Il paese è l'Italia, la città è Taranto, l'anno è il 2019, il problema è la valutazione del danno sanitario legato all'impatto ambientale dell'industria siderurgica.
Sul sito ufficiale del Ministero dell'Ambiente, cercando con le parole chiave "valutazione danno sanitario ilva" un cittadino interessato al problema ottiene come laconica risposta "nessun risultato trovato".
Un cittadino più informato può provare su un altro sito dello stesso ministero, quello dedicato alle valutazioni e autorizzazioni ambientali. Si ottengono 37 risultati, nessuno dei quali è la pagina pertinente alle informazioni di nostro interesse.
Conclusa senza successo la ricerca sui
siti del ministero dell'Ambiente, si prova sul sito del comune di
Taranto, usando come parole chiave "rapporto di valutazione del danno sanitario".
Il risultato della ricerca è un solo documento,
che contiene riferimenti ad un rapporto pubblicato nel 2015 su dati
aggiornati al 2013, che non sono i più recenti a disposizione delle
istituzioni.
A questo punto, dopo aver usato senza
successo i motori di ricerca forniti dai siti istituzionali che hanno
il dovere di informare i cittadini, restano tre opzioni: arrendersi all'ignoranza, vagare a casaccio controllando quei siti pagina per pagina e allegato per allegato o in alternativa attendere la telefonata di un amico bene informato.
L'amico si rivela più efficiente dei motori di ricerca e ti segnala la pagina "Osservatorio Ambientale" sul sito del comune di Taranto, suggerendoti di cliccare sul link "Riesame AIA" anche se vuoi informazioni sanitarie
e non informazioni sull'Autorizzazione Integrata Ambientale (un
documento che serve alle aziende per operare a norma di legge e non ai
cittadini per capire che danni sanitari fanno le aziende in questione).
Arrivato su quella pagina, basta cliccare sull'unico testo cliccabile, "Link al portale del Ministero" per tornare su uno dei siti già visitati in senza successo, in una pagina sfuggita alle ricerche precedenti in quanto non si fa menzione alcuna del danno sanitario.
A questo punto basta cliccare alla voce "Istanza comune di Taranto" (non sul testo che non è cliccabile, ma sull'icona "PDF" in fondo alla riga) per strappare alle istituzioni dei brandelli di informazioni che sono pubbliche in teoria ma oscurate in pratica.
Il documento in questione è una istanza presentata dal Sindaco del Comune di Taranto, che contiene anche informazioni di carattere sanitario.
Si tratta di una richiesta al ministero dell'Ambiente protocollata col numero 70759 il 21 maggio 2019,
dove il Sindaco di Taranto chiede al ministro Costa di riesaminare
l'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all'industria
siderurgica, chiedendo "condizioni di esercizio più severe per acclarati motivi sanitari", richiesta che il ministro ha ritenuto di dover accogliere, smentendo implicitamente le riduzioni di emissioni nocive del 20% millantate da Luigi Di Maio, bufale già contestate in diretta streaming dall'associazione PeaceLink.
Sfogliando questo documento (che sfugge ai motori di ricerca perché le pagine sono salvate come immagini e non come testi) la persona interessata alla valutazione del danno sanitario legato all'impatto ambientale dell'industria siderurgica può finalmente scoprire quanto segue:
Nel corso del 2018 è stato aggiornato lo "Studio Sentieri", coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità.
Da
questo studio risulta che a Taranto è aumentato rispetto ai valori di
riferimento il rischio di morire per le malattie associate
"all'esposizione industriale specifica" della città di Taranto.
Sempre
dallo stesso studio risulta che "nel periodo 2002-2015 sono stati
osservati 600 casi con Malformazione Congenita, con una prevalenza
superiore all'atteso calcolato su base regionale". Vuol dire che a
Taranto, secondo i dati che il Comune attribuisce all'Istituto Superiore
di Sanità, nascono più bambini con malformazioni rispetto a quello che
ci si aspetta nel resto della regione.
1) Nel corso del 2018 è stato aggiornato lo "Studio Sentieri",
coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità, lo studio che raccoglie i
dati sulle cause di morte e malattia in Italia, evidenziando i luoghi
dove certe malattie hanno un'incidenza superiore a quello che ci si
aspetta nel resto della regione.
2) Da questo studio risulta che a Taranto è aumentato rispetto ai valori di riferimento il rischio di morire per le malattie associate "all'esposizione industriale specifica" della città di Taranto.
3) Sempre dallo stesso studio risulta che "nel
periodo 2002-2015 sono stati osservati 600 casi con Malformazione
Congenita, con una prevalenza superiore all'atteso calcolato su base
regionale". Vuol dire che a Taranto, secondo i dati che il
Comune attribuisce all'Istituto Superiore di Sanità, sono nati più
bambini con malformazioni rispetto al valore atteso nel resto della
regione.
In un paese civile le istituzioni comunicano i dati e i cittadini li discutono.
In un paese civile queste informazioni sarebbero già state comunicate
alla cittadinanza con l'evidenza, il rilievo e l'accessibilità sui siti
istituzionali che meritano gravi questioni di carattere sanitario.
In Italia invece accade che i cittadini si trovano a dover comunicare dati che le istituzioni hanno reso difficili da raggiungere, e poi i responsabili istituzionali della salute pubblica discutono quei dati dopo che altri li hanno divulgati al posto loro.
Iniziano a discutere i giornali e le agenzie, che pubblicano la segnalazione fatta dall'associazione PeaceLink quando sono stati scoperti questi dati sanitari negli atti del Comune di Taranto.
Discute il ministro della Salute Giulia Grillo, ignorando o fingendo di ignorare che i dati contestati sono relativi al periodo 2002-2015, mentre in un comunicato ufficiale del ministero si parla di "dati che riguardano il periodo 2006-2013", aggiungendo che "i cittadini di Taranto non devono più sentirsi soli o, peggio ancora, abbandonati".
