La platea della Festa dell'Unità è con lui. Gli gridano: "Daje
Marino, non mollare, non mollare". È un coro da stadio. E il sindaco:
"Non posso fare un passo indietro, neanche di un millimetro, non vi
tradirò perché io sono stato eletto da voi e non dai capi bastone".
Il
primo cittadino della Capitale arriva nel Parco delle Valli e va subito
a ringraziare e a salutare i volontari, che da tre giorni preparano
panini e stappano birre. "Una foto, sindaco, una foto", gli chiedono i
giovani dem. E Marino si mette subito in posa a favore di telecamere,
poi va verso il palco dove lo attende il calore di tanti cittadini
romani, che gli urlano: "Vai avanti, contro tutto e contro tutti. Io ti
ho votato". Qua e là c'è anche qualcuno che però maligna un po': "Si è
portato la claque".
Il primo affondo Marino lo dedica alla destra "dalle idee sempre
brillanti e illuminate", dice ironico. Poi cita Blade Runner: "Ho visto
cose che voi umani non avete mai visto...". La colpa, per il sindaco, è
di chi ha amministrato prima di lui e ha lasciato il Comune nel
disastro: "A destra si ergono a paladini della moralità. Non si
vergognano? Tornino nelle fogne da dove sono venuti". Ancora applausi:
"Bravo, bravo". Ma poco più in là una tesserata dice al marito una frase
dal sapor renziano: "È onesto, nessuno gli può dire nulla, ma è
saccente. Deve saper amministrare".
A questo punto Marino ricorre
all'utilizzo delle slide, metodo più volte usato dalle parti di Palazzo
Chigi. È intenzionato a spazzare via tutte le critiche, utilizzando lo
stesso strumento e facendo un chiaro bilancio di questi primi due anni
di amministrazione: "Oggi raccontiamo cosa abbiamo fatto ma immaginiamo
anche la Roma dei prossimi dieci anni". A Matteo Renzi, che ha detto
spesso che la qualità di un sindaco si misura anche da quante buche
ripara nelle strade, Marino risponde: "Noi ci vogliamo occupare delle
buche, dell'illuminazione ma anche della dignità di ogni persona che
arriva o che vive in questa città". Adesso è il momento della slide
sull'Ama, l'azienda che si occupa dei rifiuti. Risate malinconiche dal
pubblico, ma il sindaco garantisce: "Quelli che sono stati assunti
illegalmente dalla Giunta Alemanno devono essere licenziati". Il sindaco
della Capitale è un fiume in piena, passa da una slide all'altra, e da
un obiettivo raggiunto a una promessa. C'è spazio anche per un aneddoto.
"Quando sono diventato sindaco ho ricevuto una telefonata dalla vecchia
amministrazione che mi chiedeva di mettere in Giunta due dei loro
perché era stato deciso con il Pd, e io gli son sembrato venuto da
'Alice nel paese delle meraviglie'". E dalla platea in perfetto accento
romano, un militante urla: "Eh no, forse vieni da Roma...". Questa, per
Marino, era la vecchia Roma. Adesso c'è la Roma dell'onestà, dice il
sindaco. Onestà riconosciuta anche dal premier per il quale però non
basta. Non basta? "L'onesta - risponde Marino - non può essere
declassata a una categoria di terzo o di quarto livello".
Alla
fine il primo cittadino cita il Vangelo di Matteo. Panico tra i dem.
"No, questo è San Matteo, tranquilli", rassicura il sindaco tra le
risate, raccogliendo ancora gli applausi di una platea amica. Ma al
Campidoglio la storia è un'altra.
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lunedì 22 giugno 2015
Ignazio Marino alla Festa dell'Unità applaudito al grido "non mollare". Si scaglia contro la destra di Alemanno: "Tornino nelle fogne"
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