domenica 28 gennaio 2024

Il giorno della cattiva memoria

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Tutti si accorgono del carico di ipocrisia che pesa sul giorno della memoria in cui si dovrebbero ricordare  gli orrori del passato per non commetterli mai più e nel quale invece le vittime di ieri fanno sfoggio della medesima crudeltà pretendendo tuttavia di essere egualmente oggetto di commiserazione e soggetto di condanna della violenza razziale. Ma non è da oggi che il giorno della memoria sembra compromesso con squallide operazioni marketing culturale per così dire, vista la pretesa dei sionisti ( che non vuol dire affatto  ebrei tout court e nemmeno askenaziti) di  figurare simbolicamente come vittime universali e di rifiutare quella di carnefici reali e locali  nei confronti di chiunque non voglia sgombrare il campo per fare spazio alla grande Israele.

Da qualche anno, questo pasticcio imbarazzante alla luce della logica e dunque ancor più rabbiosamente sostenuto, è diventato sempre più incongruo: a proposito di memoria ricordate perché questo giorno cade il 27 gennaio? Perché fu in questo giorno del 1945  che le truppe dell’Unione sovietica, quindi fondamentalmente russe liberarono Auschwitz, ovvero il più grande mattatoio dei nazisti. Certo anche qui si è tentato di cambiare il passato con l’aiuto di qualche pagliaccio che ha fatto liberare il il campo dagli americani, giusto per prendersi un oscar alla memoria della propria dignità svenduta. Però per oltre 40 anni questo continente accodato all’estremo occidente e alla sua barbarie nella quale la buona coscienza richiede necessariamente una cattiva memoria, si è scagliato prima contro il comunismo che aveva permesso tuttavia la grande vittoria sovietica, poi quando l’Urss è caduta è diventato maniacalmente così russofobo da sostenere i movimenti nazisti ucraini e in tutta l’Europa dell’Est, E allora che senso ha celebrare la liberazione di Auschwitz se si esaltano coloro che si allearono con quella perversa visione del mondo e si denigrano coloro che hanno posto fine al massacro? Tutto è così insensato da non essere niente, solo un flatus vocis di ometti che si perderà nel trambusto della storia.

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