di Beppe Grillo – Sento
definire quello che è successo come drammatico, incredibile e un
gravissimo scontro istituzionale, in un crescendo di allarmati e
allarmanti squittii. Eravamo talmente abituati all’idea che “politica”
significasse correre dietro a personaggi scandalosamente impresentabili
da confondere la cronaca rosa shocking delle loro demenziali imprese. Ci
siamo fatti confondere per venti anni dalle dispute fra lo Psiconano e
De Benedetti, dalle imprese di Formigoni e dalle pirloette degli eredi del Pci sino a dimenticarci che cosa fosse la politica.
Mentre il paese era distratto dalla
definizione della nuova unità di misura della degenerazione
istituzionale era in corso la cessione della sua sovranità e della sua
stessa aria a chiunque fosse in grado di comprarsela al ribasso. Oggi,
finalmente giunti ai primi veri scontri fra modi diversi di intendere la
cosa pubblica, sento che questo viene chiamato caos. Accidenti, era
così radicata l’idea che parlare di politica significasse solo inseguire
nipoti (da Letta a Ruby) e orchestrare dibattiti sul nulla che
assistiamo al disorientamento assoluto di fronte alla ripresa del
confronto politico, anche duro.
L’establishment è riuscito a bloccarci?
Ok, fa parte del gioco! Non siamo certo affetti dalla sindrome
dell’adolescente ribelle che spera che, alla fine, il padre gli dia
ragione.
Mattarella ha intortato le cose oppure
ha fatto lo sgambetto alla democrazia? Lo vedremo, ma quello che invece è
sicuro riguarda il cuore della contesa: c’è chi vuole vivere
inginocchiato alle ragioni della finanza e dei suoi azzardi e chi non lo
vuole. C’è chi vorrebbe continuare a consegnarci alla speculazione e
chi no, neppure importano le ragioni oscure e recondite che portano i
primi a comportarsi così. Non serve capirne la storia (che probabilmente
non hanno) oppure denunciarne le intenzioni. È inutile perché le loro
posizioni sono scoperte finalmente mentre le nostre lo sono sempre
state.
Quello che ne seguirà si chiama
semplicemente politica: il confronto fra interessi diversi combattuto
con mezzi diversi dalla violenza, dopo avere denudato la casta questo
era il nostro obiettivo più importante: un paese che tornasse a porsi i
temi che contano per il suo futuro. Certo, sarebbe stato meglio non
perdere altro tempo a cottarellarci al sole filtrato da un’aria così difficile da respirare, ma il confronto proseguirà: questa è la politica, bellezze!
In alto i cuori.
Da Il Fatto Quotidiano del 29 Maggio 2018
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