Con minacce ed estorsioni terrorizzavano commercianti e imprenditori dei
comuni di Ardea, Pomezia e Torvajanica nell'area metropolitana della
capitale. Durante l'operazione sventato un sequestro.
repubblica.it
"Qua se c'è qualcuno che comanda sono i
Fragalà e basta. A Torvajanica abbiamo sempre comandato noi. La prossima
volta che rientra qua, ti faccio uscire con i piedi davanti. E vai a
dirlo a Sebastiano".
Così diceva, in una conversazione intercettata il 5
febbraio del 2016, Ignazio Fragalà a due persone che attribuivano a
Sebastiano Giuliani, un pregiudicato, un potere criminale sul territorio
di Torvajanica. I Fragalà ritenevano di avere l'esclusiva commerciale
(e non solo) sul litorale pontino al punto da ideare e realizzare atti
intimidatori ai danni dei proprietari della pasticceria 'La Salernitana'
che stava per aprire a Torvajanica, nonostante questi ultimi - si legge
nell'ordinanza del gip Corrado Cappiello che ha firmato 33 misure
cautelari - vantassero aderenze con la 'ndrangheta e fossero
spalleggiati da esponenti di Cosa Nostra Catanese quali i Mascali intesi
'Catinà.
Il capo clan, Alessandro Fragalà, a un familiare diceva: "Chi mi ha
frequentato, chi ha camminato con me puo' dire chi sono io. Io quando mi
sento tradito da qualcuno, che potrebbe anche essere mio padre o mio
figlio, io gli sparo. Dice 'che ammazzeresti tuo figlio?', "Sì, sì,
perchè no? Se mio figlio cammina con me e facciamo il reato insieme e mi
tradisce, io lo ammazzo".
Stamattina i carabinieri del Ros, coordinati dalla Direzione
distrettuale antimafia di Roma, hanno disarticolato il clan mafioso
Fragalà, operante nell'area metropolitana romana e in particolare nei
comuni di Ardea, Pomezia e Torvajanica. Sono stati eseguiti numerosi
arresti e perquisizioni in provincia di Roma e Catania. Il clan aveva
determinato "un pesante clima di intimidazione ai danni di commercianti e
imprenditori locali, costretti a subire estorsioni attraverso
attentanti dinamitardi e minacce". Ricostruito anche un consistente
traffico di cocaina, marijuana e hashish, sostanze importate dalla
Colombia e dalla Spagna grazie ad alleanze con gruppi criminali
camorristici e siciliani. Nel corso delle indagini oltre a sequestri di
partite di droga e armi da fuoco, è stato sventato un sequestro di
persona, liberando l'ostaggio e arrestando gli 8 responsabili.
"Arresti e perquisizioni tra Roma e la Sicilia: così i carabinieri del
Ros, coordinati dalla Dda della capitale, hanno fatto pulizia con un
duro colpo al clan mafioso Fragalà. E' una notizia che fa cominciare
bene la giornata. Grazie alle forze dell'ordine e agli inquirenti, la
lotta ai criminali non si ferma mai": questo il commento del ministro
dell'Interno, Matteo Salvini, sul blitz antimafia del Ros con arresti e
perquisizioni tra Roma e Catania.
"Il provvedimento cautelare è significativo sia per i 33 arresti sia per
le dinamiche criminali mafiose messe in luce dall'inchiesta. Il
territorio del litorale è sensibile, lo abbiamo visto già con Ostia, e
oggi lo vediamo con Pomezia e Torvajanica". Lo ha detto il procuratore
facente funzioni di Roma, Michele Prestipino, nel corso di una
conferenza stampa al Comando Provinciale dei carabinieri sull'operazione
che ha portato all'arresto di 33 persone legate al clan mafioso
catanese dei Fragalà.
"Tra le persone arrestate - continua Prestipino - c'è anche Francesco
D'Agati, un uomo di Cosa Nostra. Anni fa era capo mandamento di
Villabate, alle porte di Palermo. Uno dei mandamenti al centro delle
storiche indagini di Dda del capoluogo siciliano. Un'inchiesta durata
due anni, partita con Giuseppe Pignatone, e che ha portato alla luce una
famiglia mafiosa a tutto tondo, perchè i componenti risiedono e operano
in questo spazio criminale. Nell'esercizio di queste attività - ha
spiegato Prestipino - il clan di origine catanese si è 'federato' con
altri gruppi criminali, in particolare con uomini vicini ai Casalesi con
cui hanno dato vita a un cartello mafioso. Nel tempo abbiamo colto,
infatti, rapporti con i Fasciani di Ostia e con i gruppi napoletani dei
Senese e Pagnozzo. E sono risultati dall'attività di indagine contatti
tra esponenti politici locali e uomini del clan. Questo dà la misura di
quanto questo gruppo sia stato capace di penetrare nel territorio del
lungomare laziale".
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mercoledì 5 giugno 2019
Sud di Roma. Mafia, blitz del Ros contro il clan Fragalà. Il boss intercettato: "Se mi sento tradito, ammazzo anche mio figlio".
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