Ad ognuno sarà dedicato un anno di lavoro: convegni, mostre, film, viaggi, raccolta di materiale, laboratori e atelier. “Non saranno occasioni estemporanee – spiegano gli organizzatori – faremo un percorso di studio che coinvolgerà insegnanti ma anche coloro che saranno i futuri maestri. Di alcune di queste persone ci sono centri, associazioni, fondazioni ma di altri si conosce poco. Vogliamo rendere “pop” o meglio popolare il loro straordinario lavoro perché siamo convinti che non vi possa essere alcuna riforma che non tenga conto dei loro insegnamenti”.
Intanto nei giorni scorsi è stato inaugurato il progetto dando inizio al primo anno, dedicato ad un maestro della scuola dell’infanzia che è stato anche dirigente scolastico: Gian Franco Zavalloni, autore de “La pedagogia della lumaca”. A villa Mazzotti oltre duecento insegnanti si sono incontrati per ascoltare la moglie Stefania Fenizi che è anche docente, Simonetta Ferrari che è stata direttrice didattica del maestro Zavalloni, l’artista giocattolaio Roberto Papetti che ha lavorato con lui e Roberto Morselli, oltre alla pedagogista Monica Guerra dell’università Bicocca di Milano. Per la prima volta sono stati mostrati al pubblico i taccuini sui quali lavorava Zavalloni e le sue programmazioni fatte attraverso il disegno.
La moglie ha raccontato di quella volta che nei panni di presidente di commissione all’esame di Stato firmò gli attestati di promozione facendo un fiorellino mentre al Museo della Città è stata inaugurata una mostra con i disegni originali del maestro Zavalloni: venti pannelli che portano nei mondi e sulle “lune” che sapeva immaginare e ritrarre su qualsiasi pezzo di carta. A settembre la casa dei grandi maestri aprirà di nuovo le porte per ospitare dei laboratori dove gli insegnanti potranno, con l’aiuto di mani esperte, lavorare su alcuni concetti della “pedagogia della lumaca”, che chiama tutti all’appello per una scuola “lenta e non violenta”.
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