mercoledì 24 giugno 2015

Renzi, Confindustria e Cdp: la triade che privatizzerà il welfare in Italia.

''Questo sistema di welfare non è più sostenibile. Se non troviamo una crescita del 2% annuo avremo presto dei grossi problemi, compreso il rischio del default della sesso Inps''. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi intervenendo ieri all'assemblea degli industriali di Monza e Brianza, è tornato a mettere sul piatto la questione della privatizzazione del welfare.
E lo ha fatto senza troppi fronzoli creando un unico dossier con dentro pensioni e contrattazione. Il senso è chiaro: dal momento che il Pil non ce la fa a sostenere la spesa pubblica e gli imprenditori non possono certo occuparsi di crescita creiamo un mercato dell’assistenza intervenendo direttamente sulla contrattazione e sul sistema previdenziale.

''Noi abbiamo messo a punto una proposta di documento, che chiamerei 'draft' – aggiunge - che in queste ore è stata trasmessa alla presidenza del consiglio”. Quello sul welfare “è un dibattito fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese”, aggiunge Squinzi. Ovviamente parla per sé, per il suo business. Non a caso la chimica è tra i settori più avanzati in termini di relazioni sindacali nel quadro della privatizzazione dell’assistenza sociale e della sanità.
Secondo Squinzi "serve mettere ordine nelle regole della contrattazione e accompagnare la stagione dei rinnovi che e' ormai alle porte”. L'intenzione quindi e' di inserire gia' nei prossimi rinnovi contrattuali previsti, per le categorie dell'alimentare, della chimica e della meccanica elementi riguardanti il Welfare, oltre a quelli riguardanti il salario.
Per Squinzi, inoltre, "occorrera' capire dal governo i suoi orientamenti in tema di pensioni, per gestire piu' responsabilmente il tema dell'invecchiamento attivo".

Ma per un nuovo sistema di welfare molto passa dalla Sanità e secondo il presidente di Confindustria "i consueti tagli alla
componente privata del sistema non fanno che mettere a repentaglio un asset fondamentale dell'economia e non danno nulla in termini di efficienza ed equità di accesso alle cure".
"Analogamente dobbiamo affrontare il secondo pilastro previdenziale", attendendo di "capire dal Governo i suoi orientamenti in tema di pensioni: il tema della salute è di capitale importanza, con la sostenibilità del nostro modello sociale che passerà necessariamente dalla rivisitazione del sistema di welfare".
Non è un mistero che su tutti questi temi il confronto con i sindacati è aperto. Sulla previdenza c’è un tavolo con Poletti per la metà di luglio. Analogalmente sulla contrattazione. Si aspetta solo il pronunciamento della Coonsulta che da una parte definirà il quadro delle risorse da mettere in campo e, dall’altra, servirà a mettere in moto la ricerca di un nuovo modello salariale nel pubblico impiego.
I progetti di Squinzi, poi, sono molto simili a quanto si va profilando alla Cdp. Guzzetti, rappresentante delle fondazioni bancarie, va ripetendo da mesi che molte risorse della già ricchissima Cassa depositi e prestiti potrebbero andare nella direzione della privatizzazione del Welfare. La Cdp proprio ultimamente è diventata ancora più renziana. E l’idea è quella di farne il motore della crescita del pil. Una sorta di “patto strategico” per una nuova Iri che oltre agli asset industriali contenga anche belle fette del mercato del welfare da affidare agli imprendori privati.

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