Non c'è bisogno di sentirsi abbandonati: a Taranto basta e avanza sentirsi più informati del ministro della Salute sulle questioni che riguardano la salute, confermando che nel partito/azienda di Casaleggio l'ignoranza vera o simulata non è obbligatoria ma fa comunque curriculum.
Discute perfino il consigliere regionale Gianni Liviano, lo stesso che a Taranto distribuiva le cozze in piazza con Legambiente poco prima che ne venisse proibita la vendita per lo sforamento dei limiti di diossina e PCB.
Forse a Taranto ha pochi amici in grado di guidarlo nella complessa navigazione dei siti istituzionali, e quindi Liviano scende dalle nuvole di fronte ai dati sulle malformazioni, non ha idea di come raggiungere quelle informazioni sanitarie che lui e i rappresentanti delle istituzioni avrebbero il dovere di conoscere, studiare e condividere
con i cittadini, e telefona incredulo alla Asl per chiedere conferma
dei dati comunicati dalla stessa Asl all'Istituto Superiore di Sanità,
utilizzati nello studio epidemiologico Sentieri, che il Comune di
Taranto segnala come aggiornato già dal 2018 a insaputa di Liviano.
Con lo scatto del bradipo che si risveglia in mezzo a un incendio, Liviano reagisce a metà 2019 su dati del 2018, a
conferma del solerte tempismo dei nostri rappresentanti istituzionali,
che si interessano di salute pubblica e dei dati che la misurano solo
quando le associazioni raggiungono i giornali, e ritengono assolti i loro doveri con qualche dichiarazione a effetto e un paio di post su Facebook.
Con grande sprezzo del ridicolo,
senza spiegare cosa avrebbe fatto lui se avesse scoperto al posto degli
ambientalisti quei dati già pubblicati ma non pubblici, tra una PEC e
l'altra Liviano promette di incatenarsi allo stabilimento siderurgico
se i dati già confermati dalla Asl all'Istituto Superiore di Sanità
risulteranno personalmente confermati anche a lui, minacciando in caso
contrario denunce di procurato allarme contro ignoti per dati
che non sono stati diffusi da ignoti, ma dal Sindaco Melucci sul sito
del Comune di Taranto, dati che altri hanno solo reso noti dopo che erano già stati resi pubblici.
Non si è fatta attendere la risposta della pediatra Annamaria Moschetti: "se Liviano è una persona seria adesso deve incatenarsi ai cancelli dell'ex Ilva".
Nel frattempo l'istituto Superiore di Sanità rimanda a luglio (quando il governo si sarà lasciato alle spalle il tavolo di confronto con le associazioni sull'inquinamento industriale, previsto per il 24 giugno) la pubblicazione ufficiale dei dati che per il ministro Grillo sono ancora in via di aggiornamento, e che il sindaco di Taranto ha trasformato in un segreto di Pulcinella citandoli in un atto formale della sua amministrazione.
Sono gli stessi dati che il Comune di Taranto dichiara già disponibili dal 2018, quei 600 bambini nati con malformazioni tra il 2002 e il 2015, che
a giugno 2019 hanno fatto notizia grazie alle denunce delle
"ecosentinelle", e nel dicembre 2018 venivano menzionati senza troppo
clamore nella "Valutazione del Danno Sanitario" realizzata da Arpa Puglia e dalla stessa ASL di Taranto a cui ha telefonato Gianni Liviano per dissipare la nebbia della sua confusione.
La Valutazione del Danno Sanitario (VDS) è un altro dei documenti parcheggiati negli angoli più oscuri del "deep web" del ministero dell'Ambiente, dove possiamo scoprire nuove informazioni che si aggiungono a quelle segnalate dal Comune di Taranto, viene indicato un eccesso di ricoverati per linfomi di Hodgkin in età pediatrica, e si specifica che le malformazioni di neonati in eccesso rispetto ai valori di riferimento riguardano quelle agli arti e al sistema nervoso.
Il risultato di questa circolazione di informazioni sanitarie a scoppio ritardato, indegna di un paese civile, è un imbarazzante teatrino di politici che nascondono dietro un polverone di chiacchiere le gravi omissioni delle istituzioni preposte a tutelare la salute pubblica.
Nel frattempo ai cittadini di Taranto
sono state negate per mesi le informazioni sulle morti e sulle malattie
legate all'industria, marcando nel modo più tragico la differenza tra sudditi obbligati ad accettare un rischio sanitario ignoto
e cittadini informati, consapevoli dei rischi legati ad un modello di
sviluppo economico e industriale che hanno scelto comunque di accettare.
Quelli che ieri parlavano di bonifiche e riconversione prima di convertirsi all'industrialismo
(e come loro quelli che minacciano denunce per procurato allarme verso
chi colma la loro ignoranza, svolgendo compiti di informazione civica
che loro non sono in grado di assolvere) probabilmente non sono in grado di progettare un futuro diverso per Taranto nel mondo reale.
Potrebbero però fare lo
sforzo di attenersi alla verità dei fatti, e riconoscere nel mondo
virtuale dell'informazione il diritto dei cittadini che vivono nelle
aree ad elevato rischio ambientale ad avere informazioni chiare, precise, complete e aggiornate digitando sui motori di ricerca delle istituzioni le fatidiche parole "valutazione danno sanitario".
Ma purtroppo da questo cocktail fatto di
rivelazioni e smentite, ignoranza e informazione, scienza e
cialtroneria, bufale e spacconate emerge una amara e cruda realtà: a Taranto non è negato soltanto il diritto alla salute, ma anche il diritto alla conoscenza.
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