Mikhail Gorbaciov. La sua ultima versione è stata siglata Barack Obama e Dmitry Medvedev nel 2010. Esso scaduto nel febbraio 2021 era sato rinnovato per altri cinque anni, sino al 2026 da Joe Biden e da Putin. Più che di riduzione delle armi nucleari finalizzate al disarmo si è trattato di una ristrutturazione finalizzata al riammodernamento e potenziamento degli arsenali atomici. Si rinuncia al vecchio per perseguire il nuovo adattandolo ai nuovi scenari geostrategici. Soprattutto la corsa agli armamenti nucleari si svolge non tanto sulla quantità ma, sempre più, sulla qualità delle armi.
(**) Il regime di ispezione, peraltro sospese nel periodo pandemico, prevede che entrambe le parti possano vigilare sulla corretta applicazione delle clausole. Allo scopo Russia e Stati Uniti devono concedere ogni anno fino a di 18 ispezioni, con un preavviso minimo di 32 ore.
(***) Un missile da crociera lanciato dall’aria armato di testata nucleare, con raggio d’azione praticamente illimitato essendo alimentato a energia nucleare, una rotta imprevedibile e la capacità di penetrare attraverso qualsiasi difesa anti-missile;
I missili Kinzhal e Avangard con velocità ipersonica (oltre 10 volte quella del suono);
Il missile balistico intercontinentale Sarmat da 200 tonnellate su piattaforma mobile, con raggio di 18000 km, armato di oltre 10 testate nucleari che manovrano a velocità ipersonica per sfuggire ai missili intercettori;
Un drone sottomarino più veloce di un siluro che, alimentato a energia nucleare, percorre distanze intercontinentali a grande profondità colpendo porti e fortificazioni costiere con una testata nucleare di grande potenza.
“Putin rivela le caratteristiche di tali armi perché sa che gli Stati uniti stanno sviluppando armi analoghe e vuole avvertirli che la Russia ormai è al loro livello o a un livello superiore”.

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