lunedì 22 giugno 2015

Ignazio Marino alla Festa dell'Unità applaudito al grido "non mollare". Si scaglia contro la destra di Alemanno: "Tornino nelle fogne"

Ignazio MarinoLa platea della Festa dell'Unità è con lui. Gli gridano: "Daje Marino, non mollare, non mollare". È un coro da stadio. E il sindaco: "Non posso fare un passo indietro, neanche di un millimetro, non vi tradirò perché io sono stato eletto da voi e non dai capi bastone".


Il primo cittadino della Capitale arriva nel Parco delle Valli e va subito a ringraziare e a salutare i volontari, che da tre giorni preparano panini e stappano birre. "Una foto, sindaco, una foto", gli chiedono i giovani dem. E Marino si mette subito in posa a favore di telecamere, poi va verso il palco dove lo attende il calore di tanti cittadini romani, che gli urlano: "Vai avanti, contro tutto e contro tutti. Io ti ho votato". Qua e là c'è anche qualcuno che però maligna un po': "Si è portato la claque".
Il primo affondo Marino lo dedica alla destra "dalle idee sempre brillanti e illuminate", dice ironico. Poi cita Blade Runner: "Ho visto cose che voi umani non avete mai visto...". La colpa, per il sindaco, è di chi ha amministrato prima di lui e ha lasciato il Comune nel disastro: "A destra si ergono a paladini della moralità. Non si vergognano? Tornino nelle fogne da dove sono venuti". Ancora applausi: "Bravo, bravo". Ma poco più in là una tesserata dice al marito una frase dal sapor renziano: "È onesto, nessuno gli può dire nulla, ma è saccente. Deve saper amministrare".

A questo punto Marino ricorre all'utilizzo delle slide, metodo più volte usato dalle parti di Palazzo Chigi. È intenzionato a spazzare via tutte le critiche, utilizzando lo stesso strumento e facendo un chiaro bilancio di questi primi due anni di amministrazione: "Oggi raccontiamo cosa abbiamo fatto ma immaginiamo anche la Roma dei prossimi dieci anni". A Matteo Renzi, che ha detto spesso che la qualità di un sindaco si misura anche da quante buche ripara nelle strade, Marino risponde: "Noi ci vogliamo occupare delle buche, dell'illuminazione ma anche della dignità di ogni persona che arriva o che vive in questa città". Adesso è il momento della slide sull'Ama, l'azienda che si occupa dei rifiuti. Risate malinconiche dal pubblico, ma il sindaco garantisce: "Quelli che sono stati assunti illegalmente dalla Giunta Alemanno devono essere licenziati". Il sindaco della Capitale è un fiume in piena, passa da una slide all'altra, e da un obiettivo raggiunto a una promessa. C'è spazio anche per un aneddoto. "Quando sono diventato sindaco ho ricevuto una telefonata dalla vecchia amministrazione che mi chiedeva di mettere in Giunta due dei loro perché era stato deciso con il Pd, e io gli son sembrato venuto da 'Alice nel paese delle meraviglie'". E dalla platea in perfetto accento romano, un militante urla: "Eh no, forse vieni da Roma...". Questa, per Marino, era la vecchia Roma. Adesso c'è la Roma dell'onestà, dice il sindaco. Onestà riconosciuta anche dal premier per il quale però non basta. Non basta? "L'onesta - risponde Marino - non può essere declassata a una categoria di terzo o di quarto livello".
Alla fine il primo cittadino cita il Vangelo di Matteo. Panico tra i dem. "No, questo è San Matteo, tranquilli", rassicura il sindaco tra le risate, raccogliendo ancora gli applausi di una platea amica. Ma al Campidoglio la storia è un'altra.

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