La
multinazionale cui è stata data l’ILVA da un sistema politico per il
quale la politica industriale è accogliere le multinazionali,
l’ARCELORMITTAL, pretende ora che il governo proroghi quella immunità
penale che era stata elargita da Renzi nel 2015.
Pensate qual è il concetto di legalità quando si tratta di affari.
Pensate qual è il concetto di legalità quando si tratta di affari.
Il governo gialloverde nel decreto sblocca cantieri ha fatto propria questa devastante priorità degli affari, concedendo alle imprese una maggiore flessibilità e assenza di regole nella giungla degli appalti. Di Maio a sua volta ha vantato la riduzione dei contributi INAIL a carico delle imprese, nonostante la strage di lavoratori.
Però sull’Ilva, anche per la rivolta della popolazione di Taranto, il governo ha deciso di dire basta alla scandalosa impunità per i danni alla salute. Subito la Confindustria ha proclamato che così non va: come si possono attrarre investimenti esteri in Italia se si trattano così male i benefattori Arcelor? E il PD di Calenda tacendo acconsente.
Non sappiamo se questa sacrosanta abolizione dell’immunità per il massacro ILVA resterà, o se prevarrà come su altri provvedimenti governativi la politica filopadronale di Salvini. Però tutto questo è molto istruttivo. Secondo la Confindustria e i suoi compari politici Lega e PD in Italia si può fare l’imprenditore solo se se si è al di sopra delle leggi. E più si è grandi, più le leggi devono sparire, come per nobili e sovrani nel Medio Evo..
Bene è giunto il momento di far capire a ArcelorMittal e compagnia che o imparano a rispettare i contratti, le leggi, le persone e l’ambiente, oppure dovranno essere trattati come fuorilegge, finora vergognosamente impuniti.
Basta col ricatto criminale: o il lavoro, o la salute e i diritti. Imparate a fare gli imprenditori nella legalità.
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