A chi conviene consegnare l'Italia a
Salvini? Tutti, dai 5 Stelle al Quirinale, dal Pd ai media, con l'aiuto
delle controproducenti interferenze di Parigi e Berlino, sembrano oggi
lavorare per preparare in autunno l'avvento di un governo a forte maggioranza lepenista,
che sarebbe la vera catastrofe dell'Italia e dell'Unione. Perché se non
si cambia strada alla svelta, questo sarà l'esito inevitabile. Un
fascismo del XXI secolo, nello stesso paese che ha inventato quello del
secolo passato.
La nomina di un governo voluto dai mercati e dall'Ue, che però non riceverà nessun voto nel parlamento italiano. Come si possa giudicare questo costituzionale, io davvero non lo capisco. Davvero un Presidente della Repubblica può bocciare un ministro per le sue idee? E quali sarebbero le idee eversive dell'ottuagenario Paolo Savona, membro eminente dell'establishment da quando chi scrive aveva i calzoni corti? L'intenzione nascosta di uscire dall'euro, peraltro negata ufficialmente?
In ogni caso, costituzionale o meno, l'azione del Presidente è politicamente sbagliata e controproducente. Per evitare l'instabilità di un governo euroscettico, un esperimento probabilmente destinato a durare poco, si sono aperte le porte a un autentico caos. Un governo di nessuno senza voti in Parlamento, mai visto nelle democrazie europee, che non potrà far altro dal condurre a un terrificante voto anticipato. In un clima interno di odio ancora più esasperato, con il Quirinale screditato perché percepito di parte da metà e oltre degli italiani, a torto o a ragione. Quanto alla famosa tutela del risparmio, bene, basta controllare l'andamento di spread e mercati in queste ore. Salvini non poteva augurarsi di meglio. Invece di trovarsi alle prese con l'arduo compito di mettere in pratica promesse irrealizzabili, con l'aiuto sonnambulo del Movimento 5 stelle, ormai da lui completamente plagiato, si trova a marciare verso una facilissima e trionfale nuova campagna.
Si può essere più maldestri di così? Sì, si può. Basta essere arroganti come il commissario Ue al bilancio, il signor Ottinger, che ha appena dichiarato: "I mercati insegneranno agli italiani a votare nella maniera giusta." Poiché il popolo non è d'accordo, il commissario Ottinger ha deciso di nominare un nuovo popolo italiano, per parafrasare un suo grande connazionale. E se il nostro infantile popolo non impara la lezione, se gli italiani si ostineranno a credere che la sovranità appartenga al popolo, come sancisce la Carta, e non ai mercati, come insegna sua eccellenza Herr Professor?
È una pena per chi è sempre stato europeista vedere la nobile idea di Unione finita nelle mani di queste caricature delle caricature borghesi di un Grosz. Senza neppure un dubbio, un'esitazione, dopo che in cinque anni il governo di Berlino ha perso uno dopo l'altro tutti gli alleati nelle capitali europee, prima all'Est, poi a Londra, poi a Parigi e Roma, ora a Madrid. Ed è una pena ancora più atroce per chi è sempre stato di sinistra assistere alla dissoluzione del glorioso socialismo europeo nella schiavitù totale a quel mercato che un tempo era il diavolo e oggi è un dogma divino. Senza la capacità di capire una realtà davvero semplice, che i popoli impoveriti d'Europa si rivolgono al populismo che millanta miracoli perché nessuna sinistra oggi li protegge più dalla selvaggia legge del più forte.
Questo era accaduto allora e sta per accadere di nuovo. Nel paese che l'ha inventato e nel quale è in corso da vent'anni un revisionismo storico impressionante, una vittoria della Lega in autunno significherebbe l'avvento di un nuovo fascismo. Eppure tutti stanno lavorando per questo. Si fermino a riflettere, prima che sia tardi.
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