Allo stesso tempo, però, il Rapporto indica anche alcune strade da seguire per invertire la rotta. Grazie alla collaborazione con l'Università di Tor Vergata, siamo andati a individuare i fattori di successo dei ragazzi "resilienti", ovvero di quei ragazzi che, partendo da condizioni di grave disagio familiare, nuotando contro corrente sono riusciti a sviluppare ottime competenze in matematica e in lettura. La loro storia ci insegna che alcuni elementi incidono moltissimo sulla rottura del circolo vizioso della povertà.
In un paese come l'Italia, dove un quindicenne su cinque non raggiunge le competenze minime in matematica e lettura e quasi il 14% abbandona prematuramente la scuola, la povertà educativa è una vera emergenza. È urgente dunque che la lotta a questa dimensione così drammatica della povertà minorile divenga una priorità per le istituzioni a ogni livello, perché le famiglie, le scuole, le associazioni e gli stessi ragazzi e ragazze non possono essere lasciati da soli nel fronteggiarne gli effetti.
Tante realtà locali e nazionali stanno portando avanti un ottimo lavoro grazie ai progetti approvati dall'impresa sociale "Con i Bambini" con le risorse del Fondo di contrasto alla povertà educativa, istituito 3 anni fa con legge di bilancio, con una dotazione di circa 120 milioni l'anno, per tre anni, apportati dalle fondazioni bancarie. Serve ancora una azione sistematica e di lungo periodo su tutto il territorio nazionale, a partire dalle zone più deprivate. In questo quadro, proponiamo di mettere al centro il recupero degli spazi pubblici in stato di abbandono e degrado, affinché siano restituiti ai bambini e agli adolescenti come luoghi per attività sportive, artistiche e culturali, ludiche e ricreative.
Chiediamo a tutti di sostenere questa proposta aderendo alla petizione che abbiamo lanciato per cercare di trasformare concretamente il volto dei tanti quartieri oggi "vietati ai minori". Combattiamo la povertà educativa restituendo spazi di vita ai bambini e ai ragazzi. Sappiamo che ne sapranno fare buon uso.
(Questo post è a cura di Raffaella Milano – Direttore programmi Italia-Europa Save the Children)
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