Ambiente. La bistecca inquina (molto) più della plastica. Ma non vogliamo sentircelo dire.
Il primo gesto utile per salvare il
pianeta dovrebbe essere la riduzione del consumo di carne. Ogni volta
che sostituiamo un chilo di carne con un chilo di verdura risparmiamo al
pianeta circa 15 mila litri di acqua.
L'Espresso A. Gilioli
Sarà colpa di tanti vegani, che con il loro integralismo provocano stizza
e quindi servono malissimo la loro stessa causa. Sarà colpa di una
subcultura superficiale che considera l’abboffarsi di carne un gesto di
ribellione contro il politicamente corretto. O forse è colpa di un
increscioso equivoco machista, che scambia l’iperconsumo di bistecche
con la virilità. Chissà.
Fatto sta che abbiamo tutti imparato a separare la plastica e a non
buttare le cicche di sigaretta in mare, ma è pochissimo entrato nella
coscienza comune un fatto banale: il primo gesto utile, se si vuol salvare il pianeta, è limitare drasticamente il proprio consumo di carne.
Non è questione di animalismo, né tanto meno di “disneyzzazione” di
vacche o maiali: è un dato di realtà, già emerso al primo Summit sulla
Terra tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992. Nello stesso anno usciva negli
Stati Uniti il più completo e deciso atto d’accusa sugli effetti
dell’industria massiva della carne: “Beyond Beef”, di Jeremy Rifkin,
tradotto poi in italiano con il titolo “Ecocidio” (Mondadori 2001), dove
si dimostravano i disastri ambientali e sociali causati dallo
sfruttamento di milioni e milioni di ettari per la coltivazione di
prodotti vegetali destinati agli allevamenti intensivi di bestiame.
Da allora la letteratura scientifica sul tema ha fatto grandi passi
avanti, eppure pochi hanno ancora coscienza dell’impatto ambientale
determinato da una dieta fortemente carnivora. Anzi: il consumo di carne
cresce anche in Italia, fino a sfiorare gli 80 chili annui pro capite.
Poco rispetto agli Stati Uniti - per fortuna - ma comunque troppo in un
contesto di produzione alimentare che è diventato un’industria
devastante: il 70 per cento della produzione globale di cereali finisce nelle mangiatoie degli animali da macello e
per ogni chilo di manzo si produce una quota che arriva fino a 60 chili
di CO2 equivalente (pari a oltre 20 litri di benzina bruciati da
un’automobile di media cilindrata). Senza dire dello spreco di acqua
dolce, dato che un terzo delle risorse idriche mondiali viene utilizzato
per gli allevamenti: ogni volta che sostituiamo un chilo di carne con
un chilo di verdura risparmiamo al pianeta circa 15 mila litri di acqua.
Ognuno mangi quello che vuole, naturalmente: ma che ciascuno ne conosca le conseguenze, per decidere in modo informato.
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