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Tutti i giorni lavoravano dalle 12 alle 14 ore, in garage o nel seminterrato, e venivano pagati non più di 10 euro, meno di 1 euro l’ora: tutti ovviamente erano in “nero”, senza contratto, e la stessa azienda che li sfruttava è risultata essere un’azienda “fantasma”, priva di qualsivoglia autorizzazione e allestita abusivamente in una struttura che sarebbe dovuta essere soltanto un box auto. Insomma, senza alcuna comunicazione al Comune o alle autorità si era costruito un impianto produttivo nel garage di casa.
La Polizia Locale del Montorfano ha smascherato l’imprenditore bresciano di 50 anni, residente a Cologne, che per mesi avrebbe portato avanti l’attività illecita: denunciato, rischia fino a 6 anni di carcere e una multa di almeno 50mila euro. Non solo: sono in corso gli accertamenti da parte del Nil, il Nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri, che potrebbero rimpolpare le accuse (oltre che le sanzioni).
L’uomo è stato intercettato dagli agenti mentre consegnava delle guarnizioni in gomma in alcuni condomini di Cologne. E’ qui che vivevano e lavoravano i circa 10 immigrati di origini ghanesi che di fatto sarebbero stati i suoi “schiavi”: l’imprenditore produceva le guarnizioni, gli stranieri per meno di 1 euro l’ora (per la precisione: 70 centesimi) si occupavano della pulizia e della messa a punto.
Diversi i capi d’accusa a carico del 50enne bresciano, in gran parte per sfruttamento del lavoro ma anche per violazioni al Testo unico sull’edilizia. Come norma prevede, potrebbe anche essere obbligato ad assumere i lavoratori fino ad oggi in nero, e a pagar loro i contributi previdenziali arretrati.
* da BresciaToday
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