A Sestri Levante, comune compreso tra il levante genovese e lo spezzino, una lista di Potere Al Popolo si presenterà alle elezioni amministrative, con Denise Blandi come candidata sindaco.
Quella che segue è una intervista collettiva a Palp di questo comune del Tigullio che ha deciso di dare continuità all’esperienza maturata durante la campagna elettorale alle elezioni politiche accentando la sfida anche per le amministrative.
Potere Al Popolo è riuscito ad agglutinare nel Tigullio, già nel corso della campagna per le elezioni politiche, un significativo e variegato raggruppamento di attiviste/i attorno ad un progetto in un territorio, quello tra il levante genovese e Spezia, in cui un tessuto militante frammentato e diviso stentava ad intervenire a 360° su questioni rilevanti che riguardano la popolazione “locale” e a riconoscersi in un ambito comune. Questa dinamica sembra che si sia consolidata ed estesa con le elezioni amministrative, quali sono secondo voi le caratteristiche di Palp che hanno contribuito a questo processo locale?
La caratteristica principale è essere andata oltre le appartenenze di ogni singolo partecipante alle assemblee. Dalla prima assemblea di Rapallo, al variegato gruppo che sostiene Denise come candidata a Sindaco di Sestri Levante, è facile trovare i vecchi appartenenti ai partiti della sinistra radicale, i giovani che si affacciano alla politica dopo percorsi di movimento e persone, anche di mezza età, che hanno sempre avuto a cuore i temi fondamentali e le lotte portate avanti da Palp, ma che solo in questo soggetto hanno trovato una vera e propria casa.
Una dato che salta all’occhio è la fascia d’età “molto bassa” di chi compone Palp nel Tigullio, e la presenza di attiviste e attiviste anche alle primissime armi al fianco di compagne e compagni di lungo corso che magari da tempo a digiuno di politica hanno deciso di impegnarsi nuovamente. In che modo si è consolidata questa aggregazione?
Si è aggregata assemblea dopo assemblea, riuscendo a utilizzare i social come luogo in cui organizzare gli eventi, più che come sfogatoio delle frustrazioni create dall’orrida politica mainstream che viviamo. È innegabile che le sensibilità siano diversissime, è anche stato un momento di scontro, ma è lì che è nato un senso di appartenenza oltre le proprie convinzioni. Il momento decisivo è avvenuto tra le politiche e la decisione di presentarsi a Sestri. In vista delle elezioni politiche molti neo-militanti si sono affacciati alla burocrazia statale con stupore e curiosità, è stato quasi paradossale scoprire le pieghe della cervellotica legge elettorale, volta ad escludere voci dissonanti come la nostra, di cui si è dotata la classe parlamentare dominante. È stato anche divertente spiegare, a chi per esempio non aveva mai votato, come funzionasse il ruolo del rappresentante di lista.
Quanto hai inciso nel consolidamento di questo gruppo la scelta di andare alle amministrative come Potere Al Popolo?
Fondamentale. Per continuare il discorso iniziato con la precedente domanda, l’aggregazione definitiva si è avuta intorno all’avventura di Sestri Levante, tutto il processo nato dalla costituzione del programma, della scelta delle candidature, a cui hanno concorso compagni provenienti da tutto il Tigullio, sentendo come proprio anche questo passaggio puramente amministrativo.
Sestri Levante è stata sempre caratterizzata da una forte connotazione operaia dovuta in particolare alla presenza del cantiere navale a Riva Trigoso e di altri stabilimenti industriali, come l’Arinox per esempio, quanto incide ancora il settore industriale nella situazione lavorativa sestrese e qual’è la percezione di questo comparto tra la popolazione? Qual è, in generale, la situazione occupazionale in questa località del Tigullio e quali sono le proposte di Palp locale?
La connotazione operaia, che giustamente citi, ha plasmato questa città. Si è poi innescato un processo di deindustrializzazione, che però non è stato bilanciato da politiche di difesa dei diritti dei lavoratori, e vede, ad esempio, una fetta sempre minore dei residenti occupata nella due fabbriche rimaste, con il ricorso, soprattutto da parte di Fincantieri, al subappalto generalizzato, con la conseguente guerra tra poveri innescata da padroni e partiti xenofobi, e la diffusa precarietà delle fasce giovanili. Le nostre proposte si rifanno alle campagne nazionali si PaP su questi argomenti, mentre nel ristretto ventaglio di inverventi in ambito comunale non possiamo che notare una certa disattenzione al tema sociale di supporto e aiuto a chi si ritrova senza lavoro.
