Gli industriali mettono in guardia Lega e 5 Stelle su 4 temi cruciali: lavoro, infrastrutture, questione industriale e Ue.
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Il grande rischio che corre l'Italia ha sfaccettature diverse e tutte preoccupanti: marginalità, isolamento, ma soprattutto una "enorme perdita di credibilità". Confindustria irrompe così nell'orizzonte incerto del governo nascente e avverte che ci sono pilastri imprescindibili: l'Europa innanzitutto. E poi ancora le infrastrutture (dalla Tav al Tap) e l'Ilva.
Linea, quella degli industriali, diametralmente opposta a quella di 5 Stelle e Lega e ai contenuti del contratto di governo sottoscritto da Salvini e Di Maio.
L'alert lo lancia il presidente
dell'associazione degli industriali, Vincenzo Boccia, dal palco
dell'assemblea annuale. In prima fila siede il governo uscente e il
premier Paolo Gentiloni, di cui Boccia sottolinea "la capacità di
dialogo sui temi dell'industria italiana", incassa un lungo applauso
dagli imprenditori.
Per l'Italia è un momento "delicato",
incalza Boccia, e occorre intervenire "con saggezza, buon senso e
consapevolezza" perché la "forza" della ripresa "scricchiola", il debito
zavorra i conti e l'economia, le minacce che arrivano da fuori Europa, a
partire dai dazi, creano preoccupazione e possono destabilizzare un
Paese - l'Italia - che tra poco si ritroverà meno protetto dalle
politiche espansive della Bce.
È all'interno di questo quadro che
Boccia lancia quattro priorità (Europa, questione industriale,
infrastrutture e lavoro) e soprattutto mette Lega e 5 Stelle di fronte a
un giudizio severo su alcune delle scelte compiute. E sulle coperture
delle misure previste nel programma dice: "Non è affatto chiaro dove si
recuperano le risorse per realizzare i tanti obiettivi e promesse
elettorali".
L'Europa è "imprescindibile", si può cambiare ma solo da dentro. Gli
industriali rispediscono al mittente le spinte antieuropee che animano
il dibattito tra Lega e 5 Stelle. L'Europa - chiosa Boccia - è
"imprescindibile". Si può e si deve cambiare - è il ragionamento degli
industriali - ma "dal di dentro". Il primo obiettivo deve essere quello
di rovesciare il principio del Patto di stabilità e crescita perché è la
crescita che garantisce la stabilità e non il contrario". E poi ancora:
la questione europea non può essere usata come "alibi" per non
affrontare la questione italiana.
Non a caso, Boccia ricorda passaggi e
personaggi dal profilo fortemente europeista: Carlo Azeglio Ciampi e la
sua scelta "faticosa ma lungirimante" di far aderire l'Italia all'euro,
Guido Carli, il capo dello Stato Sergio Mattarella e il suo discorso
all'Istituto universitario europeo di Fiesole di due settimane fa.
E non a caso l'assemblea si apre con un
video dove si rimarca l'importanza dell'Europa e il ruolo ricoperto
dall'Italia per la sua nascita. "Per essere italiani nel mondo dobbiamo
essere europei in Italia", è la frase di Gianni Agnelli che campeggia
sul maxi-schermo in apertura dei lavori.
L'Italia deve "agire sin da subito" in
Europa sui temi cruciali per il Paese e "non su un'inutile battaglia per
avere qualche decimale in più di flessibilità: risorse per fare più
deficit e più debito", mette in evidenza Boccia, per il quale tra le
"questioni urgenti" per cui battersi a Bruxelles c'è il tema della
"regolamentazione del sistema bancario".
L'Ilva non va chiusa. Confindustria
avverte: la produzione allo stabilimento di Taranto deve andare avanti.
La preoccupazione degli industriali è nel messaggio che si dà agli
investitori, nazionali e bstranieri, con "l'incertezza". "Viene da
chiedersi - sottolinea Boccia - se sia possibile cambiare continuamente
le carte in tavola, per di più nell'anno in cui entriamo nella top ten
dell'attrattività internazionale".
La questione Ilva è il punto di partenza
per allargare la prospettiva a un quesito indirizzato direttamente "a
chi governerà" e cioè: "Abbiamo una visione del futuro che continui a
scommettere su un'Italia posizionata tra le maggiori economie
industriali del mondo?".
Tav, Tap e Terzo Valico devono andare avanti. Per Boccia "occorre superare il blocco ideologico" perché le
infrastrutture portano "lavoro, democrazia, commercio e crescita".
Confindustria palesa tutta la sua insoddisfazione per la scelta,
contenuta nel contratto di governo, di fermare il progetto della
Torino-Lione. Boccia lo dice chiaramente: in ballo c'è la "credibilità"
dell'Italia. Enorme. "Perché - spiega - se passa l'idea che a ogni
cambio di maggioranza politica si torna indietro su scelte strategiche
per la nostra economia, è la nostra credibilità che mettiamo in
discussione". Boccia cita il Terzo Valico, la Tav e il Tap per ribadire
che le infrastrutture sono uno dei fattori d'investimento per la
crescita dell'Italia ma anche parte di un "grandissimo progetto
europeo".
Missione lavoro, meno enfasi sulle pensioni. Il
lavoro, spiega Boccia, si crea con un'industria "forte e competitiva",
che è "la vera questione nazionale". La prospettiva di Confindustria è
rivolta alla necessità di "ricucire lo strappo intergenerazionale". La
ricetta è: meno "enfasi" sulle pensioni e più sul lavoro.
Tasse, no a manovre per ottenere consenso politico. Boccia
avverte sul fatto che la politica fiscale ha bisogno di una regia
"chiara, ferma e coerente". Soprattutto, ammonisce, non deve essere
caratterizzata da manovre "volte solo a captare consenso politico" e da
"interventi non sistemici". Il presidente di Confindustria non cita
direttamente la flat tax, punto cardine del programma fiscale di 5
Stelle e Lega, ma il richiamo è evidente alla luce di come la tassa
"piatta" è descritta nel contratto di governo.
Il messaggio alla politica. Boccia
mette in guardia la politica: "Non ci può essere una politica forte
senza un'economia forte. E se la politica pensa di essere forte creando
le condizioni per indebolire l'economia, lavora in realtà contro se
stessa".
Il presidente di Confindustria riapre il
cantiere delle riforme istituzionali perché, sottolinea, le recenti
elezioni hanno messo in evidenza la necessità di "garantire la
governabilità". Per questo, aggiunge, la politica non può chiudersi
"nelle tattiche di breve periodo", ma al contrario serve uno "sguardo
lungo". Ora è il momento "di trasformare le speranze in fatti, le parole
in azioni coerenti, per quel futuro che deve costruire occasioni di
sviluppo e di lavoro".
Una visione che ha un riferimento
storico e culturale preciso: Margaret Thatcher. "Quello che pensiamo
diventiamo", afferma Boccia, citando la lady di ferro britannica per
dire che un "grande" Paese si costruisce solo con "il lavoro e
l'impegno".
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