Stiamo entrando in una nuova era di estinzioni di massa, in cui le specie viventi si estinguono ad un tasso che è cento volte superiore al normale. Così conclude Paul Ehrlich professore di biologia di Stanford in uno studio appena pubblicato su Science Advances. Ehrlich non solo mostra dati, ma invoca azioni urgenti per preservare specie in via di estinzione e i loro habitat, ricordando che il tempo fugge.
Maria Rita D'Orsogna Fisico, docente universitario, attivista ambientale
Secondo Ehrlich ed i suoi collaboratori se andiamo avanti così ci vorranno milioni di anni per recuperare i livelli di diversità sul pianeta. Anche la specie umana potrebbe essere a rischio.
Pare catastrofico, ma i ricercatori hanno usato i numeri delle specie
estinte in tempi recenti e li hanno paragonati con quelli di secoli e
millenni fa, stimati attraverso tabulati di fossili di varie ere.
Mettendo a confronto le estinzioni attuali con quelle del passato emerge
che prima della rivoluzione industriale, fra il 1600-1700 sono andate
perse 22 specie in cento anni. Fra il 1900 ed il 2010 il numero è stato
molto superiore: sono andate perse ben 396 specie.
La conclusione di Ehrlich? Noi umani stiamo generando uno ‘spasmo’ globale di perdita di biodiversità.
I ricercatori aggiungono che i loro calcoli molto probabilmente sottostimano l’urgenza della crisi perché hanno cercato di essere il più prudenti possibile. Quindi le cose potrebbero essere anche peggio.
I motivi dei così grandi tassi di estinzione sono l’arrivo di specie
invasive, la perdita di terreno a causa di cementificazione, agricoltura
intensiva, deforestazione, emissioni di CO2, cambiamenti climatici e
l’introduzione di tossine in atmosfera che alterano ed avvelenano gli
ecosistemi.
Secondo l’International Union for Conservation of Nature che tiene il conto, uno strabiliante 41% di tutte le specie anfibie sono in pericolo, e cosi pure il 26% dei mammiferi. Ehrlich dice che molte sono le specie che sul pianeta sono essenzialmente degli zombie, morti che camminano.
E non ci sono solo le specie che soccombono, è tutto l’ecosistema che cambia, come il ciclo di pollinazione delle api o la perdita di zone lagunari e la protezione che queste offrono. Alla fine sarà l’uomo a risentire di tutti questi stravolgimenti.
Secondo Ehrlich occorrono azioni forti per evitare che le specie attualmente in pericolo possano aggiungersi alle liste di quelle estinte, cercando di ripristinare gli habitat, evitare lo supersfruttamento dei terreni e rallentare i cambiamenti climatici.
Ci vorrebbe un miracolo insomma. Ehrlich spera che il suo lavoro possa aiutare a prendere coscienza della devastazione che stiamo infliggendo al pianeta.
Qui un esempio di questi stravolgimenti: orsi che mangiano delfini, cosa innaturale e mai documentata prima
E non ci sono solo le specie che soccombono, è tutto l’ecosistema che cambia, come il ciclo di pollinazione delle api o la perdita di zone lagunari e la protezione che queste offrono. Alla fine sarà l’uomo a risentire di tutti questi stravolgimenti.
Secondo Ehrlich occorrono azioni forti per evitare che le specie attualmente in pericolo possano aggiungersi alle liste di quelle estinte, cercando di ripristinare gli habitat, evitare lo supersfruttamento dei terreni e rallentare i cambiamenti climatici.
Ci vorrebbe un miracolo insomma. Ehrlich spera che il suo lavoro possa aiutare a prendere coscienza della devastazione che stiamo infliggendo al pianeta.
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