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Gli Usa ora addestrano l’esercito di Taiwan in modo sempre più palese. Un intero battaglione di Taiwan si appresta a recarsi negli Stati Uniti. Un intero battaglione: sarà la prima volta e avverrà nella seconda parte del 2023.
Lo ha scritto l’altro ieri, mercoledì 22 febbraio 2023, Focus Taiwan, cioè l’edizione internazionale della Central News Agency, l’agenzia di informazione della stessa Taiwan. Più chiaro di così… Già è in corso la guerra in Ucraina, ed è come se gli Stati Uniti avessero ulteriormente incendiato la miccia in grado di far esplodere il mondo intero.
Infatti la Cina rivendica la sovranità sull’isola di Taiwan, di fatto autonoma. Taiwan a sua volta rivendica la sovranità sull’intera Cina. Gli Stati Uniti difendono Taiwan e intrattengono con essa sempre più fitti rapporti. La cosa prima o poi presumibilmente porterà a una resa dei conti fra Cina e Stati Uniti. Le relazioni fra i due Paesi sono ormai piuttosto tese. Autorevoli voci statunitensi descrivono Taiwan come la prossima Ucraina e parlano di Usa e Cina in guerra per Taiwan nel 2025.
Gli Usa addestrano l’esercito di Taiwan
Nel quadro della guerra fra Occidente e Russia in Ucraina, sarebbe il caso di gettare acqua sul fuoco. Il battaglione di Taiwan che va ad addestrarsi negli Usa è invece benzina. Tanto più che, come il Wall Street Journal ha detto ieri, giovedì 23 febbraio 2023, gli Usa stanno anche quadruplicando la loro presenza militare a Taiwan. Lo scopo è sempre il medesimo: addestrare l’esercito taiwanese.
Sempre a quanto dice il Wall Street Journal, alcuni piccoli contingenti di soldati di Taiwan già hanno ricevuto un addestramento di grado ordinario presso la base statunitense di Camp Grayling, nel Michigan. Ma durante la seconda metà di quest’anno avrà luogo un addestramento avanzato. Soprattutto, come riporta l’agenzia di informazione di Taiwan, l’addestramento riguarderà un intero battaglione: 500 soldati. Non era mai accaduto. Finora, i soldati di Taiwan sono andati ad addestrarsi negli Usa in termini di plotone: 25-60 persone. Al massimo, una compagnia: 80-150 effettivi.
Anche se i numeri assoluti sono poca cosa, l’addestramento dei soldati di Taiwan negli Usa si moltiplica per quattro. Esattamente come la presenza dei soldati statunitensi a Taiwan. Il segnale è chiaro, e certo Pechino non lo apprezza.
In ogni caso, tutti questi scambi miliari accennano al fatto che il destino di Taiwan non si deciderà in maniera pacifica, con un qualcosa tipo elezioni e trattative.
Le delegazioni degli Stati Uniti a Taiwan
In questo medesimo quadro muscolare, è appena terminata la visita a Taiwan (non confermata ufficialmente) del vicesegretario aggiunto statunitense alla Difesa. La Cina si è arrabbiata.
Proprio per non irritare la Cina, fino a poco tempo fa gli esponenti degli Stati Uniti si recavano a Taiwan solo molto, molto di rado e si trattava perlopiù di personaggi di basso profilo. Ma ora non più. Oltre al vicesegretario alla Difesa, anche due delegazioni di parlamentari Usa sono appena tornate da Taiwan.
Hanno chiesto pace, dialogo, accordo? Macché. I due capi delegazioni hanno invece osservato che Taiwan non è ancora pronta a difendersi. Che l’unica via per impedire l’annessione alla Cina è imbottire Taiwan di armi statunitensi.
Si tratta dello stesso copione che gli Usa hanno già recitato in Ucraina. Le armi, lo si è visto, non scongiurano la guerra: la rendono anzi drammaticamente vicina e poi concreta.
Il braccio di mare che separa Taiwan dalla Cina è largo circa 200 chilometri. Gli Stati Uniti seminano le loro armi nel mondo, a un tiro di schioppo dalle potenze rivali. Chissà come la prenderebbero se le armi delle grandi potenze rivali si posizionassero in Canada o in Messico, vicino ai loro confini.
GIULIA BURGAZZI
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