Nell’assemblea del 19 aprile in cui è stata scelta la candidata sindaco Denise Baldi, sono emerse alcune forti criticità che tendono a mettere in discussione la narrazione della buona amministrazione dell’attuale sindaca del PD, Valentina Ghio, che si ripresenterà con una “lista civica” anche a queste amministrative. Tra i nodi più rilevanti che scalfiscono questa narrazione c’é l’inquinamento delle falde acquifere, e la pessima qualità dell’acqua potabile – la cui gestione, tra l’altro, è in mano ad una società privata che fa capo a Veolia – e di quella marina. Questa situazione è data dal non avere affrontato alcune “bombe ad orologeria” come l’ex miniera di Libiola e l’ex discarica F.I.T, oltre alla mancata depurazione delle acque. Potete parlare di questo problema in maniera più estesa?
Le vicende che citi riguardo l’inquinamento sono note: incombono sulle falde acquifere discariche di rifiuti tossici (Rio Gavornie, sul Bracco, in Comune di Castiglione e Libiola in comune di Sestri) sulle quali, per un motivo o per l’altro, non si è mai neppure ipotizzato un intervento di bonifica. Oltretutto assistiamo ormai da troppo tempo al balletto dei dati, non si capisce quanto reale e quanto strumentale, delle soglie di tossicità che certificano la contaminazione dell’acqua trattenendola nell’ambito della potabilità, anche se in maniera sospetta, dato che non tutti i pozzi vengono analizzati, e i limiti di potabilità cambiano, come se ciò che un tempo era nocivo improvvisamente smettesse di esserlo.
Esistono acquedotti comunali di sorgente, sicuri dal punto di vista dell’inquinamento ma più difficoltosi e costosi nella gestione, quindi ovviamente il gestore privato, che ha nel profitto e non nel servizio pubblico il senso della sua essenza, li sottoutilizza, se non per dire lasciati a se stessi.
È per noi centrale, anche nel rispetto della volontà popolare già espressa chiaramente nel 2011 in un referendum nazionale, la ri-pubblicizzazione dell’acqua a beneficio dell’intera cittadinanza di oggi e di domani.
Un altro grande problema da risolvere è l’inquinamento dovuto alle acque nere che si riversano nel rio Ravino e negli altri rii che attraversano la città con i conseguenti miasmi e miscelazione delle acque.
La nostra proposta è per una manutenzione continua e il relativo monitoraggio per individuare gli scarichi abusivi, interventi necessari ma non sostitutivi alla realizzazione di una nuova rete fognaria; consapevoli che questa problematica non è di sola pertinenza comunale ma le cui responsabilità gravi derivano anche da Genova.
Un altro fattore di criticità emerso è quello dello svuotamento di funzioni dell’ospedale di Sestri Levante e della necessità di ripristino di standard sanitari adeguati, tra cui il monitoraggio delle possibili patologie dovute all’esposizione all’amianto causata dalla presenza del cantiere navale di Riva Trigoso. Quali sono le proposte di Palp riguardo a questo importante presidio sanitario in città?
Punto primo: potenziare la nostra struttura ospedaliera. E quando diciamo nostra, lo facciamo ricordando com’è nato l’ospedale di Sestri: dalla volontà e dall’auto-tassazione dei cittadini di Sestri. Vogliamo creare un punto di primo intervento, potenziare medicina fisica e riabilitazione e inserire pneumologia. Fare in modo che i piani al momento dismessi e inutilizzati siano al servizio della cittadinanza, facendo in modo che siano a disposizione di medici per l’ambiente che monitorino il quadro epidemiologico del territorio e controllino gli effetti provocati da amianto e malattie professionali
Mobilità, raccolta e gestione dei rifiuti sono altri aspetti centrali del governo di una città: qual è la situazione attuale e come intendete muovervi?
