giovedì 3 maggio 2018

"NO alla proroga, fuori l'acqua da ARERA!".


La Camera dei Deputati sta discutendo il decreto  legge 30/2018 " Misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA)"  con cui il Governo Gentiloni intende prorogare il mandato dell'ARERA, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. 
Coordinamento Romano Acqua Pubblica 
Per chi volesse approfondire segnaliamo che al  seguente  link  è pubblicata tutta la documentazione.
 
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Per l’enormità dei compensi ai 5 consiglieri dell'ARERA (quasi €1.400.000 l’anno pagato con le tariffe), per la gravità delle loro scelte, per l’enorme conflitto di interessi in atto (il controllore è finanziato dal controllato), per la responsabilità sui conguagli tariffari arretrati e da ultimo poiché riteniamo che l’approvazione di una nuova norma tariffaria non possa essere in nessun caso considerata mero adempimento tecnico, bensì elemento sostanziale di rispetto del voto democratico della maggioranza assoluta del popolo italiano,
chiediamo il ritorno delle competenze sul servizio idrico integrato, oggi in capo all'ARERA, al Ministero dell’Ambiente.



La Commissione Speciale è convocata per la mattina del 3 maggio mentre l'Aula della Camera è convocata per il 7 maggio con all'ordine del giorno questo provvedimento. 


Per cui si propone di scrivere ai deputati (al seguente link e in allegato l'indirizzario email) 
a partire da mercoledì 2 fino a venerdì 4 maggio inviando il testo di seguito.
 
 
"NO alla proroga, fuori l'acqua da ARERA!"


Gentile deputata/o,

con il decreto legge 30/2018 "Misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA)" il Governo intende prorogare il mandato all'ARERA fino alla nomina dei nuovi componenti e comunque non oltre il novantesimo giorno dall'insediamento del prossimo Governo.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua riconferma il suo giudizio assolutamente negativo sull'operato di ARERA.
Giudizio che parte soprattutto dal mancato rispetto dell'esito referendario e dunque dalla mancata eliminazione dalla tariffa di qualsiasi voce riconducibile alla remunerazione del capitale investito. Al contrario l’Autorità ha fatto rientrare dalla finestra i profitti garantiti per i gestori sotto la denominazione di “costo della risorsa finanziaria”. Sostanzialmente non ha fatto altro che reintrodurre il vecchio meccanismo “eludendo” il risultato del referendum con il quale la maggioranza assoluta delle italiane e degli italiani ha deciso esattamente l’impossibilità di remunerare in tariffa il rischio d’impresa, piccolo o grande che sia, in quanto ha sancito il divieto di continuare a fare profitti sull’acqua.

Così facendo l’Autorità lascia che i soldi, e sono tanti, del settore idrico siano sottratti agli investimenti nel servizio - o per la riduzione della tariffa - per distribuirli invece come dividendi agli azionisti pubblici e privati.
ARERA ha avallato l’esproprio di milioni di euro con l’addebito sulla bolletta dell'acqua di un “conguaglio ante 2012”, chiamandosi fuori da ogni responsabilità. Alle proteste ha risposto di rivolgersi caso mai alla magistratura. Lo abbiamo fatto e non solo i Giudici di pace di Torino e La Spezia - ma in questi giorni anche il Tribunale di La Spezia - ci hanno dato ragione, giudicando illegittimo tale conguaglio e condannando l'azienda idrica locale a restituirlo agli utenti.

Da ultimo ARERA - in spregio alla legge e con meccanismi contorti e assurdi - ha praticamente sottratto ai Comuni rappresentati nelle Conferenze ATO locali, il diritto di stabilire una tariffa annuale dell’acqua trasparente, equa e giusta.

ARERA ha dimostrato di non tutelare né il servizio idrico né gli utenti, ma solo gli interessi delle aziende che dovrebbe controllare ma dai finanziamenti delle quali dipende la sua stessa esistenza.
Per l’enormità dei compensi ai suoi 5 consiglieri (quasi €1.400.000 l’anno pagato con le tariffe), per la gravità delle loro scelte, per l’enorme conflitto di interessi in atto (il controllore è finanziato dal controllato), per la responsabilità sui conguagli tariffari arretrati e da ultimo poiché riteniamo che l’approvazione di una nuova norma tariffaria non possa essere in nessun caso considerata mero adempimento tecnico, bensì elemento sostanziale di rispetto del voto democratico della maggioranza assoluta del popolo italiano,

chiediamo lo scioglimento di ARERA
e il ritorno delle sue competenze sul servizio idrico integrato al Ministero dell’Ambiente.

Confidiamo nella Sua competenza e sensibilità e chiediamo fin d’ora:
- che si faccia carico di presentare  un emendamento soppressivo della norma che proroga il mandato del Collegio dell'ARERA;
- un incontro per argomentare il fondamento della richiesta di scioglimento di ARERA Settore Idrico.

Cordiali saluti.
 

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