È innegabile riconoscere che il nuovo sistema di raccolta porta a porta, abbia dato risultati molto buoni arrivando ad una raccolta differenziata di circa il 75 per cento. Pensiamo però che una maggiore consapevolezza ed informazione possa portare ad un risultato migliore e ad un conferimento dei rifiuti più appropriato.
Proponiamo uno studio di fattibilità per l’insediamento sul nostro territorio di un impianto di compostaggio per i rifiuti organici in modo da creare “terra ricca “ da commercializzare a chi ha terreni agricoli, orti e giardini.
La tassa sui rifiuti va calibrata in base a parametri più consoni alla realtà di ciascuna situazione.
Noi proponiamo di prendere in considerazione i seguenti valori per ogni nucleo familiare: numero dei componenti, reddito, quantità dei rifiuti prodotti, superficie dell’alloggio e condizione di residenzialità.
Sestri è sempre stata considerata, rispetto ai comuni che la circondano, una città molto più vitale e aperta, ma sta assumendo sempre più il profilo di una “città dormitorio” dove l’esclusione sociale delle fasce più deboli, come gli anziani e i migranti, è sempre più un dato di fatto. Cos’è cambiato in questi anni rispetto alla socialità e come un politica, anche culturale, più attenta e aliena dalla logica dell’evento culturale da “città vetrina”, sempre più circoscritto nel tempo e nello spazio, può mutare tale situazione?
Credo che citi due argomenti che sono balzati all’occhio della stampa locale, non certo benevola nei nostri confronti: l’attenzione al sociale e ai cosiddetti “esclusi”, che ci ha visto aprire un dialogo con gli abitanti e scoperchiare il vaso di Pandora dei problemi di un quartiere dimenticato della nostra città, la Lavagnina, e la grande attenzione che nel nostro programma abbiamo riservato alla cultura.
In quella parte, la frase che usiamo in apertura è la nostra stella polare: Vivere 12 mesi l’anno. Può sembrare banale ma così non è nelle nostre città turistiche della Riviera. Abbiamo poi fiori all’occhiello, come le strutture pubbliche della Colonia Tagliaferro, del Teatro Conchiglia e di quello della Lavagna, di cui ne vogliamo massimizzare l’utilizzo in una visione sociale di riappropriazione collettiva. E infine l’Andersen, festival estivo che sta andando riducendosi, che vorremmo tornasse agli antichi fasti, aggiungendone anche una versione invernale e, soprattutto, che esca dal centro cittadino per andare ad abbracciare Sestri Levante nella sua interezza, coinvolgendo tutto il territorio.
La penultima domanda riguarda la riuscita manifestazione-fiaccolata del 24 aprile che ha visto un folto spezzone di Potere Al Popolo che ne ha caratterizzato lo svolgimento e che ha dato forte visibilità di piazza al progetto. Qual è il vostro bilancio?
Nonostante fossimo presi dai mille impegni della burocrazia elettorale, consideriamo quella serata la nostra entrata nel discorso elettorale sestrino (o sestrese, c’è dibattito sul tema). Perché ha rispecchiato i nostri valori e perché ci ha visto protagonisti, seppure nessuno di noi sia andato a fare passerella sul palco degli oratori
Come pensate di caratterizzare la campagna elettorale e le settimane a venire?
Siamo stati tra i primi ad andare nelle periferie, a puntare su temi, come quello della cultura, utilizzati strumentalmente o snobbati dagli altri attori, cercheremo di definire in maniera sempre alternativa la nostra campagna e la nostra presenza.
Siamo comunque consci della particolarità di questa legge elettorale, ultra maggioritaria e tutta personalisticamente incentrata sulla figura del candidato, nel nostro caso della candidata sindaco. Quello che ci sentiamo di dire è che cercheremo di declinarla in maniera collettiva, non lasciando mai sola Denise, e facendo valere la nostra peculiarità di progetto collettivo e inclusivo, radicalmente alternativo alle ammucchiate neoliberali di centro-sinistra centro-destra e Movimento 5 Stelle, che è conscio di essersi affacciato per ultimo nell’agone elettorale, ma sa di essere l’ultima speranza per la costruzione di un polo della sinistra di classe che guardi alla nostra città e si prefiguri di rappresentare le classi subalterne negli anni a venire. POTERE AL POPOLO!
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